8 giugno 2003
Una settimana era passata da quando si erano aperti al sentimento che cresceva in loro; fu una settimana ricca di discorsi, di occhiate, di carezze...ore ed ore di fiumi di parole che univano le loro due anime e facevano conoscere, poco a poco, all'uno lo spirito dell'altra e viceversa.
A volte si trovavano in salotto, altre in cucina e addirittura in bagno, mentre l'uomo si radeva.
Le conversazioni non trattavano mai argomenti fissi: la Guerra, Hogwarts, il senso dell'essere, la vita, la morte, l'amore, il Mondo Non-Magico...tutto.
A Severus sembrava di parlare con l'esatto se stesso: la ragazza rispondeva con affermazioni che Severus avrebbe dato, seguiva lo stesso flusso di ragionamento di Piton; la Granger, quindi, si scoprì estremamente intelligente e incredibilmente acculturata per la sua età.
Doveva ammetterlo: la compagnia della coinquilina era molto più che piacevole, lo rilassava oltremodo.
Il mago si ritrovò più spesso a guardarla, a rivolgerle non sempre casti pensieri e più spesso a sorriderle, arrivando, una volta, addirittura a ridere.
"Cos'è che più ti manca?" gli chiese improvvisamente Hermione, seduta sul divano con una vaschetta di gelato al cioccolato fra le gambe incrociate e un cucchiaio in mano.
"La mia bacchetta, probabilmente" rispose subito.
Era vero: aveva sempre adorato la proprio bacchetta nera e dalle rifiniture eleganti.
"Ne abbiamo già parlato, Severus: non posso dartela fin quando le autorità non mi daranno il permesso"
"Lo so. Infatti non ti sto incolpando di questo" le disse calmo guardandola portarsi alle labbra il cucchiaio colmo.
Una goccia di gelato sciolto si liberò dalle labbra della donna e Piton la trovo adorabile; la t-shirt rosa pastello e quei pantaloncini in cotone che le arrivavano ormai a metà coscia.
"Mi guardi come se ne volessi un po'" affermò la strega guardandolo e poi indicando il gelato.
"No, grazie. Piuttosto...mostramela" sussurrò egli.
Adorava stuzzicarla con quei doppi sensi e vederla arrossire, proprio come in quel momento.
"Cosa?" domandò la giovane con un leggero rossore che le colorava le gote.
"La bacchetta"
Vide Hermione, ancora con l'angolo della bocca sporco di cioccolato, alzarsi e poi raggiungere il piano superiore e nuovamente raggiungerlo dopo qualche minuto con in mano una sottile e luna scatola rettangolare.
"Eccola, ma non puoi toccarla. Se solo tu la facessi ti manderebbero ad Azkaban; loro sanno quando la bacchetta entra in contatto con il mago" pronunciò lievemente ella aprendo delicatamente la confezione.
Dopo anni, Severus rivide l'oggetto magico, lo stesso che aveva ucciso Silente.
"L'ho presa quando eri ancora sul pavimento della Stamberga Strillante e poi l'ho consegnata al Ministero"
Piton volse uno sguardo al legno scuro di betulla; la ritrovò ancora più bella.
"È molto particolare" indicò Hermione.
"Sì, lo è"
"Come il proprietario"
L'uomo alzò lo sguardo sul volto della ragazza: magnifica.
Le sorrise debolmente e poi col capo le fece segno di mettere via la bacchetta.
"La metto qui, sulla cornice del caminetto; ogni volta che vorrai potrai riguardartela"
"L'ultimo mio incantesimo è stato..."
"Incanto Patronus" finì lei, poi lo guardò e si avvicinò "Al Ministero hanno controllato i tuoi ultimi dieci incantesimi ed io mi sono sempre chiesta perché tu avessi dovuto evocare un Patronus"
"Sapevo di star andando a morire; sapevo che quello era il mio ultimo incontro con Voldemort e volevo vedere per l'ultima volta la cerva di Lily"
Si sentiva maledettamente a disagio a parlare di Lily con Hermione; non voleva che i due sentimenti entrassero in contatto.
La più giovane lo raggiunse sulla poltrona, posizionandosi a cavalcioni su di lui; forse non fu proprio un'ottima idea, considerando il caldo torrido di quel giorno.
"Pensi sia cambiato? Il tuo Patronus, intendo" gli chiese ella mettendogli una mano sul braccio e l'altra sul petto.
"In altre parole mi stai chiedendo se il mio sentimento per te sia tale da sostituire Lily?"
La strega lo guardò negli occhi e non rispose.
"Più di trent'anni di amore non si possono dimenticare in neanche tre mesi" le sussurrò, portando una mano ad accarezzarle la coscia.
La giovane continuò a guardarlo senza battere ciglio: un'altra donna si sarebbe sicuramente offesa per quella verità. Era così matura e comprensiva.
"La domanda che devi pormi, Hermione, è un'altra: riuscirò mai a dimenticare Lily e, nel caso, far spazio a te nel mio cuore?"
"Potresti, Severus?"
"Hai tutte le carte in regola per diventare una persona importante per me, e si, penso di riuscirci"
Gli occhi ambra si accesero di una luce nuova, amore. Nessuno mai gli aveva riservato quello sguardo carico di gioia...ancora un svolta quel particolare calore si propagò nel proprio petto.
Avvertì le braccia morbide abbracciarlo all'altezza delle spalle e in un attimo si ritrovò il viso nei capelli profumati della giovane.
Allungo, titubante, una mano e gliela posò sulla schiena.
Per, forse, due minuti stettero in quella posizione, poi la Granger si scostò piano dal suo collo, per guardarlo in faccia.
"Hai un po' di..." disse egli allungando una mano vicino alla bocca di lei.
"No" sussurrò la ragazza "Con la bocca"
Di quel passo Piton sarebbe impazzito, però.
Piano le si avvicinò lì dove c'era la cioccolata e, delicatamente, con la lingua la ripulì, guardandola negli occhi.
"Voglio baciarti" mormorò sottovoce il mago.
"Dovresti chiedermelo?"
No, non erano in condizione di chiedersi baci, quindi in un secondo le labbra si unirono.
Si assaporarono avidamente, con passione, mescolando la saliva, i sapori e loro stessi.
Dopo poco sentì il bacino dell'altra oscillare prepotente sul proprio e non poté fare a meno di stringerle possessivo un fianco, accompagnando i suoi movimenti. L'istinto stava ormai prendendo il sopravvento: Severus spingeva piano il bacino ed Hermione lo assecondava.
Vide le dita sottili della donna sbottonargli la camicia; trattenne a stento un sospiro. Era troppo che non...
Ormai la mano di lei aveva raggiunto la cintura dei pantaloni, che la slacciò facilmente.
"Hermione..." sibilò chiudendo gli occhi.
Delicatamente la ragazza gli abbassò la zip e sbottonò il bottone: i pantaloni dell'uomo erano già a metà coscia.
"Ti prego..." continuò egli con una mano sulla natica destra della Grifondoro, stringendola.
Ormai le sottili dita stringevano il proprio sesso al di sopra dei boxer neri.
Un mugugno strozzato uscì dalla gola di Piton: quello non doveva accadere, non così presto almeno e non in quel modo.
Prese delicatamente il polso di Hermione e la guardò intensamente, poi disse "Non così, ti prego...sii sicura dei tuoi sentimenti, poi potremmo fare tutto ciò che vogliamo. Non voglio che siano solo delle effusioni, capiscimi"
Ancora una volta la Granger si dimostrò più matura della sua età: gli sorride debolmente e annuì.Spazio Autrice
Salve a tutt* ragazz*!
Non uccidetemi, per favore. Lo so che volevate qualcosa in più, ma devo rendere quantomeno realistica questa storia, o no? Eddai.
So di essere disgustosamente sentimentale e di rendere Piton un cavaliere dell'800, ma vedo che piace anche a voi...quindi...
Alla prossima, ciao!
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Annullamento -Snamione-
FanficPrimi anni 2000: Piton è vivo, Hermione anche. Si creerà qualcosa fra i due, dovete solo leggere cosa. Questa storia nasce senza pretese, nasce per essere una storia semplice e per allenare un po' la mia immaginazione arrugginita. Non ci saranno col...