In quel pomeriggio le strade di Seul erano più che affollate. La gente camminava imperterrita da una parte all'altra, c'è chi si dirigeva verso i negozi, chi faceva una passeggiata in coppia o con i propri figli, chi andava di corsa per svariate motivazioni e chi semplicemente prendeva una boccata d'aria, un respiro dalle solite vecchie mura di casa come Jimin.
Era uscito da quella gabbia per pensare e stare, forse, per un momento in pace con sé stesso. Anche se quest'ultimo compito, da un periodo a questa parte, stava risultando tremendamente difficile.
Un dubbio che lo assillava continuamente era il perché si sentisse sempre così fuori luogo come un tassello messo nel posto sbagliato ma d'altronde tutta la sua vita, a parer suo, era stata un grandissimo sbaglio. Tra la famiglia in cui era nato, l'incessante ribellione, la droga, l'unica cosa che sembrava essere quella "giusta" era la danza.
Quella passione che non era sorta in un particolare momento della sua vita o vedendo ballare qualcun altro ma era come se fosse proprio nato con quell'amore per quelle molteplici movenze nel sangue eppure nessuno nella sua famiglia di retrogradi possedeva quell'inclinazione.
Pensò alle prime lezioni di danza e a tutte le volte in cui era caduto ma si era rialzato più forte di prima.
Un sorriso si creò sul suo viso quando ricordò la prima pirouette. Nel girare su sé stesso era caduto goffamente sul parquet della sala prove e suoi compagnetti avevano riso ma nelle volte successive, Jimin si trovava fra i migliori nel farle.
L'impegno e la completa dedizione che lui poneva ad ogni passo erano ammirabili e i suoi maestri se ne accorgevano tanto che i complimenti non gli mancavano.
E con quei dolci ricordi, il suo udito riuscì a captare una meravigliosa e tenue melodia che raggiunse velocemente per poter ascoltarla da vicino.
Una cerchia di persone, di tutte le età, ascoltava attentamente l'arte di quei musicisti di strada. Un chitarrista classico, un pianista e un giovane alla voce talmente bravo da arrivarti fino al cuore.
Quando la canzone terminò, Jimin si approssimò verso il ragazzo complimentandosi e chiedendogli il favore di suonare un pezzo sui cui lui avrebbe potuto ballare. Quello accettò volentieri e con un sorriso lo comunicò ai suoi compagni.
Aveva scelto di danzare sulle note di if you, una canzone da lui tanto amata soprattutto per il significato che associava alla sua passione.
La persona vede quella di cui è innamorato andare via, diventare un piccolo punto nero all'orizzonte perché ormai è troppo lontana. La persona è triste e pensa che la colpa sia sua perché avrebbe potuto trattarla meglio, avrebbe potuto prendersene cura con più attenzione. Soffre e si di domanda se questo amore potrà mai avere una fine.
La musica attirò nuovamente la curiosità della gente lì intorno che questa volta si concentrò nel ragazzo al centro che ballava armoniosamente e interpretava una storia, la sua storia, quella che raccontava di un amore infinito verso un sogno svanito tra le sue mani in poco tempo ma che sembrava non poter aver una fine.
Quando anche quel lasso di tempo ebbe la sua fine, Jimin potè solamente ascoltare e osservare la felicità e gli applausi di quelle persone che non smettevano di sorridere e ammirarlo.
Si trovava in un vortice pieno di emozioni dove però la soddisfazione e l'allegria prevalevano su tutte le altre, nonostante avesse danzato con la tristezza e la rabbia in gola.
Si sentiva apprezzato e amato per la prima volta nella sua vita.
Era felice.
Punto.E quando un paio di braccia gli avvolsero totalmente il corpo, il suo stato d'animo arrivò al settimo cielo.
«Che ci fai qui?» domandò inebriandosi del profumo caratteristico e mascolino che quegli abiti emanavano.
«Sei stato e sei stupendo»
Jungkookie... 👄👀
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𝑯𝒂𝒕𝒆 𝒀𝒐𝒖 | 국민
FanfictionDove Jimin è il solito ragazzo cattivo della scuola e Jungkook è il suo professore d'inglese ed economia; ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴇ: sᴏᴘᴇ, ᴛᴀᴇᴊᴏᴏɴ