"Lasciati andare"

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Nathalie si guardò attorno...
mentre camminava su quella passerella scura sembrava che dovesse compiere dei passi sul cielo stesso: le lanterne a candela rosse erano come tante stelle che si adagiavano a terra sparse sul pavimento, si riflettevano nei suoi occhi turchesi come se si trattasse di un migliaio di splendidi soli.
Il vento le scompigliava le ciocche rosse sciolte dalla crocchia e che adesso le danzavano sul viso.
Guardò verso l'alto, poi verso la città lontana.
Camminò velocemente arrivando su una terrazza ventilata: la pavimentazione di cotto e pietra serena, le inferriate erano smaltate di nero, balaustre che assumevano forme di ghirigori decorativi e le davano quel tocco leggermente moderno e curioso alla città dell'Eclettismo.
Al centro di quello spazio c'era una tavola apparecchiata a due posti, una lanterna rossa a scindere le due parti e un pergola in pietra serena sorretta da colonne corinzie creava un autentico tunnel.
Il verde scuro degli arbusti a decorarla la facevano sentire quasi protetta e cullata.
Chiuse gli occhi e aprì le braccia sentendo come il vento la abbracciasse a sé, portava qualcosa di speciale in quel suo alito fresco che la avvolgeva.
Come se si trattasse di un lieve bacio, in quel momento sentì quel profumo dolce e fruttato, così aprì gli occhi meravigliandosi di quello che non aveva notato fino a quel momento:
i fiori che decoravano la pergola, quei fiori bianchi e delicati dalle foglie morbide erano i suoi preferiti: il fiore dell'angelo.
Ispirò a pieni polmoni rapita da quel profumo come se fosse la prima volta a sentirlo; fece qualche passo sui tacchi che creavano un effetto d'eco in quel posto solitario.
Indossava dei pantaloni neri eleganti con una camicia bianca a maniche corte e sopra una giacchetta nera.
Improvvisamente vide buio e sentì delle gentili dita sfiorarle gli occhi: l'istinto sarebbe stato di allontare quelle mani, ma quando sentì il profumo inconfondibile di quella colonia si adagiò dolcemente al suo petto piegando la testa da un lato come per invitarlo a farsi avanti.
-"Ti piace?"
-"È perfetto." Sorrise al voltarsi e trovare il volto del suo Marine preferito.
-"Pensavo non saresti venuta dopo quello che è successo a quell'evento-"
Nathalie poggiò le mani sul suo petto e scosse la testa, guardandolo negli occhi per trasmettere sicurezza:
-"Non è colpa tua e lo sai..."
Abel la strinse fermamente per la vita e la avvicinò a sé come aveva fatto quella sera... guardò direttamente quelle labbra carminee che sin dalla prima notte l'avevano stregato e davanti alle quali perdeva le parole, cosa che non era mai accaduta con nessuna prima d'ora:
-"Posso farmi perdonare...
Certo, avrei potuto essere meno sfacciato signorina, ma lei mi rende difficile pure la compostezza dinanzi a ciò che mi fa sentire."
-"Si sta prendendo gioco della mia posizione signor Yaël?
Mi sta forse provocando?"
La voce di Nathalie era giocosa e seducente, l'uomo davanti a lei la fissò negli occhi turchesi e le seguì la corrente accarezzandole con dovizia i fianchi.
-"Se anche fosse? Cosa farebbe a riguardo signorina Sancœur?"
La portò più vicino a lui e le loro labbra si sfiorarono di nuovo in un tenero gioco di luci e ombre, provocazione e dolcezza:
Nathalie dentro di sé provò quasi un senso di disorientamento ma amava quella semsazione.
Sentì una ventata fredda passare tra di loro e non le permetteva di andare oltre...
Era solo un bacio, si ripeteva.
Solo un piccolo, dannato bacio.
Uno solo
Con quel gioco innocente di risate, sguardi e sfioramenti accidentali delle loro labbra Abel stava definitivamente perdendo la testa.
Le lasciò una lenta scia di baci ricorrendo l'incavo della spalla lasciato scoperto dalla camicia aperta per i primi bottoni.
Era un bacio abbastanza intimo ma Abel aveva capito che c'era qualcosa negli occhi di Nathalie, qualcosa in quello sguardo che gli implorava di non baciarla sulle labbra per il momento.
E lui avrebbe avuto ogni riguardo, non avrebbe forzato la mano, sarebbe stato un vero cavaliere.
Sorrise contro la sua pelle quando strofinò in maniera giocosa il naso sul suo collo per poi guardarla direttamente negli occhi:
-"Il fiore dell'angelo, l'ho capito la notte che ti ho conosciuta."
Nathalie prese il suo volto tra le mani e lo guardò in quegli zaffiri scuri e profondi perdendosi in ogni minimo lineamento del suo volto, in quell'aroma tipico di lui e soprattutto in quello che sentiva per la prima volta dopo anni.
Qualcosa di concreto, dopo Leo, dopo Gabriel.
Con Abel non sentiva tutti quei pensieri rumorosi e i sensi di colpa.
Con Abel poteva lasciarsi andare e l'avrebbe fatto, perché per la prima volta si sentiva legata a qualcuno eppure allo stesso tempo libera...
ma allora perché non riusciva a chiudere la distanza tra loro e baciarlo una volta per tutte?
-"Devi essere affamata principessa..." Scherzò il ragazzo prendendola per mano.
Nathalie si riscosse dai suoi pensieri e si fece condurre al piccolo tavolo dove la fece sedere accomodando la sedia con galanteria.
-"Ti piace?"
-"Si ma come lo hai-"
-"Te l'ho detto che ho delle conoscenze abbastanza insistenti..."

〖Shallow𝄞〗 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora