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«Che vuole fare?» domandò Jimin con un sorrisetto ammiccante.

«Nulla»

«Non mentire» controbatté mentre annodava le sue dita fra i setosi capelli dell'altro.

«Che vuoi che ti dica, Jimin? È sbagliato tutto questo e tu non lo vuoi capire. Adesso alzati e non farmelo ripetere»

Il biondo questa volta sembrò capire quanto la situazione si stesse compromettendo con il suo atteggiamento così libertino e sfacciato. Dopotutto, Jungkook era soltanto il suo professore che stava facendo di tutto pur di aiutarlo nel proseguire il suo adorato sogno, mettendosi anche nei guai se solo suo padre avesse scoperto quello che avevano architettato.

«Cazzo...» disse il biondo prima di rimettersi sul divano «Davvero, non so che mi è preso. Mi scusi»

Quella era la prima volta che Jungkook vedeva Jimin veramente pentito e dispiaciuto delle sue azioni. Annuì e finalmente potè respirare con tranquillità.

«Ora però non essere triste» iniziò l'insegnante cercando di smorzare la tensione creatasi nell'aria «Questo non è il momento adatto per parlare o fare certe cose ma tranquillo che appena prenderai il diploma ed io non sarò più il tuo professore, magari potremmo darci una possibilità»

«Io non sono innamorato di lei. Non dica sciocchezze. Una volta che prenderò il diploma, finirò nell'azienda di mio nonno e io e lei sarà come se non ci fossimo mai conosciuti. Questa è la verità» il maggiore sorrise brevemente per poi riempire il suo bicchiere con acqua e berla tutta in un sorso.

«Perchè quando si parla del tuo sogno, ti comporti in questo modo? Così appassito, così triste e arrabbiato... Dovresti essere sfrontato e libertino in questo caso e non con me»

«Parlare della danza mi fa incazzare, mi fa dare di matto perché è quello che farei dalla mattina alla sera senza mai stancarmi. Amo danzare qualunque stile esso sia» disse con occhi brillanti.

«Ho potuto ballare fino ai 13 anni perchè mio padre pensava che questa mia passione fosse soltanto un "passatempo" da bambino ma quando ho dovuto scegliere cosa fare per il mio futuro, lui ha scelto per me» sospirò.

«Continua...»

«"Jimin farai la scuola di economia, vero?" "No, papà. Io frequenterò l'accademia di danza. È il mio sogno" "No, tu non la farai. Andrai lì e non se ne parla più. Tuo zio è tornato e sai che l'azienda deve finire nelle tue mani". Mi impose quando parlai del mio futuro, della mia cazzo di felicità...»

«Perchè tuo padre odia tuo zio?»

«Mio zio è il figlio prediletto di mio nonno ma c'è un motivo per questa preferenza. Lui gli ha sempre obbedito e non gli è mai andato contro mentre mio padre nella sua gioventù è stato un ribelle, un libertino esattamente come lo sono io adesso e forse in questo un po' ci somigliamo... So che mio nonno gli impose di sposarsi con mia madre perché era di famiglia ricca. Lei si fece mettere incinta in una notte in cui quel bastardo ritornò ubriaco ed eccomi qui...»

«Perchè tuo padre non si è ribellato al matrimonio?»

«Suo padre lo minacciava col togliergli tutto e di cacciarlo perfino da casa se non avesse fatto quello che lui voleva. Purtroppo un difetto della dinastia Park è proprio l'avidità, la voglia affamata di avere tanti soldi, di avere tutto sotto il proprio controllo, sempre e sempre di più»

«Cavolo... Tutto questo è così sbagliato e soffocante. Tuo zio come ha fatto ad obbedire sempre a tuo nonno?»

«C'è chi mostra sé stesso alla luce del sole e c'è chi lo fa di notte quando nessuno lo vede. Mio zio è una brava persona ma so per certo che ha tanti segreti nascosti e lo dimostra la foto che porta dentro al suo portafoglio dove viene ritratto un bambino appena nato ed in teoria lui non ha figli...»

Stavolta fu Jungkook ad accompagnare Jimin sul divano a cui circondò le spalle con un braccio. Quest'ultimo gli regalò un'occhiata più che confusa.

«Non era contrario a tutta questa intimità?»

«Si ma voglio donarti un po' di affetto anche con un semplice abbraccio. Quello che stai vivendo non è per niente facile e nemmeno la tua situazione familiare lo è...»

Jimin si limitò ad acconsentire e a riporre il capo sulla sua spalla trovando in esso un certo sollievo piacevole.

«Le sarò sembrato una puttana e mi dispiace questo» mugugnò con rammarico.

«Non lo sei e non l'ho mai pensato. Siamo giovani e i desideri, l'eccitazione sono normali. Dobbiamo solo far funzionare la ragione»

«Anche a 19 anni?»

«Non è "anche a 19 anni". Devi essere sempre coscienzioso. Puoi divertiti, puoi dire e fare quello che vuoi ma sempre con coscienza e un cervello funzionante. Se ti ubriachi e poi picchi qualcuno o stupri una ragazza, sei un incosciente di merda. "Ah, ma ero ubriaco. Volevo provare quest'esperienza". Stupenda veramente... Ma questo comunque era solo un esempio che capita a molti purtroppo»

«Tu non hai mai fatto uno sbaglio da incoscienti?»

«Si ma ero immaturo poi ho deciso di iniziare a maturare e usare la ragione al posto del petto... E del cazzo, perché no?» disse mentre rideva contagiando anche l'altro.




Cu nasci tunnu un po' moriri quadratu lol

𝑯𝒂𝒕𝒆 𝒀𝒐𝒖 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora