31 maggio 2003
"Qui dentro c'è un caldo torrido, Severus. Io vado fuori in veranda, mi fai compagnia?" chiese la ragazza alzandosi dal divano.
Era vero: per essere ad appena la fine di maggio l'aria era fin troppo afosa e stare in salotto non era molto piacevole.
Magari avrebbe preparato una buona limonata, o una spremuta d'arancia, per lei e per Severus da sorseggiare fuori, sulle poltroncine in vimini che aveva comprato l'estate scorsa.
"Non penso che io possa mettere il naso fuori da questa casa" rispose secco l'uomo, non distogliendo l'attenzione da quello che stava leggendo.
"Certo che puoi" Hermione gli rubò dalle mani il libro "anzi, devi farlo!"
"Granger ridammi il mio..." sibilò lentamente Piton alzandosi dalla poltrona.
"Tuo? Ma se appartiene a me" affermò ridacchiando la ragazza. Lesse il titolo a voce alta e l'espressione divenne seria "Sonetti di Shakespeare. Severus..."
"Ridammelo, ho detto!" tuonò egli avvicinandosi a lei.
"Mmh...no, direi proprio di no" lo sfidò la Granger con tono provocatorio e divertito. Portò l'oggetto dietro la schiena; subito, però, si ritrovò a dover arretrare, fino a ritrovarsi con le spalle al muro: Severus la sovrastava.
"Non voglio ripetermi, sai che odio farlo" le sussurrò all'orecchio.
La strega aveva, letteralmente, il viso a pochi centimetri dall'incavo fra il collo e la spalla di Piton. Sentiva l'odore del bucato, che lei stessa lavava, mischiarsi con il bagnoschiuma e il dopobarba. Menta e muschio, con forse un accenno di sandalo. Non era così prepotente il profumo, ma sicuramente era un odore ben definito.
Avvertì la mano del mago accerchiarle delicatamente il polso, sfiorandole il gluteo sinistro. Era sicura che non lo avesse fatto di proposito.
Subito alzò lo sguardo nei suoi occhi: anch'egli aveva notato quel gesto.
I lineamenti del viso erano più duri del solito: il solco delle sopracciglia più profondo, le labbra serrate...lo trovava estremamente interessante. Sensuale, avrebbe osato.
"Hai finito?" mormorò Severus.
"Di?"
Vide il volto dell'uomo ancora più vicino, questa volta erano davvero un soffio l'uno dall'altra. Le labbra pronte a sfiorarsi.
"Fissarmi" sibilò Piton fra i denti con quella sua tipica lentezza.
Quella parola, detta in quel modo, a quella poca distanza, le provocò un brivido di piacere diretto al cervello...e al basso ventre.
Hermione boccheggiò e si sentì lo schiocco della lingua sul palato; l'uomo velocemente si allontanò di qualche centimetro.
"Ti farebbe bene, Severus -umettò le labbra- venire un po' al fresco con me...in veranda" gli disse rivolgendo lo sguardo alla fronte dell'uomo imperlata lievemente di sudore.Dopo essersi svincolata dalla presa del mago, Hermione di diresse in cucina; una bella premuta era l'ideale dopo...quello.
La ragazza si alzò sulla punta dei piedi e prese dal pensile della cucina uno spremiagrumi in acciaio.
Quando si voltò quasi le prese un colpo: il mago torreggiava vicino al bancone.
"Merlino! Vuoi smetterla di arrivare così di soppiatto, Piton?" esclamò furiosa ella.
Per tutta risposta l'uomo ghignò divertito.
"Ora ridi di me...non ti capisco: un attimo fa eri adirato perché ti ho distratto dalla tua lettura ed ora ridi"
Che uomo assurdo era Severus Piton?
Iniziò a tagliare le arance e spremerle, facendolo ruotare sull'utensile.
"Che stai facendo, Granger?"
"Mi sembra ovvio..." sospirò dalla fatica e continuò "La premuta!"
"Togliti, faccio io. Non lo fai bene" affermò lui prendendo un'arancia spolpata fra le mani e indicandola, poi continuò "Vedi? Ne lasci tantissimo"
Di istinto Hermione sorrise: vedere il professore più temuto di Hogwarts in quella semplice quotidianità, faceva uno strano effetto.
"Ora sei tu a ridere di me, insopportabile So-Tutto-Io. Comunque, lo sto facendo solo per queste povere arance martoriate dalle tue mani"Si trovava seduta sulla poltroncina in vimini, con le ginocchia al petto e il capo appoggiato su esse. Il mago accanto a lei, seduto composto sul divanetto.
"Stavo pensando di comprarti una camicia di lino, che dici? Fa troppo caldo ultimamente" gli chiese guardandolo.
"Io non indosso il lino!"
"E perché no?"
"Il lino è fatto per i maghi egocentrici o con tendenze omosessuali" affermò calmo, voltandosi a ricambiare lo sguardo.
Impossibile: gli occhi di Piton continuavano ad essere profondamente neri anche ai raggi del sole.
Hermione sorseggiò la sua premuta: era asprissima, cavolo! Assunse un'espressione disgustata.
"Come fai a berla, Severus! È..." esclamò ella facendo comparire delle zollette di zucchero davanti a sé.
"Aspra" commentò solo.
Per dieci minuti stettero in silenzio: erano soliti non parlare, meglio star zitti se non si aveva nulla da dire.
La strega si prese un momento per osservare la figura dell'uomo e notò quanto fosse incredibilmente rigido.
"Magari dovresti..." tentò di dire la donna. Forse era meglio passare direttamente all'azione, sempre se Piton non l'avesse Schiantata.
Si alzò e si chinò sul mago. Delicatamente gli sbottonò il primo bottone della camicia.
"Perché prendi delle confidenze che non ti sono permesse, Granger?" chiese serio in volto.
Stava per ribattere ma venne interrotta dalla vibrazione del Nokia 3310, appoggiato sulla mensola della cucina, sotto alla finestra e adiacente alla veranda.
Hermione era una strega e poteva sicuramente fare a meno del cellulare, ma Amanda aveva insistito così tanto per avere dei contatti con lei e allora glielo aveva comprato.
Corse a rispondere.
"Pronto? Amanda?" domandò. Ricevette subito risposta dall'altra parte, e poi continuò "Sì, grazie, tutto bene. La cena di stasera...quale cena di stasera?"
Aveva completamente dimenticato che avesse invitato, due giorni prima, Amanda a casa sua! Stupida.
"Ah certo, scherzavo! È tutto pronto. Ciao"
"Hai davvero dimenticato la cena della tua fidanzata, Granger? Sei pessima!" gli disse acido Piton.
"Mi devi aiutare, Severus. Ti prego"Ore 8:15 PM
Quando aveva detto, quattro ore prima, al coinquilino che la cena si sarebbe svolta a casa, quasi quest'ultimo svenne.
A tutti i costi voleva starsene nella sua stanza, senza uscire e senza mangiare con loro, ma Hermione non l'avrebbe mai permesso.
Piton, però, si dimostrò collaborativo (restando sempre sprezzante e altezzoso, ovviamente) nel prepare l'arrosto e le altre pietanze per la sera.
"L'appuntamento non era alle 8:00 PM, Granger?" chiese scocciato mentre aggiustava sul tavolo i bicchieri.
"Amanda è solita fare tardi"
Ricevette un mugugno in risposta.
"Ovviamente, Severus, lei non sa che siamo dei maghi quindi: tu sei Saverio Serpi, hai origini italiane e sei stato amico di mio padre. Ora sei vedovo, tua moglie è morta di tumore, non hai figli ed io, essendoti molto cara, ti ospito a casa mia fin quando troverai una casa. Insegni chimica e biologia al liceo qui vicino. Hai capito tutto?"
"È veramente disgustoso, Granger" replicò egli.
"Lo so. Ecco: sento la moto, è arrivata"Spazio Autrice
Salve a tutt* ragazz*!
Sono veramente soddisfatta di questo capitolo, mi piace tantissimo. Ovviamente nel prossimo vedremo la cena fra i tre...e non solo.
Spero tanto che la storia continui a piacervi; fatemi sempre sapere cosa ne pensate.
Alla prossima, ciao!
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Annullamento -Snamione-
FanfictionPrimi anni 2000: Piton è vivo, Hermione anche. Si creerà qualcosa fra i due, dovete solo leggere cosa. Questa storia nasce senza pretese, nasce per essere una storia semplice e per allenare un po' la mia immaginazione arrugginita. Non ci saranno col...