Volevo dirti...

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La porta sbatté con una tale violenza che fece eco in tutta la mansione ormai pervasa da un'oscurità accecante.
Nathalie si portò le mani alla fronte e premette con forza mentre si accasciava contro la porta, con le ginocchia strette al petto.
Inspirò cercando di contenere la rabbia ed espirò dopo un lungo periodo chiudendo gli occhi.
Duusuu volò sulla sua spalla e la guardò con curiosità mentre la portatrice, nel guardarla, abbozzava un mezzo sorriso che, seppur poco, era sincero.
-"Va tutto bene?" Chiese la piccola kwami con preoccupazione.
Nathalie solo le carezzò la testolina con l'indice e sorrise ampiamente:
-"Non è la prima volta che discutiamo, non ha più effetto su di me.
Mi stavi aspettando?"
Dusuu volò davanti a lei e sedette sul suo ginocchio sinistro:
-"Ha lasciato il Miraculous quì, non è da lei."
-"Si, a questo proposito... non sarebbe più di mio interesse aiutare Gabriel.
Ho riflettuto a lungo e allontanarmi è la migliore opzione."
-"Tornerò tra le grinfie di Shadowmoth?"
-"Non ho detto proprio questo-"
-"Non ce la fa più con lui? Che le succede Nathalie?"
Nathalie scosse la testa guardandola fisso.
-"Non è questione che ce la faccia o meno. La sua ossessione sta andando oltre a troppi limiti Duusuu.
Lo facevo anche per me stessa, per Emilie, per Leo... ma adesso non vedo più l'utilità di farlo. Perché devo essere così legata a Gabriel Agreste? Perché soprattutto non riesco ad allontanarmi? Tutto questo deve finire."
Appoggiò la testa alla porta e lasciò andare un sospiro col viso rivolto verso l'alto, cercando di trovare un'oncia di pace alla quale aggrapparsi.

-"Sente qualcosa per il signor Agreste, è normale."
-"Non è di certo "normale" essere così attaccata a lui.
Sono stanca dei suoi continui cambi d'umore, del fatto che mi nasconda costantemente qualcosa, del fatto che debba sempre essere lì per lui. Voglio una vita mia Duusuu... presto rinuncerò a te, definitivamente, forse anche prima del dovuto."
-"Non lo faccia signorina! Forse può farlo ragionare!"
-"So che avresti voluto una portatrice migliore di me..." Sorrise tristemente.
-"Forse un eroe senza macchia né paura, forse uno onorevole per il quale valesse la pena combattere, possibilmente che non vi schiavizzasse..." Aggiunse alludendo a Gabriel:
-"Mi dispiace Duusuu... mi dispiace per tante cose che ho fatto ma non posso essere quella portatrice e non posso anteporre i desideri di Gabriel alla mia morale, non più."
-"Signorina Nathalie-"
-"Mi pento di molte cose, ma non chiederò scusa per aver cercato di riavere quello che mi è stato strappato via in maniera tanto crudele. Non posso fare niente per far desistere Gabriel..."
-"Signorina Nathalie...
La mia portatrice precedente mi aveva detto di sceglierne una forte, di carattere, con un cuore grande e in grado di valorizzare i sentimenti e i propri doveri... Non mi pento di essere al suo servizio, nonostante l'intera Parigi sia sottomessa al volere di Shadowmoth e lei si ritrovi spaventata, senza capire cosa fare. Conti su di me per qualsiasi cosa, anche se non si sente un eroe."
La creatura blu sorrise e la donna si alzò.

Nathalie si avvicinò al muro che divideva la sua stanza da quella di Gabriel e poggiò il palmo della mano destra su quello:
-"È il momento di rafforzare questo muro Duusuu e fare la scelta corretta con la mia vita."
La Kwami volò sul cuscino e si chiuse a riccio, riaprì gli occhietti neri dalla pupilla magenta e guardò la sua portatrice solo per assicurarle, per la prima volta, che aveva la determinazione e la forza per andare avanti.
-"Sono sicura che prenderà la decisione corretta Nathalie." Disse chiudendo gli occhi mentre sbadigliava teneramente.
Nathalie sorrise e si distese accanto a lei cercando di conciliare un sonno che non sarebbe arrivato.
Per tutta la notte sarebbe perdurato un disperato tentativo di soffocamento di quei pensieri che non potevano essere, in alcun modo zittiti.
Continuava a rigirarsi sui cuscini morbidi e tra le lenzuola bianche: il caldo era insopportabile e certi ricordi le pizzicavano gli occhi e la gola esortandola ai lucciconi ma non si lasciò abbattere.
Non sopportava più quella situazione.
Aprì la finestra del balcone, frustrata, e l'aria fresca inondò la stanza restituendole un poco di pace...tuttavia non riusciva a conciliare il sonno nemmenò così.
Si alzò numerose volte: il tempo sembrava non passare mai.
Uscì sul balcone a guardare il cielo pur di distrarsi e da lì contemplare le luci della città dell'amore accendersi e spegnersi.
L'orologio marcava le quattro in punto e il sonno non accennava a farsi sentire.
La tentazione di guardare quella parete bagnata dalla penombra persisteva: continuava a tornare girando nella sua testa come una bestia impaziente.
Nathalie si avvicinò e poggiò la fronte a quel muro ruvido e freddo sfiorandolo appena con le labbra non sapendo che dall'altro lato un eccentrico stilista stava compiendo la sua stessa azione.
Nathalie strinse il pugno e sussurrò quella che sembrava un'imprecazione, si sedette sul letto e continuò a guardarla come un suo modo di dire addio a tutto quello che stava provando.
Invece se ne stava facendo una questione molto più importante, non voleva voltare le spalle ad una parte di lei anche se sapeva perfettamente fare appello a quella parte di sé che scindeva sentimenti e doveri...
Tutto quello di cui avrebbe avuto bisogno era un movente, una ragione per tornare su quella via tanto agognata.
Sentiva come sulla pelle si accartocciassero quelle sensazioni che da mesi cercava di reprimere senza successo, a partire da quello che provava per lui e che non sarebbe mai stato corrisposto.
Così pensava fosse la sua vita: un costante dare e un mai ricevere... Gabriel era solo e aveva lei: doveva andarsene prima che si formasse un legame che non potesse, in alcun modo sciogliere.

〖Shallow𝄞〗 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora