«Si, andrò a parlare con lui»
Jimin uscì dalla porta di casa trovando suo padre seduto su un gradino con il capo chino, come se stesse pensando. Decise di accomodarsi al suo fianco e non per parlare di argomenti tristi, voleva soltanto ridargli un po' di sorriso, serenità.
«Certo che un po' di altezza a me e Yoongi hyung potevi darla, eh! Siamo bassi mentre tu hai un'altezza decente!» esclamò il biondo ascoltando poi una sonora risata da parte dell'uomo che lo fissò dolcemente.
«Sarete pure bassi, ma per me siete belli come pochi in questa città»
«È strano, no?» domandò il ragazzo dopo un paio di minuti «Prima non mi vedevi con buon occhio, anzi forse non mi sopportavi proprio! E adesso si scopre che sono tuo figlio... È strano ma sono contento... Quando sono stato con voi per quei due fottuti mesi, mi sono trovato a mio agio sin dal primo momento perché vi sentivo come la famiglia che non avevo mai avuto e ora che lo siamo realmente, non vedo l'ora di godere della vostra presenza che d'ora in poi sarà per sempre»
Il volto di Daniel si dipinse nuovamente di lacrime, ma questa volta di pura gioia. Era orgoglioso del fatto che il frutto dell'amore tra lui e la piccolina dei Park, fosse un ragazzo come Jimin. Forte, coraggioso e con un cuore d'oro, pieno d'amore, anche se riservato soltanto a coloro che se lo meritavano.
«Dopo aver vissuto queste esperienze negative, ho iniziato a guardare le persone con diffidenza, soprattutto per chi provenisse da quella famiglia, ma sono contento di averti conosciuto a fondo e di aver capito quanto tu sia bello dentro e fuori. Non c'entri proprio niente con loro! Credo sia indescrivibile ciò che io stia provando in questo preciso istante. Sento come se una parte del mio cuore si fosse sanata di colpo... Tu e Yoongi siete la mia più grande fonte di felicità» vociferò con emozione.
Il minore sorrise calorosamente, sentendosi incredibilmente felice, ma c'era qualcosa che lo turbava e che voleva chiedergli.
«Posso farti una domanda?» l'uomo acconsentì «Dov'è sepolta la mamma? Non me ne avete ancora parlato e... Io vorrei farle una visita»
«Credo sia sepolta nella tomba di famiglia, dei Park...» quel "credo" fece incurvare le sopracciglia del ragazzo. Sembrava che non lo sapesse neanche lui «Non ho voluto conoscere il luogo dove fosse stata sepolta perché sapevo, per certo, che non avrei mai avuto il coraggio di andare lì e parlarle, dirle addio tramite una lapide... Sono riuscito a superare la sua morte solo in parte e non credo che potrò mai superarla del tutto...» il suo persistente incespicare spezzava totalmente il cuore del ragazzo che vedeva quanto suo padre, a distanza di più o meno vent'anni, continuasse a soffrire per la morte della sua donna «È stato tutto troppo rapido e doloroso... Il giorno prima, era vicino a me, con il suo meraviglioso ventre sporgente che giocava con Yoongi a nascondino e il giorno dopo, era tutto sparito nel nulla, ma con questo vuoto dovrò conviverci per il resto dei miei giorni...»
«Papà, tu sei un uomo e un padre fortissimo e pieno di coraggio» richiamò Jimin facendo sorridere l'altro «E scusami se ti sto facendo rivivere tutto questo dolore, ma potresti mostrarmi una sua foto?»
«Stai tranquillo, tesoro, è normale. Ne ho due che porto sempre con me nel portafoglio» estrasse quest'ultimo dalla sua tasca e colse le fotografie, dove venivano ritratti entrambi «Era un essere meraviglioso con un carattere e una bellezza invidiabile. Amava la fotografia. Prendeva ogni pretesto per fotografare me, Yoongi, paesaggi, di tutto e di più. Qualche giorno di questi, ti farò vedere un album che ho composto con tutti i suoi scatti. Inoltre, amava danzare, i fiori, i profumi e andava ghiotta per il kimchi e per il cioccolato. Mentre ti aspettavamo, ogni sera, dopo il lavoro, ritornavo da lei con una barretta. Lo adorava»
«Mi dispiace così tanto di non averla conosciuta, ma voglio pensare al lato positivo. È in un posto, forse, migliore, lontana dalla famiglia che voleva per lei unicamente il suo male e la sua sofferenza, infelicità. Era così bella...» Jimin accarezzò, con il suo dito indice, il viso della giovane e dolce donna attraverso la fotografia.
Come poteva un padre uccidere la propria figlia, senza provare poi alcun rimorso? Era inconcepibile per la morale di Jimin che riusciva soltanto ad odiare quell'uomo, quella bestia priva di un cuore e amore. Non meritava perdono.
«Ricordo di essermi innamorata di lei, non appena la vidi dinanzi a me per la prima volta. Dolce e ribelle, timida ma anche sfacciata. Non potrò mai dimenticarla... Ho amato anche la madre di Yoongi, ma Seo Dan rimane l'amore più grande della mia vita. Quello che ho provato per lei e con lei, è stato unico e incomparabile» il suo sguardo brillava di un qualcosa che era difficile da esporre a parole e in questo, riconobbe magicamente un po' di Jungkook.
Jungkook lo fissava in quel medesimo modo già qualche tempo e adesso che lo aveva visto su suo padre, mentre parlava della sua amata, capì quanto amore l'altro provasse nei suoi confronti.
«Provo lo stesso per Kook»
(...)
A circa 3mila km e mezzo di distanza, precisamente al Suvarnabhumi International Airport di Bangkok, in Thailandia, un aereo stava per avviare il proprio decollo per viaggiare verso la capitale sudcoreana.
«Le notizie devono uscire ora e non fare alcun ritardo. Non appena arriverò a Seoul, voglio che tutto sia già in circolazione. Conto su di te»
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𝑯𝒂𝒕𝒆 𝒀𝒐𝒖 | 국민
FanfictionDove Jimin è il solito ragazzo cattivo della scuola e Jungkook è il suo professore d'inglese ed economia; ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴇ: sᴏᴘᴇ, ᴛᴀᴇᴊᴏᴏɴ