63

2.5K 220 53
                                    

Il ristorante giapponese che avevano scelto era un posto più distante dal caotico centro di Seul e la motivazione, dietro questa decisione, era semplice. Volevano stare lontani da occhi indiscreti e da orecchie aguzze che avrebbero fatto di tutto pur di ricavare informazioni o scoop su il loro stato attuale.

La città, ormai, era a conoscenza della notizia che la sua famiglia si era occupata di speculare, due mesi prima, oltre l'arresto del professore.

⟨⟨Spero mi perdoniate ma sono ancora un ragazzino immaturo e con molti altri grilli per la testa e pertanto ho deciso di rinunciare ad ereditare l'azienda. Mio padre se ne occuperà e penso che lo farà nel migliore dei modi, grazie mille a tutti per l'attenzione⟩⟩

Jungkook era totalmente all'oscuro di quello che Jimin aveva fatto pur di ottenere il suo rilascio su cauzione, così dall'oggi al domani.

Il biondo aveva provato con le sue forze ma tutto era stato invano perché suo padre era in possesso di qualcosa che lui non aveva e in cui non aveva mai visto alcun tipo di felicità.

Il potere, il denaro di poter comprare ogni cosa e ogni anima umana debole di razionalità, che non sa dire no ai lussi e ai piaceri sfrenati, che vive la vita soltanto perché qualcuno l'ha catapultata in un mondo forse troppo grande, forse troppo complesso, forse troppo per esseri come noi, contraddittori, ingiusti, violenti, orgogliosi ed egoisti.

Si può sempre migliorare e maturare e Jimin c'era riuscito sotto questo punto di vista.

Non si era abbassato dinanzi la volontà di quell'uomo perché si era arreso ma solo per riavere Jungkook al suo fianco e iniziare a fare rumore.

Un rumore silenzioso ma al tempo stesso assordante che avrebbe fatto tremare quelle persone.

«Che vuoi che faccia per far sì che esca da quella merda?»

«Rinuncia all'azienda e scusati per le tue blasfemie pubblicamente o quel bastardo resterà lì ed io mi occuperò personalmente di fargli passare un bel soggiorno. È semplice, figliolo»

«Lo farò»

Si sentì male, per aver disobbedito al suo io e ai suoi ideali, quando dovette affrontare quella conversazione e poi quella stupida conferenza davanti a tutte quelle persone ma quella fu l'unica possibilità, l'unica possibilità di riottenere la libertà del suo ex professore che adesso teneva difronte, così bello, intelligente e con un sorriso puro di bontà e innocenza.

Sembrava andare matto per gli hosomaki, quelle piccole rotelle di riso, alga e salmone o tonno o verdure. Ne aveva mangiati quasi tre piatti ed era così spensierato mentre acchiappava e inghiottiva quei pezzi, che Jimin dimenticò completamente di dare attenzione al suo stomaco.

«Tu li vuoi?» domandò il corvino, indicando il suo piatto, con un lato della bocca, tuttavia, colmo di cibo.

«No, mangiali tu, Jungkookie»

Era così tenero quasi buffo che non poté dirgli di no e poi, preferiva che fosse lui a mangiare tutto ciò che avevano ordinato.

In quei due mesi, era dimagrito veramente tanto e il biondo poteva già immaginare quanto pena potesse fare il cibo lì dentro.

«P-Perchè mi guardi?»

Jimin, a quella domanda, parve svegliarsi da quel suo momento di trance. Lo continuò a fissare ma sorrise questa volta.

«Hai un chicco di riso sotto il labbro...»

«Ah...»

Jungkook tentò di alzare il tovagliolo per pulire la zona ma il minore fu più veloce. Accorciò la distanza che li separava e con il suo pollice tolse quel chicco biancastro che successivamente si portò alla bocca, lasciando colui che lo guardava in preda ad un senso di shock momentaneo.

«Continua a mangiare, Jungkookie!» incitò con un'incredibile e spiazzante sorriso.

«Uhm... A volte sembra che lo hyung sia tu e non io...» l'altro fece spallucce come se ciò non gli importasse «E poi, mangia anche tu che non hai toccato ancora nulla...»

«È che mi piace guardarti» dichiarò «Kalòs kai agathòs, che in greco vuol dire bello e buono e tu lo sei. Ammiro la tua bellezza interiore ed esteriore e questa frase ti rappresenta tanto»

Gli zigomi del moro si colorarono leggermente di rosso, dandogli così quel tocco di purezza che aveva sempre caratterizzato il suo animo.

«Hai letto i miei libri di filosofia, per caso?»

«Si, qualcuno e quando ho trovato e letto questa frase, ho associato l'immagine a te»

Entrambi si scambiarono un sorriso di serenità dimenticando, per un momento, quello che stavano realmente vivendo. Continuarono a mangiare e a parlare di cose, anche senza un filo logico.

Ma come si dice in molte occasioni, la felicità può durare anche solo un attimo e bisogna saper approfittare di questo breve treno di spensieratezza.

L'aria che girava all'interno di quel locale era diventata, d'un tratto, maledettamente asfissiante.

La serenità di Jimin sparì di colpo per lasciare spazio ad un'aura seria, all'insegna dell'inquietudine contro quella malvagia e sfrontata di suo padre, che aveva appena fatto il suo ingresso insieme ad altri uomini, anch'essi di alto rango.

Jimin ricordava di aver visto alcuni di quei volti in passato, nello studio privato dell'adulto.

Non incrociarono gli sguardi con quest'ultimo ma il biondo pensò comunque al peggio.

Ma non successe ciò che temeva. Il gruppo si sedette attorno ad un tavolo ed iniziarono ad ordinare qualcosa, quando il cameriere si presentò dinanzi a loro.

«Jiminie che succede? Hai visto qualcuno?» domandò il più grande notando quella scintilla di allarme negli occhi dell'altro.

«Non ti girare per nessun motivo. È arrivato quel bastardo con altri uomini» rispose ponendosi lentamente un paio di occhiali e un berretto.

.







A voi piace il sushi? 🍣🍱
I miss sushi so much lol

A voi piace il sushi?  🍣🍱I miss sushi so much lol

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
𝑯𝒂𝒕𝒆 𝒀𝒐𝒖 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora