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Il signor Min non appena ricevette la chiamata di Jungkook e Jimin, corse subito a casa loro e Yoongi li raggiunse poco dopo. Anche doveva essere presente a quel momento.

Quando Daniel arrivò e vide quella donna seduta sul divano, fu come ricevere una secchiata d'acqua ghiacciata addosso. I molteplici ricordi del suo triste passato riaffiorarono all'istante. L'amore della sua vita e quel bebè stroncati dal male di un essere spregevole. Il suo cuore doleva con forza e soffriva brutalmente perché Seo Dan era stata un meraviglioso e caldo sole nella sua difficile vita, ma era scomparso lasciando dentro di lui un vuoto incolmabile.

«Perché mi avete chiamato?» domandò inghiottendo il suo nodo in gola «Io non voglio sapere nulla di questa maledetta famiglia»

«Daniel...» sussurrò Se Ri trattenendo, anch'essa, le lacrime «Ti prego... Siediti e ascoltami. Devo dirti delle cose e spero che tu potrai perdonarmi»

L'uomo e suo figlio si sedettero. Yoongi si accomodò vicino a Jungkook e Jimin che, in quel momento, si trovava perso fra i suoi pensieri.

«Che cazzo succede, Kook?»

«Ti dico solo che adesso hai un fratellino minore e che io sono tuo cognato» ridacchiò il moro osservando gli occhi dell'altro sbarrarsi di colpo «Non esultare. Ascolta prima»

Solo dopo, Jungkook si rese conto di aver usato la parola cognato per descrivere la sua posizione. Lui e Jimin non avevano ufficializzato nulla e non c'era stato neanche un ti amo tra di loro. Si soltanto erano detti che provavano qualcosa di forte l'uno per l'altro, ma lui sapeva già che quello fosse amore.

Si era innamorato di Jimin e aveva intenzione di ufficializzarlo quando quella brutta situazione sarebbe giunta alla sua agognata fine.

E mentre osservava con detenzione il suo etereo profilo, decise di afferrargli la mano per offrirgli tutto il suo sostegno e affetto. E quando il ragazzo si voltò a guardarlo con un carezzevole sorriso, capì di essere totalmente cotto a puntino.  Se n'era innamorato perfettamente.

Avrebbe voluto abbracciarlo e baciarlo fino allo sfinimento ma non era il momento opportuno.

«Cosa devi dirmi?» chiese l'adulto mentenendo la sua aura seria quasi arrabbiata e al biondo, che lo fissava intensamente, sembrò di rivedere se stesso in quell'atteggiamento.

Prima di avere la fortuna di conoscere quell'incantevole corvino, era sempre stato un ragazzo serio e arrabbiato con il mondo intero. Solo ma con una sigaretta tra le dita che faceva a lui da amica insieme alla danza, la quale non praticava già tre mesi per via delle cose successe nella sua vita.

«Ora che lo guardo meglio assomigli a lui per qualche tratto» mormorò il maggiore vicino all'orecchio del biondo che sorrise nuovamente.

«Già...»

Nel frattempo, Se Ri raccontava a Daniel tutto ciò che aveva nascosto fino a quel momento.

Erano passati esattamente vent'anni e l'uomo era totalmente sotto shock per quelle rivelazioni, soprattutto per la notizia che suo figlio era vivo ed era colui che, la prima volta, trattò con astia a causa della sua famiglia di provenienza. Colui che aveva ospitato per quasi due mesi, nel periodo in cui Jungkook si trovava in galera, e con il quale aveva costruito un rapporto sereno e amichevole, proprio come con Jungkook.

Sia Daniel che Yoongi si erano, in un certo senso, affezionati a Jimin perché quest'ultimo, sin da subito, aveva trovato in loro un supporto, una famiglia che lo ascoltava quando aveva bisogno di sfogarsi e dire che quanto Jungkook gli mancasse.

Per il signor Min era stato difficile, all'inizio, abituarsi a quella presenza che gironzolava per casa ma, fortunatamente, dopo poco era riuscito ad accettarlo.

Una cosa che avevano scoperto di avere in comune era il fatto di essere distaccati, freddi dinanzi ai sentimenti, all'effetto. Facevano fatica ad esternare le loro vere emozioni come in quel caso.

Uno difronte all'altro senza sapere come comportarsi, che dire o che fare. Avrebbero dovuto abbracciarsi? Dirsi "sei il mio papà" "sei mio figlio"? O semplicemente gridare e piangere per l'immensa gioia?

Per loro era diverso.

«Perché me lo stai dicendo soltanto adesso?!» Daniel si alzò in piedi palesemente infuriato «Ho vissuto per vent'anni con un gigantesco vuoto dentro perché mio figlio e la donna che amavo con tutto me stesso, non c'erano più! Sono stato vent'anni senza mio figlio, porca puttana!» urlò «Come pretendi che ti possa perdonare? Perché non hai provato a cercarmi? Perché hai aspettato vent'anni? Solo perché mio figlio ha avuto le palle di andare via da quella merda e quindi, avresti avuto un posto dove rifugiarti? Non aspettarti il mio perdono perché non lo avrai, come non lo avrà nessuno di quei bastardi. Per me, dovete soltanto marcire all'inferno»

«N-Non lo pretendo, Daniel...» lamentò la donna con lo sguardo zuppo di vergogna e tristezza.

L'uomo si precipitò in giardino per poter respirare nuovamente. Le sensazioni di oppressione e dolore e rabbia che bombardavano con insistenza il suo petto erano devastanti. Le lacrime e i singhiozzi saltarono fuori senza che se ne accorgesse. Piccole lame tagliuzzavano quello che della sua anima era rimasto.

Nessuno gli avrebbe mai restituito l'amore della sua vita e quei vent'anni non si sarebbero mai azzerati.

Avrebbe voluto provare felicità ma l'odio e l'ira erano più affamate che mai, così tanto da oscurare quella gioia.

Dentro casa, nel frattempo, Yoongi e Jimin si abbracciarono mentre nei loro volti splendevano dei sorrisi luminosissimi. Il ragazzo aveva sempre desiderato un fratello minore che lo chiamasse Hyung.

«Non avrei mai pensato che tu potessi essere il mio fratellino ma sono felicissimo» disse Yoongi «Dovresti parlare tu con papà, che ne dici?»

Per Jimin era tutto così nuovo che si sentiva completamente spaesato e confuso.

«Si, andrò a parlare con lui»

𝑯𝒂𝒕𝒆 𝒀𝒐𝒖 | 국민 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora