Il suono della rabbia

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Il sole di metà maggio stava sorgendo sulla città dell'amore riscaldando velocemente l'aria appena umida.
Sui tetti delle case correva a tutta velocità una figura scura dagli occhi violacei e la pupilla magenta mentre si sentivano avvicinarsi i passi dei due eroi al suo seguito.
I sentimostri apparsero dietro di loro rallentandoli, nonostante ciò fu solo Ladybug a intrattenerli, Mayura si trovò a dover combattere contro quel gatto nero.
-"Maledetto sacco di pulci!" Ringhiò scagliandosi contro di lui compiendo movimenti fluidi e rapidi:
schivò un pugno, si appoggiò di schiena al giovane eroe e gli aprì il ventaglio in faccia... con un leggero sgambetto finì al tappeto e la donna lo guardò dall'alto con superiorità.
-"Les jeux sont faits mon petit chaton: il tuo Miraculous, ora!"
Il sorriso tetro sul suo volto illuminato dai raggi del primo mattino appariva ancora più rilevante: si piegò per strappargli via l'anello ma Chat noir non aveva ancora finitò di combattere.
Mayura sentì un dolore allo stomaco e fu scagliata via dal corpo del giovane eroe... Ladybug l'aveva colpita con lo yo-yo con una forza che non aveva mai sentito. Si mantenne una mano sullo stomaco mentre si rialzava adottando una posa di guardia per quanto potesse ricostruirsene una.
-"Beh uccellino, sembra che quella con le spalle al muro sia tu stavolta."
Sottolineò il ragazzo gatto evocando il cataclisma.
-"Consegnaci il tuo Miraculous Mayura, è finita." Aggiunse Ladybug avvicinandosi a lei.
-"È ancora tutto da vedere." Fece un sorrisetto di lato mentre schioccava le dita.
Incrociò le braccia al petto e dietro di lei apparve un sentimostro dalla forma di un pavone gigante.
La bestia emise un forte rumore che le orecchie degli eroi non potettero sopportare, Mayura  riprodusse un modesto inchino e iniziò a correre di nuovo.
Era vicina ad un vicolo, abbastanza vicino per detrasformarsi di nuovo e arrivare alla mansione senza essere vista.
Una fitta improvvisa nel petto la bloccò:
si era amokizzata il Miraculous in caso di problemi, i due eroi dovevano aver colpito il sentimostro legato a lei e adesso stava sentendo quello stesso dolore ricadere su di sé.
Guardò indietro: Chat Noir era ancora sulle sue tracce e presto l'avrebbe raggiunta.
Al limite delle forze diede un salto con il fiato compresso in gola mentre ansimava per la corsa: allo stremo, come se quel salto mancato dove l'unica ancora di salvezza sarebbe stata la fortuna più sfacciata.

Il salto fu deviato.
In quel momento Hawk Moth si gettò verso di lei in piena caduta, prendendola per i fianchi, facendo sì che atterrassero su un piccolo balcone nascosto appena sotto il tetto.
Mayura si ritrovò distesa sul suo petto, mentre sedevano in quell'angolo buio.
-"Hawk moth..."
-"Mi spieghi cosa ci fai quì?"
-"Una passeggiata in campagna, mi sembra ovvio!" Alzò gli occhi al cielo con fastidio mentre inveiva quelle parole nere come il veleno.
-"Shh, stanno arrivando."
Hawk moth prese Mayura per la spalla e la strinse più fermamente al suo petto in un certo, sicuro gesto di protezione mentre sbirciava da uno spiraglio... i due eroi si stavano allontanando.
Le guance di Mayura finirono di imporporarsi quando notò che, involontariamente, aveva poggiato entrambe le mani al suo petto ed era ancora seduta di fianco a lui con le gambe intrecciate tra loro.
-"Me la cavo anche da sola."
Strinse le braccia al petto sollevando il mento con superbia.
-"Se ti fai catturare non mi sei molto d'aiuto, sai?"
-"Stavo per prendere l'anello di Chat noir maledizione!" Si alzò mantenendosi una mano sullo stomaco, sentiva ancora quei colpi sul sentimostro e su di sé. Ciondolando un poco alzò gli occhi stanchi al cielo e ignorò tutte quelle voci nella sua testa, sentite e risentite, che le ricordavano di giorno in giorno che non sarebbe mai guarita da quella condizione.
Sudando freddo, schioccò le dita e il sentimostro sparì in una nuvola blu scuro: Si sentiva morta ancor prima che potesse dire l'ultima parola lei stessa. Proprio per la stessa ragione, nei giorni a venire era risultata frustrante l'iperprotettività del suo datore di lavoro e la mancata presenza del giovane Agreste: ovviamente, che Adrien stesse crescendo era un dato di fatto e questo le fece comparire un rapido sorriso tra le labbra, ma d'altro canto, il vuoto che si lasciava dietro iniziava già a farsi pesante, soprattutto per lei. 

〖Shallow𝄞〗 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora