Fantasmi...

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Cadde la notte sulla città dell'amore.
Una giornata serena eppure tanto caotica per l'assistente degli Agreste, che aveva corso per tutto il giorno tra i camerini per uno stupidissimo, minuzioso errore...
Adesso che si era concessa di chiudere gli occhi e farsi trasportare dal sonno, illuminata solo dalla luce della luna, ripensava a tutti gli avvenimenti degli ultimi tempi, con un mezzo sorriso in volto; lo fece fin quando Morfeo non la portò con sé nel mondo dei sogni e lei non ne fu vinta.

Dall'altro lato della parete un uomo biondo platino sedeva su una poltrona e fissava nella direzione della camera della corvina.
Allungò la mano e sfiorò il muro freddo e ruvido sotto i polpastrelli, per un attimo desiderando di trovarsi dall'altra parte.
Sospirò e sentì come la sua cara amica dormisse tranquilla trasmettendogli una tanta agoniata pace; nonostante fosse passato del tempo dall'ultimo malessere, lei aveva preferito dormire con la spilla e lui gliel'aveva concesso esclusivamente per potersi connettere con le sue emozioni e sapere se aveva bisogno di qualunque cosa.
Gabriel guardò come Noroo si stava adagiando sul cuscino accanto al suo sorrdendogli... apprezzava davvero la sua compagnia anche se non l'avrebbe mai ammesso:
-"Va tutto bene maestro?"
Gabriel guardò di nuovo la parete bagnata da un raggio lunare tenue, incerto e confuso:
-"Si ma... Ho un brutto presentimento stanotte."
-"Si chiama empatia maestro. La signorina Nathalie è in possesso del Miraculous dei sentimenti e adesso lo ha indosso, lo sente?"
Gabriel chiuse gli occhi scuotendo appena la testa:
-"Cosa cambia?" Chiese.
-"Il Miraculous espone delle parti dei portatori più occulte e dimostrate dai kwami nel corso della trasformazione ma può renderla anche più emotiva durante il sonno: lei può sentirla adesso?"
Gabriel chiuse gli occhi un momento e provò a riconcentrarsi: sentì il suo respiro, i battiti del suo cuore... era come averla pelle contro pelle, come guardare quelle labbra rosee sulle quali aveva fantasticato tante volte e vederla mugolare quasi impercettibilmente quando si muoveva. Gabriel si mosse come per toccarla ma al sentire il vuoto riaprì gli occhi con stupore: il kwami viola sorrise.
-"La sente?"
-"È incredibile Noroo."
Si sistemò sotto alle lenzuola mentre il piccolo kwami volava sul cuscino... Gabriel guardò il soffitto incrociando le braccia dietro la testa: Cosa gli stava facendo Nathalie Sancoeur? Perché riusciva a sentirla tanto vicina dal potergli toccare l'anima?

Allontanò quei pensieri e solo cercò di dormire ma non prima di essersi rigirato nel letto per qualche buona manciata di minuti.

•°

Nathalie si stava rigirando nel letto con fastidio e agitazione mentre sudava freddo.
Duusuu al sentire l'aura tanto negativa della portatrice poggiò una zampina sulla sua fronte imperlata da minuscole gocce di sudore:
-"Coraggio Nathalie svegliati." La chiamò.
La portatrice si muoveva sempre più agitata mentre scuoteva la testa.

•°
Pensava di essere andata oltre e invece si ritrovava sempre lì, nell'edificio dove aveva iniziato a lavorare quando aveva appena diciotto anni.
Si era innamorata di quello studio di fotografia nel quale faceva la segretaria e i colleghi erano sempre stati cordiali, aveva dei buoni ricordi là.

-"Buongiorno Nathalie."
-"Buongiorno signore."
La routine andava avanti come un ciclo senza fine: si sedeva alla scrivania, iniziava a firmare e a chiamare perfetti sconosciuti per poi segnare appuntamenti...
E come ogni mattina lui era lì.
Il figlio del fotografo, un attraente e giovane ragazzo: alto, capelli corti e ricci, setosi, uno sguardo penetrante, e un sorriso incredibile.
E lei si sentiva puntualmente messa a nudo...
Lo evitava, cambiava stanza, se ne stava sulle sue: una mattina quel ragazzo le era inciampato addosso costringendola alla parete e, per errore, le aveva riposato la mano aperta al centro del petto.
Il suono di uno schiaffo aveva echeggiato per i corridoi vuoti e quell'urlo che gli aveva tirato era stato l'inizio di ogni cosa.
Non era stato il capo che, da cafone e con parole del tutto indecenti aveva cercato di portarsela al letto, non era stato quel capo che l'aveva minacciata di farle perdere l'impiego: ne aveva già avuti molti così.
Vedeva ogni cosa come se fosse stata in lui, l'incidente, l'auto finita fuori strada, il freddo pungente della morte che incombeva.
Leo era stato l'amore stesso, e le mancava, le mancava dannatamente tanto...

〖Shallow𝄞〗 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora