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Jungkook guidò con velocità in direzione della casa dei Park. La mamma di Jimin lo aveva chiamato per informarlo che quest'ultimo non sarebbe andato a scuola perché stava poco bene ma voleva comunque fare lezione anche se a casa.

Parcheggiò l'auto e a grandi passi si diresse verso la porta. Suonò il campanello e la signora Park lo fece passare con un amabile sorriso.

«Salve, tutto bene?» chiese cordialmente il corvino.

«Bene, grazie e lei?»

«Dico lo stesso»

«Ormai conosce la strada per la camera di mio figlio. Vada pure e se ha bisogno di qualcosa mi chiami» l'insegnante fece un breve inchino e la donna sorrise.

Successivamente percorse le scale e arrivò difronte la camera del biondo. Bussò alla sua porta e poi entrò notando Jimin con gli occhi socchiusi sotto le coperte.

«Ehi, Jimin come stai? Ti vedo maluccio» domandò il maggiore sedendosi nella sedia girevole appartenente alla scrivania.

«Sto bene» rispose rivolgendo e mostrando finalmente il suo sguardo all'altro.

«Se lo dici tu, non ti contraddico... Ma davvero hai chiesto di fare lezione qui nonostante tu non stia bene?»

«Il motivo in realtà è un altro»

«E potrei saperlo?» disse con un'espressione di ovvietà ma allo stesso tempo sorridente.

«Le sarò sincero perché non sono in vena di balle. L'ho fatta chiamare con la scusa della lezione perché volevo qualcuno con cui parlare o soltanto qualcuno che mi facesse compagnia. Il mal di testa che mi sta uccidendo non mi permette di ascoltare la musica e lei mi sembra la persona più adatta per parlare» contestò in un sussurro felice.

«Oh, mi sento davvero elogiato!» ridacchiò «Sai, mi fa tanto piacere il fatto che tu veda in me qualcuno con cui parlare liberamente e che la mia presenza non ti dia più così fastidio»

«Si ritenga fortunato, eh»

«Io mi ritengo fortunato» confermò «Non so perché ma aiutarti in qualsiasi cosa mi viene naturale, spontaneo. Per me non sei un peso e neanche il fatto di pagarti le lezioni di danza lo è. Mi sento soddisfatto e felice di me stesso perché, nonostante i rischi, sto facendo la cosa giusta»

«Sinceramente mi dispiace un po' per come l'ho trattata all'inizio. Non se lo meritava...» disse in un tono alquanto strano.

«Ormai è passato e poi sapevo che il tuo brusco comportamento era dovuto a qualcosa in particolare. L'importante adesso è che tu abbia capito le mie buone intenzioni»

«Credo che lei mi veda come un figlio o come un fratello minore... Sbaglio?»

«Si, ti sbagli. Di certo non sei semplicemente un "alunno" per me ma non ti vedo neanche come un possibile membro della mia famiglia»

«Però molte volte ti comporti come se volessi essere mio padre» controbatté di colpo.

«Solo perché mi preoccupo eccessivamente per te? Solo perché ti faccio alcuni discorsi per il tuo bene? Io non voglio sostituire la figura di nessuno, Jimin»

«Lo so...» sospirò mentre stringeva la coperta fra le sue dita.

«Se lo sai, perché lo dici?» domandò confuso.

«Scusi è che non sono abituato a tutto ques-»

«Cazzo, la smetti di parlarmi in questo modo? Mi urta enormemente» sbottò il più alto «Chiamami Jungkook, Jungkookie, Kookie, hyung o come ti pare ma non darmi del lei»

«Ha paura di diventare vecchio, hyung? Prima o poi lo saremo tutti!»

«No, non ho paura ma è insopportabile che un ragazzo quasi della tua stessa età ti parli formalmente» Jungkook incrociò le braccia al petto.

«Lei è il mio professore ed io il suo alunno. Se devo darle del tu, dovremmo essere qualcos'altro» sorrise Jimin.

«Credo che tu stia delirando. Hai la febbre?» il più grande toccò la sua fronte per verificare il suo stato ma sembrava stare bene «Hai fumato qualcosa di illegale?»

«Da come lei sta parlando sembra che io le abbia chiesto di scopare!» rise e l'altro si mosse irrequieto sulla sedia.

«Non capisco dove vuoi arrivare in questo momento»

«Ed io non capisco perché lei è continuamente nella mia testa»


👀👀👀

𝑯𝒂𝒕𝒆 𝒀𝒐𝒖 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora