"Perdonami, non posso essere perfetto"

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-"Non l'ha presa bene quindi?"
Chiese la ragazza dalla pelle mogano prendendo tra le mani la tazza con la tisana.
Nathalie sedette accanto a lei sul divano in pelle nero e perse lo sguardo nella sua bevanda color rosso-purpureo dall'incantevole profumo di melograno e mirtillo.
-"È passato un mese Pen, Adrien si è rinchiuso in camera ed evita chiunque: noi, gli amici, ha persino smesso di frequentare la scuola, ti rendi conto?"
-"È solo che...Mi sembra alquanto strano che sia solo per aver scoperto la relazione che avevi con suo padre."
Nathalie scosse la testa con un'espressione triste:
-"Capirai che quì quella che è venuta a mancare è sua madre e la mia migliore amica."
Fece una corta pausa dove sospirò.
-"Dovevo stare più attenta, dovevo aspettare più tempo e ora..."
-"Hey...
Non è colpa tua."
Sorrise dolcemente la ragazza dalla pelle mogano.
Nathalie posò la tazza sul tavolino vitreo davanti a lei si strinse nelle ginocchia occultandovi parzialmente il viso pallido e stanco:
il camicione di cotone rosa confetto taglia XL le copriva le cosce e le maniche le arrivavano a metà braccio mentre i capelli scuri ricadevano sciolti ben oltre metà schiena.
-"Il ricordo di sua madre vive in lui, non tutti si separano tanto facilmente dai propri genitori, forse avremmo dovuto aspettare-"
Concluse quella frase con un tono di delusione e leggero sprezzo, più verso sè stessa e alla sua capacità di empatizzare.
-"Non dire stupidaggini!"
La interruppe l'agente inglese alzandosi e rimanendo davanti a lei con un'espressione severa:
-"Deve andare avanti e se pensa che suo padre sia stato un'egoista perché ha pensato di rifarsi una vita o a cercare un'altra via per farlo felice dovrà aprire gli occhi presto o tardi Nath... "
Penny afferrò un vassoio di paste e le porse all'amica che aveva deciso di ospitare per la notte, giacché la tensione nella grande Villa Agreste a volte era troppo opprimente per lei.
-"Ma è certo che non è colpa tua tesoro."
Nathalie dette un morso alla pasta e fece silenzio: per un momento le passarono davanti agli occhi tutte quelle scene tra Mayura e Chat dove l'aveva colpito, dove l'aveva ferito e persino quando l'aveva guardato dritto negli occhi capendo che si trattava di lui... in un attimo fu come rivedere quel bambino che si era sbucciato il ginocchio e aveva riempito di baci.
La voce di Penny proruppe nei suoi pensieri riportandola alla realtà:
-"Hai provato almeno a parlarci?"
Nathalie spalancò gli occhi davanti a una domanda così ovvia e semplice, tanto da non essersi azzardata a provarci: scosse la testa ed era consapevole che non sarebbe statp sufficiente.
-"Non ho affrontato la situazione: Non sono nessuno per prendere parte a questa cosa. Ho lasciato correre aspettando che le cose migliorassero e non è successo... ripeto, lui non è come me, se devo essere sincera non so che fare, temo di compiere il passo falso che lo allontani definitivamente da noi o possa ferire ulteriormente Gabriel."
-"E lui come sta? Ne avete parlato finora?"
Chiese sorseggiando un poco di quel liquido verde-bluastro al mirtillo e lime.
Nathalie scosse la testa nuovamente.
-"No... e sta male Pen. Da quando ha scoperto che Adrien..."
Fece una pusa guardandola negli occhi e lei rispose sorridendole come per spronarla a continuare:
-"Beh, che la pensava in maniera così... aggressiva riguardo a noi, riguardo all'idea di iniziare da 0 con tutti i trascorsi che ci sono stati.
Sinceramente non è quello che mi aspettavo... ecco...
Speravo mi volesse bene o almeno così ho sempre creduto, è come vivere una gigantesca bugia dove l'odio mi circonda".
Chiuse gli occhi soffocando le lacrime mentre abbassava la testa contenendo quella fitta tremenda al cuore: faceva più male ammetterlo a sé stessa.
-"Quel ragazzino ti ama, non dire queste cose. Ti ha chiamato tante volte 'mamma' e sono sicura che lo voleva ma magari è successo qualcosa di più intimo con suo padre, magari un avvenimento del passato che è tornato alla luce recentemente e magari gli ha fatto ricordare..."
Nathalie annuì alzando lo sguardo all'amica e bevve un sorso di tisana prima di ricominciare a parlare.
-"Mi preoccupano entrambi capisci? Non era mai successo niente del genere e io mi sento in un certo senso responsabile anche se è una questione loro; mi sento inutile Pen, darei qualsiasi cosa per vederli di nuovo felici come prima, temo una follia da parte di Adrien o di Gabriel molto più di quanto tu possa pensare.
E quello che soffre di più in questa storia è proprio Gabriel: quello che mi spaventa è il fatto che tenga tutto dentro. Io so come si sente, faccio finta di nulla ma so che appena esco dallo studio scoppia in lacrime e quando mi sveglio si forza un sorriso sulle labbra per vedermi felice..."
-"E tu? Tu come stai?"
Chiese l'agente inglese notevolmente preoccupata per l'amica. Nathalie la guardò con i lucciconi agli occhi; si tolse gli occhiali per passarsi il dorso della mano su quelle gemme turchesi, facendo apparire un sorriso sulle sue labbra:
-"Sei la prima a chiedermi come sto, sai? Per tutto il mese ho cercato di essere forte davanti a loro e nessuno mi ha mai chiesto come mi sentissi..."
Penny sorrise: le voleva bene e non voleva vederla abbattuta in nessun caso, stavolta era diverso, stavolta vedeva per la prima volta le lacrime sul suo viso.
-"Io non ce la faccio più Pen! Mi distrugge l'anima vederli così."
Una lacrima scese per la sua guancia destra e la asciugò istantaneamente col dorso della mano.
-"Gabriel è una roccia: non parla mai dei suoi sentimenti e sta facendo uno sforzo sovrumano purché stia tranquilla; ma non posso esserlo, non sapendo come si sentono...
sono talmente testardi."
Un sorriso le scappò dalle labbra in mezzo a quelle lacrime.
-"Non trovano un punto d'incontro in un discorso nemmeno con tutta la buona volontà."
-"Parlagli."
Proruppe improvvisamente Penny con serietà.
-"Parla con loro a patti chiari, fa' si che ti ascoltino e prendano atto delle tue parole: devi ricordargli chi sono. Sei sempre stata il pilastro di casa Agreste, ce la farai anche stavolta."
Nathalie posò la tazza e Penny aprì le braccia per accoglierla. La mora non potette più evitarlo e pianse, sfogò in quell'abbraccio tutte quelle lacrime represse in quel mese atroce, in quella calda stretta che le dava pace: Penny le accarezzò la testa pettinandole i capelli in un intento di calmare quella crisi di pianto. Sembrava avesse per le mani una bambina fragile, alla quale insegnare cosa fare prima di scoprire il mondo e allo stesso tempo cercare, invano, di proteggerla dalle delusioni e dal dolore che a volte la vita proporzionava.
-"E io sarò quì per te."
Nathalie in quei pochi mesi era diventata più di un'amica per l'agente inglese ed era lo stesso per l'assistente dai capelli cobalto: era una di quelle amicizie dove non c'erano troppi doveri né pressioni, legata apparentemente da un rapporto si stretta professionalità, che altro non era che la maschera di un meraviglioso rapporto di reciprocità. Erano molto simili anche se all'apparenza i loro caratteri parevano opporsi... eppure Nathalie aveva quella dolcezza e quelle emozioni latenti nascoste sotto una dura corazza mentre Penny era aperta e spontanea ma nessuno a parte quell'assistente sapeva che era solo uno scudo per nascondere a sé stessa e al mondo le proprie insicurezze e i problemi.
In quei mesi erano state il punto d'appoggio dell'altra e la notizia della partenza di Abel e del termine della loro storia aveva lasciato l'agente inglese con l'amaro in bocca per certi versi.
Aveva capito tutto guardandola in quegli occhi turchesi che brillavano al solo fare il nome di quel famoso stilista: era amore, un amore al quale Abel, seppur volendo contrastarlo non avrebbe mai potuto. Abel aveva passato quei pochi mesi insieme a cercare di conquistare il cuore freddo di Nathalie, e per certi versi c'era riuscito: certamente non aveva però evitare l'evidenza di quello che lei sentiva per entrambi: la loro storia sarebbe stata molto bella, ma la parte migliore di Nathalie sarebbe sempre rimasta in quella mansione triste e solitaria.
Penny aveva sorriso come una tonta quando Nathalie le aveva raccontato delle insicurezze di quella relazione ma lei non aveva avuto dubbi e certamente non aveva esitato a raccontarle dei suoi sentimenti per Jagged:
no, non erano affatto diverse.
Nathalie era una persona meravigliosa, dotata di una forza incredibile che andava catalogata tra la volontà, la resistenza, il suo amore per le sfide personali e tutta quella pressione sulle sue spalle e che teneva mascherata tutto il tempo dietro un viso d'angelo inespressivo.
Al solo sentire come la mora aumentasse la pressione di quell'abbraccio del quale aveva tanto bisogno capì molte cose: tra le quali che la cosa migliore era rimanere in quella posizione, senza dire né fare niente perché quella donna forte, fredda e austera aveva bisogno di calore. E per una volta si dimostrava un essere umano: perfettamente imperfetto, una macchina di sentimenti, organi e intelletto intrecciato all'anima: non avrebbe potuto lasciarla sola, al solo pensarci si era accorta di quanto le somigliasse, in quanto si dimostrasse essere la parte occulta di lei.

〖Shallow𝄞〗 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora