Un lampo.
Un tuono.
Si svegliò di soprassalto mentre la sveglia marcava le sei del mattino.
Si portò una mano alla tempia cercando di calmare il mal di testa tanto forte e chiuse gli occhi mentre i capelli neri le ondeggiavano davanti al viso.
Si sedette e prese dal cassetto del comodino una piccola pasticca bianca per reprimere l'emicrania... non aveva mai sofferto di problemi di mal di testa e nonostante i mesi passati gli effetti del Miraculous sembrava non volessero sparire.
Si fece una rapida doccia, indossò il tallieur e scese a fare colazione.
Una volta tornata in camera si truccò come aveva fatto il giorno precedente... un piccolo cambiamento non le sembrava male; legò i capelli in una crocchia che lasciava sfuggire qualche ciuffo e, dato che stamani aveva una mezzoretta in più decise di sistemarsi le lenti a contatto anziché i soliti occhiali fastidiosi.
•°
-"Buongiorno Nathalie!"
Salutò il giovane con un sorriso e una certa luce negli occhi.
-"Buongiorno Adrien... ecco la sua scheda del giorno, le ricordo che deve passare dall'azienda prima della scuola."
-"Lo farò senz'altro, grazie."
Stava proprio per andarsene quando si voltò sorridendole con calore:
-"Stai molto bene senza occhiali, dovresti toglierli più spesso."
Nathalie cambiò momentaneamente colore e balbettò qualcosa che sembrava un "grazie", tornando a nascondersi dietro ad una pila di documenti.
Quasi come un atto riflesso si alzò per andare nell'ufficio dello stilista, soffermandosi sui pensieri delle ultime settimane che li avevano mantenuti ad una distanza tale che sfiorava l'evitarsi. Si bloccò con la mano sulla maniglia: sarebbe dovuta entrare?
Le aveva scritto che voleva parlarle.
Guardò, automaticamente il polso sinistro notando come il braccialetto d'oro bianco la facesse tanto elegante per così poco, ci giocò un momento pensando a quando Gabriel gliel'aveva regalato e sorrise inconsciamente, mentre, dalla cima delle scale, una certa figura maschile si stagliava come un corvo avvolto dalla penombra, osservandola con falsa superiorità.
-"Noroo.
Sto forse provando-"
-"Si maestro." Borbottò il piccolo kwami.
-"Non posso permetterlo."
-"Perché no?" Chiese semplicemente.
-"La ricordi? Mia moglie è troppo importante per noi."
-"Era così importante Maestro?"
Gabriel guardò un'altra volta verso di lei, accettando inconsciamente il legame che si era formato tra lui e la segretaria ma non era ancora il momento che lo ammettesse a sé stesso, figuriamoci agli altri:
-"Noroo, taci...rientra nel Miraculous."
Il kwami non disse più una parola, entrò nella gioia e il silenzio tornò a cernirsi sullo stilista.Nathalie bussò alla porta con un sospiro che le riempì il petto di coraggio: non si sarebbe tirata indietro adesso.
-"Ti avevo detto di venire a lavorare dentro... fa un po' freddo nell'atrio."
Interruppe una voce familiare da dietro che la fece trasalire.
Lei si voltò lentamente e Gabriel sbatté le palpebre incredulo: era davvero la sua Nathalie?
Non l'avevano cambiata o altro?
-"Sei ...beh, stai molto bene così. Non pensavo che il tuo viso potesse cambiare tanto senza occhiali"
-"La ringrazio Monsieur." Aggiunse seria lasciando ricadere lo sguardo a terra.
Gabriel si avvicinò alla maniglia per aprirle la porta e rimasero per un istante petto contro petto:
-"Avanti... Signorina Sancœur."
Nathalie si scosse dal trance e sedette finalmente alla sua scrivania, dopo tanto tempo: represse tutta la gioia che le regalava l'essere tornata lì, le era mancata ogni singola cosa.
Era tutto come prima, sembrava essere tornata indietro nel tempo, come se avesse abbandonato lì una parte di sé.-"Perché quest'interesse improvviso nei miei confronti?" Chiese al vento iniziando a compilare alcuni fogli, di tanto in tanto alzando lo sguardo verso Gabriel: era in qualche modo gratificante e rilassante il fatto che almeno qualcosa fosse tornato alla normalità tra loro.
-"Non posso chiederti semplicemente di lavorare con me dato che sei la mia segretaria? E poi mi preoccupava il fatto che te ne rimanessi in corridoio, potresti ammalarti di nuovo e non voglio-"
Gabriel chiuse improvvisamente gli occhi afferrandosi le tempie e gemendo per il dolore.
-"Signore-"
Nathalie si alzò di scatto e si avvicinò lentamente:
-"Signore sta bene?" Gabriel si lasciò ricadere sulla sedia dell'ufficio e Nathalie s'inginocchiò al suo fianco.
Gabriel scosse la testa...
Nathalie ruppe quei pochi centimetri che li dividevano e poggiò le sue mani delicate e bianche sulle sue per poi sfiorargli il viso, appena sotto le guance.
-"Gabriel, guardami. Cos'hai?"
Gabriel sorrise appena in mezzo a quel martirio e scosse la testa:
-"Che cos'è successo in questi mesi?" Chiese con un fil di voce stupendo la corvina.
Lei cercò di recuperare distanza ma Gabriel lo impedì afferrandola per i fianchi e avvicinandola di più a lui:
-"Sei un deficiente! Io mi preoccupo per te e..." Emise un suono gutturale a dir poco frustrante.
Non riusciva a completare la frase; Lui la fissava con i suoi occhi capaci di intimidire e piegare al suo cospetto chiunque... se solo avesse saputo che erano gli stessi che avevano fatto innamorare perdutamente la donna davanti a lui.
Gabriel la stava divorando con lo sguardo, i suoi occhi grigi posati su di lei la facevano sentire desiderata e allo stesso tempo debole: era bloccata in quella posizione, in balia di quello che sarebbe successo da lì a poco.
Nemmeno le importava più del fatto che lui avesse montato quel teatrino per rompere la barriera che i mesi avevano consolidato.-"Perché ci siamo allontanati?" Mormorò portandole un pollice sul labbro mentre lo sfiorava con cura.
Il ciuffo colorato da un rosso vivo in quel momento cedette ricadendole a lato del viso, che senza occhiali, gli regalava una migliore inquadratura di quegli occhi turchesi che lo avevano catturato e mandato fuori di testa mesi addietro.
Le sue dita si mossero per accomodarlo dietro l'orecchio della segretaria mentre lo sguardo affamato continuava a vagare per quel tailleur che lui stesso aveva lavorato a mano tutta una notte.
Nathalie sospirò chiudendo gli occhi e cercando di riprendere il controllo del proprio battito cardiaco, ma non potette riuscirci nell'attimo in cui le dita di Gabriel le sfiorarono il primo bottone della camicia: Che stava succedendo di colpo? Era forse un sogno? Stava dormendo ancora?
Non aveva tutta questa fretta di svegliarsi, voleva solo che quel momento perdurasse in eterno.-"Col tuo permesso..." Chiese in maniera sommessa iniziando a slacciare i primi due bottoni della camicetta color crema e aprendo la giacchetta nera per poi accomodarla diversamente sulle sue spalle.
-"... lo avevo ideato in un'altra maniera, non volevo offenderti in qualche modo."
Sviò lo sguardo stoico altrove, un pò incerto, nel dialogo faceva abbastanza pena.
Nathalie guardò verso il basso, le guance imporporate per averglielo lasciato fare in maniera tanto lasciva.
Erano ancora vicini, forse era un buon momento per tornare a fare un passo indietro e così fecero alzandosi.-"Scusami non-" Un tuono rimbombò come se fosse stato capace di squarciare a metà la città dell'amore:
Nathalie, per lo spavento, si strinse al suo petto nascondendo il viso appena sotto la clavicola del disegnatore.
Gabriel la strinse forte a sé in un arco riflesso, come se avesse avuto il timore di perderla da un momento all'altro; aveva lo sguardo fisso nel vuoto, una mano ad accarezzarle dolcemente i capelli... non sapeva cosa voleva, non sapeva cosa sentiva ma aveva bisogno di quella stretta e di lei molto più di quanto volesse giurare a sé stesso.-"Gabriel..." Mormorò dopo qualche secondo dove il tempo parve essersi fermato...
-"Non mi lasciare Nathalie. Lo so che non congeniamo più in quello che sto portando avanti a fatica ma... perfavore...
fai qualsiasi cosa ma non lasciarmi da solo. "
Lei lo strinse più forte, accolta dalle sue braccia forti, nascondendo il viso nel fazzoletto impregnato dalla sua ultimissima e squisita colonia realizzata. È vero, aveva tanto da gridargli, tanto da rinfacciare, ma era stanca di odiare, stanca di aspettare, per quella volta avrebbe solo lasciato fluire quello che il cuore le dettava: e non voleva lasciare l'uomo che amava ancora, seppur non con la follia iniziale.
-"Sai bene che non lo farò."
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〖Shallow𝄞〗 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉
ФанфикMayura continua ad aiutare Hawk Moth con i suoi piani mentre pensa ad un possibile futuro lontano dalla grande Villa nonché sua gabbia dorata. Solo che l'affetto verso gli Agreste va sempre più intensificandosi e Nathalie inizia a sentire un calore...