"Perfettamente perfetta per me"🌹

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Gabriel camminò silenziosamente per i corridoi di casa con in mano un vassoio: al guardare in direzione della camera di suo figlio non potette fare a meno di sorridere... infine il loro rapporto era risultato essere ben più forte di quanto avesse mai potuto credere.
Sospirò pesantemente e camminò per le scale in marmo producendo un eco piatto di passi, abbastanza altalenante, come una melodia stanca ma felice.
Entrando in camera da letto vide la donna che amava distesa tra le lenzuola bordeaux sfatte: a ricoprire la figura impeccabile era un fine strato di pelliccia beige a taglio vivo che fungeva da copriletto, i suoi capelli neri lunghi correvano sui cuscini e riflettevano un tono bluette opaco, o almeno così sembrava grazie alla tenue luce grigiastra che penetrava dalla grande finestra e le accarezzava il volto stanco. Sembrava così serena, finalmente lontana da tutto quel caos di pensieri che compartivano.
Si avvicinò a lei e sedette sul letto mantenendosi il vassoio in grembo, le accarezzò una gamba delicatamente e fece correre le dita sulla pelle calda e candida fino al collo dove tracciò una serie di cerchi immaginari.

Nathalie sorrise durante il sogno e quando aprì gli occhi si trovò una splendida rosa scarlatta davanti al viso, dal profumo intenso, distesa proprio su quel vassoio argenteo che rifletteva la luce della bajoure a fianco. Lo stilista aveva già lasciato la stanza e il silenzio aveva preso spazio come il senso di solitudine, che per la prima volta dopo mesi le dava veramente fastidio, facendole quasi desiderare di più.

Durante le ultime tre settimane, Gabriel l'aveva trovata addormentata alla scrivania quasi ogni notte col tablet in mano: nel vederla in quello stato il cuore gli aveva perso un battito. E allora, quando la trovava addormentata alla postazione, la prendeva in braccio con delicatezza per non svegliarla e la portava in camera: era disposta a tutto pur di sostenere ritmi lavorativi fuori dall'ordinario, persino stare sveglia la notte, cambiare sul momento i turni degli stagisti e bere un quantitativo di caffeina a dir poco scioccante... inoltre aveva iniziato ad assumersi una serie di responsabilità improprie a sé stessa, facendo preoccupare ulteriormente Gabriel, oltre al suo timore ricorrente riguardante la leggera ricaduta della donna, alla quale, chiedeva costantemente di riposare benché l'assistente si rifiutasse.

Nathalie dette un morso al croissant e bevve un sorso di caffè: stavano succedendo tante cose ultimamente e la testa era piena di domande. Guardò un attimo fuori e sentì un brivido correrle lungo tutta la schiena, pareva che il tempo atmosferico amplificasse il senso di freddezza della grande mansione, anche se nella sua grandezza, per quanto piccole fossero, le dimostrazioni d'amore a riscaldarla non mancavano mai.
Sospirò felice, perché quella era una ragione per sorridere e una piccolezza alla quale dare importanza.
Spostò le coperte e si vestì rapidamente, dopodiché afferrò il vassoio da riportare in cucina, scese le scale e infine si diresse all'atelier. Spinse la porta con le dita tremanti: il legno era freddo e i cardini cigolarono in un suono quasi impercettibile; il corridoio attorno a lei era silenzioso, con quella luce ad investirlo parzialmente pareva uno spettacolo recluso tra l'etereo e l'angusto.
Lo studio era bagnato da una luce artificiale, ben più calda e lui era lì: indossava un maglione beige e un paio di pantaloni neri; stava dipingendo a pennello su cavalletto... era tenuemente accarezzato dalle ombre create dal contrasto tra la luce dell'esterno e dell'interno, in ogni minimo millimetro del suo viso sembrava una statua persa nell'intensità delle emozioni e dei pensieri...  ridotto a un qualcosa di assolutamente teatrale e perfetto persino nelle minime imperfezioni.
Le bozze giacevano con noncuranza sul tavolo, come se fossero state lasciate lì con un senso di rifiuto generale affiancato al desiderio di lasciar andare tutto per un momento... lei lo comprese e ne fu lieta, anche se era consapevole che quella leggera corsa dalla realtà non sarebbe durata per sempre.
Nathalie si avvicinò a lui e si collocò alle sue spalle per abbracciarlo da dietro: Gabriel ricambiò stringendo le mani giacenti sul suo petto con la destra mentre con la sinistra reggeva delicatamente il pennellino tra le dita.
Solo allora Nathalie guardò il dipinto:
il corpo di una donna nella penombra, col busto leggermente in torsione anche se rilassato, distesa su un letto dalle lenzuola crema e tenuemente illuminata dalla luce di una candela... i capelli neri correvano sui cuscini e ad un tratto assumevano un tono scarlatto in una determinata ciocca di capelli: le labbra erano rosee e la calma che l'immagine complessiva trasmetteva era più che ammirevole, quasi... incredibile.
L'amore impresso su tela per la realizzazione di quel dipinto era visibile anche al più cieco degli uomini. In quel momento Nathalie sentì una strana sensazione riempirle il petto, ben più intensa della combinazione tra gioia ed emozione: adesso lui l'aveva resa immortale, dentro sé stesso come pensiero e nel dipinto come sua musa.
-"Gabe..."
Mormorò senza parole.
-"Ti piace?"
Prese un quadernino dai fogli bianchi, purché non fosse un bianco candido e luminoso, bensì leggermente ingiallito su un tono sul beige: mostrava un bozzetto rapido e con molte linee che lo rendevano abbastanza confuso, dentro il quale il disegnatore poteva vedere ben di più che una bozza preliminare e confusionaria.
-"È meraviglioso..." Commentò con la voce che si spegneva.
-"Lo spero bene:
sostituirà il quadro di Emilie."
Gli occhi di Nathalie si spalancarono e lui la guardò con un sorriso, stringendole la mano per portarla alle labbra e baciarla.
-"Che c'è? Un giorno dovremmo cambiare quel quadro."
-"I-io non pensavo volessi togliere anche questo... è pur sempre tua moglie e non voglio che-"
-"La sua essenza non se ne andrà mai Nath, da questa casa, dalla nostra vita. È un fatto..."
Si piegò verso il suo collo e lo baciò facendola sospirare.
-"...Ma questa casa ha un'altra donna meravigliosa e voglio che quest'immagine sia conservata quì... sempre."
Nathalie gli lasciò un bacio e lui si avvicinò per sussurrarle qualcosa all'orecchio.
-"Voglio insegnarti una cosa inestimabile."
-"Di che si tratta?" Replicò curiosa.
-"Voglio insegnarti a leggermi."
Alzò il mento con orgoglio e Nathalie lo guardò senza capire direttamente cosa volesse dire.
La prese per i fianchi e la fece sedere sulle sue ginocchia per poi mostrarle il quadernino e tracciare col dito alcune linee.
Le spiegò che per alcuni una bozza approssimativa e piena di linee incomprensibili può sembrare solo un mezzo fine all'elaborato in sé; chi può solo minimamente immaginare che dietro quelle si apre un mondo molto più complesso da comprendere? Si tratta di un meraviglioso casino che lascia liberamente spazio alla fantasia e all'immagine, dapprima visualizzata e grazie alla memoria di quell'emozione riportata tale quale.
Quello che stavano facendo non era altro che un gioco per scoprire un'altra parte di loro, le loro linee guida e tutto ciò che li teneva assieme nel ritratto della vita che stavano dipingendo assieme: qualcosa di stupendo costituito dagli scatti della mente e dalle emozioni provate da loro in ogni singolo momento.

〖Shallow𝄞〗 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora