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La lussuosa automobile rientrò dal grande cancello:
padre e figlio uscirono dall'auto seguiti in silenzio dall'assistente, Gabriel aveva le mani dietro la schiena e Adrien li precedeva compiaciuto dall'esito della mattinata: era stata un'uscita piacevole differentemente da quanto potesse pensare.
Si erano soffermati in una deliziosa pasticceria in riva alla Senna:
una volta entrati entrambi gli Agreste erano rimasti sorpresi dalla presentazione che il locale offriva...
Divanetti a due posti in velluto rosso scuro, i tavolini in vetro con tovagliette di carta finemente decorate ai bordi; per quanto riguarda l'illuminazione vi erano, sparse quì e lì delle lampade ad arco casalinghe non più alte di un metro e settanta, in sottofondo si poteva sentire della musica jazz da sala.
Era come essere a casa in un posto che solo Nathalie conosceva, a vedere il suo viso radiante pareva averla descritta nel men che minimo dettaglio quel piccolo bar.
Gabriel era rimasto colpito dagli affreschi che si stagliavano nelle volte a crociera bianco latte, enfatizzate da costoloni in mattone e finemente terminanti in pulvini di pietra serena incassati e dettagliatamente restaurati...
il gusto del luogo era decisamente squisito.
Adrien sedette al piano e Gabriel rimase semplicemente in piedi davanti a lui, senza cambiare posa.
Gli sorrise velocemente con calore e assentì leggermente: Adrien iniziò a suonare.•°Gabriel°•
Da un momento a un altro ci ritroviamo quì, in camera di mio figlio: mi sembra tutto così surreale.
Sta suonando le note della colonna sonora di Solitude, l'ultimo film di Emilie prima di scomparire.
Non riesco a credere come questo suono mi sia così familiare e allo stesso tempo così distante, tanto distante dal non ricordarmi nemmeno Emilie... solo vedo mio figlio col sorriso davanti a me.
Un sorriso che ormai da tempo era sparito.
Ho perso il conto di tutte le volte che l'ho ferito senza volere e so di non meritarmi molto di quello che ho adesso, del suo affetto.
Ma voglio provarci... a non deluderlo più, a non mettere a rischio la sua vita... ci proverò fin quando non ci riuscirò.
Essere Hawk moth mi sta distruggendo, sono stato un pazzo, uno spericolato, un dannato... i miei comportamenti non hanno giustificazioni tuttora.
Sono sempre stato la prima causa della sua tristezza, gli ho indirettamente comunicato che non poteva fidarsi e si è distanziato...
Io so di poter cambiare... io so di poter aggiustare il presente, anche se non posso cambiare il passato.
E stavolta Adrien...
non tirerò fuori inutili scuse, non aspetterò tua madre per rimediare ai miei errori.... perché non voglio perderti...
Tu non smettere di credere in me, ti proverò che posso aggiustare tutto questo e darti quel niente e tutto che non hai mai avuto, che hai conosciuto nelle piccole cose.
Grazie figlio mio, grazie di avermi disobbedito.
Non avrei mai compreso quanto importante fosse tutto questo.
Non avresti mai compreso quanto quel "niente" possa essere sorprendentemente qualsiasi cosa tu desideri.
Senza te, non avrei probabilmente capito che sto sprecando la mia vita dietro a dei ragazzini in costume formato portagioie.
Suoni l'ultima nota e poggi le mani in grembo, ti sorrido e mi siedo accanto a te applaudendo.
-"Pensavo, il piano lo sai suonare...
che ne pensi di smetterla con le lezioni e scalare quel tempo da dedicare, non so, ad una nuova attività tutta tua oppure, potresti uscire con i tuoi amici."
-"Stai dicendo sul serio papà?"
Assento e mi ringrazia tantissime volte sorridendomi con una felicità che non ho mai visto pervadere sul suo volto.
-"Ti voglio bene papà."
Sento queste parole e non posso evitare di sentirmi: male da un lato, per averlo trascurato ed essere un supercattivo... dall'altro, è un commisto di pentimento e felicità, una mischia micidiale dal sapore amaro che decora la mia vita.
E che ne contornerà sempre una parte fonfamentale.
-"Ti voglio bene anch'io Adrien."
Faccio una piccola pausa e cerco di introdurre quello che ormai da un pò di tempo volevo dirgli, se lo sapessi con quali parole.
Sarò diretto, non devo girarci intorno oppure otterrò l'effetto opposto: no?
Come per tutte le cose ha il suo tempo.
-"Sai... In fondo stavo pensando a una pazzia."
Adrien mi squadra confuso:
-"Di che pazzia parli papà?"
Chiede con un sorriso.
-"Niente sarà più come prima, lo sai vero?"
Chiedo seriamente.
Abbassa la testa e annuisce.
-"Perché niente deve rimaere lo stesso di prima Adrien."
Vedo lo stupore apparire sul suo viso:
-"Ricominciamo a vivere anziché rimanere nelle ormbre di ciò che ricordiamo e vogliamo ricordare...
è questo che mi ha impedito di essere felice finora e non voglio che sia mai più un ostacolo.
Mai più figliolo...
Che dici Adrien? Ci stai?"
Apro le braccia e lo ritrovo stretto al mio petto, corrispondo quell'abbraccio con forza:
mi è mancato.
Gli carezzo le ciocche bionde...
amo questa pace, questo silenzio.
Alzo gli occhi e una certa assistente perfezionista mora dalla meches rosso è sulla porta: tiene afferrato con fermezza al petto il tablet e mi sorride assentendo...
forse ce l'ho fatta.
Le faccio cenno col capo di unirsi e la vedo camminare lentamente verso di noi, quasi con timore.
Le estendo un braccio e la attraggo nel nostro piccolo intreccio; io e Adrien la stringiamo forte portandola in mezzo e posso vederla distesa sulle nostre ginocchia mentre la sua risata fa eco con la mia e quella di Adrien... ed è la sensazione più bella del mondo.
Riformulo...
Cambierò.
Cambierò perché non voglio perdevi.
...
-"Ho già un'idea di qualcosa che possiamo cambiare."
Adrien si alza con entusiasmo e lo seguiamo sulla scalinata... penso di sapere a cosa si sta riferendo.
Sta puntando a quel nostro dipinto insieme:
lo raggiungo e mi pongo nella sua prospettiva, il sorriso è svanito.
Appariva tanto triste e io... non lo so.
Non so come ho fatto ad essere tanto cieco finora... stava male e io sono stato così dannatamente impotente in tutti questi anni.
Le sue parole martellano nella mia mente quale un delizioso infernale laccio che mi tiene legato e brucia la pelle, che mi ricade addosso e mi stritola la golla mozzandomi il fiato, facendo accapponare la pelle e raggelare il sangue.
Quegli occhi bui, vuoti e inespressivi, il volto di un colore gelido e spento, la tensione.
Entrambi avremmo dovuto evitare questo scempio...
Era quasi ansiogeno di tanto orrore che proferiva.
-"Hai ragione, è la prima cosa da cambiare."
Gli rivolgo un sorriso e vedo il suo volto illuminarsi.
Primo passo.
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〖Shallow𝄞〗 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉
FanfictionMayura continua ad aiutare Hawk Moth con i suoi piani mentre pensa ad un possibile futuro lontano dalla grande Villa nonché sua gabbia dorata. Solo che l'affetto verso gli Agreste va sempre più intensificandosi e Nathalie inizia a sentire un calore...