La prigione dell'Ophelia...

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Più mi guardavo attorno e meno capivo di cosa mi circondava...
Questa stanza, adesso illuminata dalla luce grigiastra è più simile che mai ad una prigione.
Ammiro i vetri decorati da fredde gocce di pioggia...
Vorrei così tanto toccarle, vederle scorrere sulla mia pelle, mentre mi siedo davanti alla finestra della mansarda di casa, guardando le case color rosso, crema e bianco contrastare l'oscurità, e invece, più mi sforzo di guardare oltre e più vedo il vuoto.
Questa mansione è fredda, pullula il silenzio, il gelo degli affetti brama dentro chiunque come un vago incantesimo...
𝓓𝓲𝓮𝓽𝓻𝓸 𝓘𝓵 𝓢𝓲𝓵𝓮𝓷𝔃𝓲𝓸
𝓐𝓼𝓬𝓸𝓵𝓽𝓸 𝓛'𝓮𝓬𝓸 𝓓𝓮𝓵 𝓣𝓾𝓸 𝓝𝓸𝓶𝓮...
𝓒𝓱𝓮 𝓝𝓸𝓷 𝓡𝓲𝓮𝓼𝓬𝓸 𝓐 𝓟𝓻𝓸𝓷𝓾𝓷𝓬𝓲𝓪𝓻𝓮
Mi distendo sul cuscino, lo stringo, ancora non riesco a muovere correttamente le gambe: soffoco un'urlo tra le lenzuola, pur sapendo che non lascerà quelle quattro pareti.
Mi sento una stupida, ho voluto tanto illudermi di potercela fare che adesso non trovo la forza necessaria di abbandonare questo letto.
Posso vedere tutto, posso fare ogni cosa da qui: come se fossi la mente brillante nascosta in questa casa, ma sono assente a tutto, alla mia vita per esempio; protagonista del mondo conosciuto eppure tenuta chiusa come una farfalla in un vaso di vetro.
Adesso so cos'ha provato Adrien per tutta la vita, adesso so cosa provo io...
Quanto vorrei svegliarmi per scordarmi chi sono stata, cosa ho voluto fare per chiudermi in questa gabbia dorata, dove ho tutto e non ho niente.
Alzo un dito e ho potere.
Sollevo un tablet e ho soldi.
Alzo un palmo e dispongo di tempo.
Eppure quelle piccole cose che amavo dei miei silenzi sono svanite...
Gabriel me le ha portate via.
O forse l'ho fatto io, innamorandomi di un uomo che non avrebbe mai ricambiato niente.
𝓔𝓭 𝓗𝓸 𝓟𝓮𝓻𝓼𝓸 𝓛𝓪 𝓢𝓽𝓻𝓪𝓭𝓪 𝓓𝓲 𝓒𝓪𝓼𝓪
𝓟𝓮𝓻 𝓞𝓰𝓷𝓲 𝓥𝓸𝓵𝓽𝓪 𝓒𝓱𝓮 𝓣𝓲 𝓢𝓮𝓷𝓽𝓲𝓿𝓲 𝓢𝓫𝓪𝓰𝓵𝓲𝓪𝓽𝓪
Tutto per una causa che ho iniziato asentirmi pesare sulle spalle ma che non posso abbandonare.
Ero forte a parole ma adesso che lo sto vivendo mi sento smarrita, come se ogni convinzione e sentimento fosse crollato.
Il computer mi tiene ancorata al sentimostro che ho creato: non è ancora scaturito niente da quello, non so nemmeno come ho fatto a tirarmi sù per recarmi nel covo quel giorno, so solo che detesto farmi vedere in queste condizioni, per questo ho limitato i contatti con l'esterno.
Come una bestia in cattività, malata, che allontana il mondo che l'ha abbandonata, togliendole ogni sicurezza, ogni convinzione.
Mi sporgo verso la libreria, le braccia pesano come se le avessi ancorate a terra, le dita tremano gelide sulla copertina di cartone, di un beige sbiadito, un bel corsivo nero appone un senso austero e imprescendibile al titolo:
"Hamlet".

In questi giorni mi sono interrogata su quanto queste righe avessero specificato che la vita non è un punto di vista, che dal sogno alla mortalità vi è un passo, che dall'amore all'odio può esserci una sola fermata e quella è proprio la follia.
L'Ophelia...
Personaggio interessante e poco approfondito: una cattiva della storia, un'egoista, una comparsa della vita, che palesa quando ridicola sia quella mascherata...avviata a determinare le sorti di una battaglia e infine solo innamorata, senza riflesso né confine, destinata alla sorte più infima per non aver preso in mano la propria occasione di riscatto.
𝓠𝓾𝓪𝓷𝓽𝓮 𝓿𝓸𝓵𝓽𝓮 𝓱𝓸 𝓭𝓮𝓽𝓽𝓸 𝓫𝓪𝓼𝓽𝓪, 𝓶𝓪 𝓷𝓸𝓷 𝓬𝓲 𝓫𝓪𝓼𝓽𝓪𝓿𝓪;
𝓪𝓭𝓮𝓼𝓼𝓸 𝓭𝓮𝓷𝓽𝓻𝓸 𝓭𝓲 𝓶𝓮 𝓪𝓷𝓷𝓮𝓰𝓸 𝓬𝓸𝓶𝓮 𝓯𝓸𝓼𝓼𝓲 𝓵'𝓞𝓹𝓱𝓮𝓵𝓲𝓪...

Provo tante cose diverse.
Rabbia... O almeno questa è la più ricorrente e non ci sarà rimedio per molto tempo.

A volte mi domando dove sia l'akuma che possa permettermi per qualche ora di poter correre fuori da quì, ma non mi trattengo mai più di tanto ad osservare.

〖Shallow𝄞〗 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora