Capitolo Sei

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24 aprile 2003

Hermione era uscita di buona mattinata per alcune commissioni: doveva comprare tutto il necessario per Piton e fare anche una spesa di cibo; ora che erano in due non bastava quel minimo che aveva in credenza. Anche se Piton sembrava non mangiare tanto, anzi proprio nulla.
La sera prima aveva sentito l'uomo entrare in bagno e l'acqua scorrere: per un attimo immaginò la scena di Piton nella vasca da bagno. Non ci fu niente di malizioso o perverso nel suo pensiero, anzi, rifletteva sulle emozioni che dominavano l'animo del mago. Conoscendo, seppur poco, il suo temperamento sapeva quanto egli stesse maledicendo l'intera situazione.
Lo aveva poi visto uscire dal bagno con i capelli bagnati e senza barba. Non le diede il tempo di parlare che tornò a rintanarsi nella sua camera.
Si destò dalle immagini della sera precedente e fece per mettersi le scarpe quando sentì il suono delle ruote sul legno del parquet.
Alzò lo sguardo e trovò l'uomo sul pianerottolo del secondo piano. La guardava.
"Buongiorno Severus"
"Granger"
"Sto andando a comprare tutto ciò che ti serve"
Egli le rispose con un accenno di sorriso. In realtà non era un vero e proprio sorriso, l'uomo aveva solo sollevato leggermente un angolo della bocca.

Hermione, fortunatamente, era ritornata prima delle 12:00 PM ed era soddisfattissima dello shopping.
Aveva trovato un negozio di abbigliamento da uomo che le sembrava vendesse capi nello stile di Piton. Non che Piton avesse uno stile, vestiva sempre con un completo formato da frock coat e pantaloni, nerissimi entrambi, rinchiusi in un ampio mantello. Quello non poteva propriamente definirsi stile.
La ragazza entrò a casa e si tolse le scarpe come era solita fare, poi restò ferma sull'uscio: tutto taceva. Vivere con Piton era proprio come vivere da soli.
Entrò nel salotto e trovò il mago sulla sedia rotelle vicino alla libreria, leggeva.
"Salve Severus. Vedo che leggi" gli disse ella posando le buste che aveva in mano.
"Veramente acuta, Granger...veramente acuta"
"Cos'è questo incantesimo che fa fluttuare il libro?"
"Un incantesimo non verbale stupido che ho inventato quando ero giovane e avevo sete di sapere, tanto da leggere anche durante i pasti"
Hermione si gli avvicinò ed con le braccia conserte "Lo hai inventato come il Sectumsempra?"
Piton alzò finalmente lo sguardo su di lei e pronunciò mellifluo "Non parlare di ciò che non ti riguarda, Granger. Oggi sono calmo e non voglio adirarmi"
"Non volevo essere irrispettosa, solo che..." si fermò: il suo gatto faceva le fusa alla gamba di Piton.
"Solo cosa?"
"Il mio gatto ti sta facendo le fusa"
Era così strano: Godric non faceva mai le fusa a lei che era la sua padrona, ma le faceva a Piton?
"Beh Granger, ringrazia il cielo che non posso muovere niente se non la testa e l'indice sinistro"
La ragazza corrucciò le sopracciglia: non sapeva del dito.
"Come l'indice sinistro? E da quando?"
"Da poche ore, in realtà" rispose soltanto lui muovendo quella parte della mano.
"Ma è magnifico! In un mese riuscirai ad alzarti, allora!"
Severus alzò solo gli occhi al cielo continuando a leggere.
La strega proprio non capiva come facesse quello a restare così impassibile: non gliene fregava niente della vita?
"Granger mi devi stare di fronte per tutto il tempo? Sei inquietante"
"Voglio farti vedere cosa ho comprato"
Seguì una carrellata di indumenti di ogni tipo: dalle camicie alle scarpe, dai pantaloni ai pigiami per la notte, dalla biancheria intima ai maglioni. Aveva decisamente esagerato come sempre.
"Quanto cavolo hai speso per questa roba, Granger?"
"È importante?" gli chiese guardandolo negli occhi.
"Vorrei ridarti i soldi, ma dovrei raggiungere la Gringott ed ora..."
"No! Non devi minimamente preoccuparti di questo"

Hermione preparò il pranzo ed iniziarono a mangiare in silenzio.
La donna si soffermò sulla figura di Piton che veniva imboccato dalle posate stregate.
Il corpo era immobile sulla sedia: il busto dritto, le spalle large composte, le braccia ferme sui braccioli e il volto privo di qualsivoglia espressione.
Era sempre stato così rigido?
"Granger devo aspettare ancora molto tempo prima che tu smetta di fissarmi?" le chiese fulminandola.
"Se ti ponessi una domanda, mi risponderesti?"
"Dipende da che tipo di domanda"
"Avresti preferito morire?" gli domandò la donna con una tale freddezza che colpì se stessa.
Ci fu un momento di silenzio e poi lentamente Severus iniziò a parlare "Granger, Potter mi ha detto che ha spifferato la storia della mia vita in giro; ne deduco che tu sappia come siano andate le cose, giusto?" aspettò che la ragazza annuisse e continuò "Io, cinque anni fa, ho portato a termine la mia missione e aspettavo solo di morire dopo.
Su questo mondo non ho più niente altro da fare: sono inutile, ancor di più ora. La mia vita è finita molto tempo prima del coma, restavo in vita solo per essere la marionetta nelle mani di Silente e del Signore Oscuro"
"Quindi..."
"Nessun quindi, Granger. Non mi serve a niente vivere ora"
Hermione sentì distintamente un brivido gelido lungo la schiena: quell'uomo era agghiacciante.
"Spero di aver colmato il tuo dubbio ed ora, col tuo permesso, andrei a letto. Sono stufo di continuare ad essere una bestia da circo" le disse schietto allontanandosi dalla tavola.
La ragazza si levò in piedi ed esclamò "Non ho mai pensato questo di te, Severus"
Piton ghignando la raggiunse, poi sussurrò "Brava la nostra grifondoro, sempre a distinguersi dalla massa. Peccato per te che io sappia quanto tu mi odiassi durante tutti gli anni ad Hogwarts e so per certo che i tuoi pensieri, e ovviamente quelli dei tuoi amichetti, sul mio conto fossero ben più cattivi del definirmi "bestia da circo"".
"Eravamo solo dei ragazzini, Piton".
"Anche quel maiale di Potter Senior -sputò l'ultimo cognome con cattiveria- e la sua combriccola di patetici amici erano solo dei ragazzini"
"Non puoi paragonare..."
"Sta' zitta, Granger! Io posso permettermi di dire certe cose.
Pensi che, aver combattuto una guerra, lanciando due stupidi incantesimi, ti renda speciale? Solo perché conosci alcune informazioni su di me, ti senti in dovere di poter parlare di tali cose?"
"Non volevo dire questo, Piton"
"Non sai nulla di me, stupida ragazzina. Tieni per te le tue sciocche considerazioni" sibilò.
Piton continuava a lanciare saette con gli occhi e prima di allontanarsi le disse "Nessuno ti ha chiesto di salvarmi"

Spazio Autrice
Salve a tutt* ragazz*!
Ecco con un nuovo capitolo. La prima parte è molto frivola, me ne rendo conto, ma questo capitolo serviva alla trama: sappiamo cosa pensa Piton, almeno.
So di aver fatto dire al nostro amato parole forti, ma dovevo. E spero di non aver esagerato.
Nel prossimo capitolo, come del resto per un bel po', continueremo a seguire i nostri a casa.
Alla prossima, ciao!

Annullamento -Snamione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora