55

2.7K 246 89
                                    

«Jiminie siamo su tutti i giornali...» annunciò l'insegnante palesemente frastornato da quell'articolo.

«Eh?»

«Vieni a vedere!»

Jimin, che stava preparando una ciotola di pop corn per entrambi, lasciò tutto per andare a vedere ciò di cui Jungkook parlava.

«Figli di puttana» disse quando lesse la notizia che, a quanto pare, era ormai nella bocca di tutti.

Nella casa calò immediatamente il silenzio che ghiacciò ogni parete che costruiva l'appartamento. Nessuno dei due sapeva che dire al riguardo o meglio, non c'erano parole che potessero tenere testa a quella situazione.

Sarebbe potuto essere un normale articolo senza alcuna importanza ma no, riguardava un membro di una famiglia illustra che possedeva una famosa azienda e per di più erano due uomini a baciarsi e non un uomo e una donna.

Le dita del biondo si pressarono con forza contro lo schienale del divano, in cui Jungkook si trovava seduto, e i suoi occhi divennero furenti, privi di gentilezza.

«Jiminie»

«Fai silenzio»

Il corvino lo fissò notando le sue sopracciglia corrugate e la sua dentatura superiore che spingeva su quella inferiore, formando così una mascella fermamente serrata, da cui traspariva un'immensa rabbia che l'altro stava cercando di controllare in tutti i modi.

Decise perciò di alzarsi e di andargli vicino ma quando provò a sfiorare la sua spalla, il minore si scansò bruscamente come se avesse una terribile peste.

«Non parlarmi» disse, facendo indietreggiò il suo corpo, ponendolo così a distanza dall'altro.

«Che ti prende? Perché mi dici questo adesso?» chiese cercando di non dare a vedere il dispiacere per quel rifiuto.

«Non voglio parlare con te»

«Che ti ho fatto?»

«Ho detto che non ho voglia di parlare con te» sentenziò con voce infastidita.

«Mi dispiace tanto... Quella foto, quell'articolo non doveva essere in quella fottuta pagina di giornale! Meritavo di vedermi anch'io e non solo tu... Mi dispiace, Jiminie...»

La rabbia del biondo si trasformò velocemente in qualcos'altro.

Il cervello di Jimin stava ricevendo così tante informazioni, in quel lasso di tempo, da non riuscire più neanche a riconoscere l'altro. Lo vedeva distorto quasi come un nemico che tentava di farlo finire direttamente al baratro.

Proprio come i nemici della sua famiglia.
Intuiva, dentro di sé, che quei giornalisti fossero stati ingaggiati da uno di questi solo per colpire il capostipite Park.

Suo nonno era tanto elogiato quanto odiato dai cittadini di Seul e l'uomo stesso ne era a conoscenza, infatti, molto volte si era occupato di mettere a tacere quelle maledette bocche con ripicche, minacce e altri atti terribili.

«Jimin che succede? Stai tranquillo, ti prego» sussurrò il ragazzo dai capelli corvini che cercava di calmare il suo stato di agitazione.

Tremava come una fragile foglia mossa dal vento invernale.
Si allontanava sempre di più dall'altro credendo di vedere in lui ciò che la sua mente stava riproducendo, il male, immagini del suo passato che avrebbe preferito non rivivere mai più.

Era stordito.
Ascoltava una svariata serie di voci all'interno della sua testa, le voci della gente che leggeva quella carta straccia e lo giudicava, lo martoriava con parole offensive, piene di disprezzo.
E lui non voleva questo,
odiava tutto questo.

Era confuso.
Sentiva il sudore incrostarsi pian piano per tutta la sua pelle, ormai luccicante, e il respiro mancargli dai polmoni, come se avesse una corda stretta brutalmente intorno al collo.
Le sue palpitazioni aumentarono, percepiva il suo cuore bombardare senza controllo contro il suo petto.

Gli parve di impazzire per
un'istante.

Jungkook, con i suoi occhi vitrei e spaventati, per la scena a cui stava assistendo, riuscì a captare che quello fosse un attacco di panico improvviso.

Suo fratello Jin ne aveva sofferto da ragazzo e i sintomi erano quelli che lui ricordava di aver visto.

«Non so che fare però ti prego, ascoltami e concentrati su di me» disse l'insegnante, prendendo tra le sue mani il volto del biondo che continuava a dimenarsi senza sosta, fuori di sé, e allora, il suo corpo fu bloccato contro la parete più vicina «Respira, tranquillo. Guardami e respira, non ti farò del male!»

Jimin si mosse nuovamente e Jungkook iniziò ad utilizzare la sua forza per trattenerlo.

«Jimin, ti prego... Guardami e respira con me, fallo con me» il professore sollevò il suo mento e finalmente potè osservare i suoi occhi spalancati, colmi di paura e un profondo caos «Sono con te, respira»

Il minore, esausto nella sua totalità, fece ricadere la sua fronte, bagnata da goccioline fresche di fatica,sul petto dell'altro, inalando l'aria che gli era stata sottratta, a causa di quell'attacco.

Le voci e le immagini devastanti, che aveva visto e sentito, erano sparite nel nulla, facendo ritornare la quiete all'interno del suo animo instabile.

Il corvino avvertì una notevole pressione sulle sue spalle che lo fece sorridere di sollievo. Lo stava abbracciando, non lo allontanava più.

«Dimmi che ti senti meglio, ti prego»

«Sto meglio» rispose con un filo tenue di voce.

«Grazie al cielo. Mi ha fatto malissimo vederti in quello stato. Soffri di attacchi di panico, tesoro?» Jungkook baciò entrambe le guance del biondo che arrossì lievemente.

«Non lo so... È la seconda volta che mi capita, Taehyungie mi ha aiutato la prima volta»

«Li conosco bene, Jin ne soffriva da ragazzo...»

«Quando ho visto quell'articolo... Era come se mi avessero rovesciato un secchio d'acqua ghiacciata addosso. Il panico, l'ansia e la paura mi hanno investito completamente» raccontò mentre afferrava fortemente la maglia dell'altro con le dita.

«È passato, tesoro»

«No, non è passato...»

(...)

Il telefono del più grande squillò e quest'ultimo accolse immediatamente la chiamata entrante di Taehyung.

«Devi andare via, Kook!»

«Cosa stai dicendo?»

«Guarda le notizie e capirai! Devi andare via!»

Jungkook chiuse la telefonata e cercò su internet le notizie del giorno, mentre Jimin, dal tavolo, lo fissava preoccupato.

L'articolo che riguardava il minore non era più presente, al suo posto c'è n'era un altro peggiore.

- Professore di scuola superiore approfitta sessualmente di un alunno -

𝑯𝒂𝒕𝒆 𝒀𝒐𝒖 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora