Capitolo Ventiquattro

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2 giugno 2003

Erano le 11:00 AM e fra circa mezz'ora avrebbe dovuto trovarsi al tavolino del bar insieme ad Amanda. Era il giorno: doveva dirle che quel rapporto terminava lì, dicendole che, semplicemente, erano troppo diverse. La classica frase per mollare qualcuno.
Beh alla fine, non è che avessero avuto una relazione così intima; certo, erano andate a letto insieme qualche volta, ma nulla di così grandioso che non potesse essere sostituito.
Hermione si stava truccando leggermente gli occhi con un ombretto pescato molto pallido; adorava essere naturale, senza eccedere. Eleganza prima di tutto. Aveva passato la propria adolescenza ad essere sciatta e minimal, ma ormai era una donna e aveva deciso di cacciare fuori la femminilità.
Era già vestita a tutto punto: una semplice camicia bianca all'interno di una gonna nera, stretta ed ad alta vita. Passò ad indossare la fine collana in oro e i piccoli orecchini.
Si specchiò: decisamente adorava essere una donna.
"Devi uscire?" le chiese Severus, vicino alla porta del bagno, mentre tamponava i capelli bagnati con un asciugamano.
"Mi sembra ovvio, altrimenti perché ti avrei chiesto di lasciare quanto prima il bagno?"
"Devi andare da lei?" domandò raggiungendola, finendo di abbottonare la camicia che indossava.
"Sei stato chiaro ieri, Severus" gli disse semplicemente, guardandolo negli occhi.
"Sei sicura di farlo?"
"Pensi che se io non fossi stata sicura l'avrei fatto? Tu mi interessi davvero e non vedo l'ora di conoscerti meglio. Chissà, magari sarà un buco nell'acqua perché, sapendo di più sul tuo conto potrei non essere minimamente attratta da te, o magari mi innamorerò" gli rispose con calma, mentre passava sulle labbra il lipgloss.
"Io sono solo questo e non penso che..." iniziò l'uomo, che venne prontamente bloccato da una mano della ragazza.
"Per quanto io voglia approfondire questo discorso, potremmo rimandarlo a dopo? Ora devo scappare, sono già in ritardo" pronunciò ella spruzzando il profumo sul collo e poi avvicinandosi al mago; continuò poggiandogli una mano sul petto "Metti una di quelle polo che ti ho comprato, voglio vedere come stai".
Piton sospirò sonoramente.
"Vorrei tanto baciarti, Severus" gli sussurrò.
"Vai, Granger"
Hermione gli sorrise e gli accarezzò delicatamente una guancia, dopodiché lo sorpassò e scese le scale. Sull'ingresso indossò dei bassi tacchi in vernice nera e prese la borsa.

"Mi stai lasciando, Hermione?" domandò alterata Amanda.
Se la ritrovava davanti, all'esterno di un delizioso caffè.
"Se magari tu potessi toglierti gli occhiali" le disse calma, per poi sorseggiare il frappé alla frutta che aveva ordinato.
Vide la ragazza togliere gli occhiali con un gesto stizzito.
"È per lui, non è così?"
"Lui chi? Di chi parli, Amanda?"
"Del tipo a casa tua. Mio Dio, Hermione, devi avere qualcosa che non va per farti piacere quell'uomo...è raccapricciante! Sembra appena uscito da Dracula!"
"Anche se fosse? Quale sarebbe il problema?" chiese tranquilla, aprendo la pochette per cercare i soldi.
"Stai davvero paragonando quel...morto a me? Cazzo, è disgustoso. E poi quanti anni avete di differenza? Trenta?" urlò gesticolando rozzamente.
"Sarà anche un morto, cara, ma sono sicura che la sua lingua funzioni meglio della tua...non ci vuole chissà quanto. Ti ringrazio per avermi fatto compagnia in questi mesi, ma ormai..."
"Vaffanculo!" le gridò alzandosi dalla sedia e prendendo agguantando gli occhiali e il cappello dal tavolino.
Infantile, stupida e bigotta. Hermione pensò a quanto fosse caduta in basso, precedentemente, unendosi a quella ragazza.
Dalle stalle alle stelle.

Entrò in casa, più leggera di prima: si era finalmente liberata di quella situazione.
Si levò le scarpe all'ingresso e poi si diresse al salotto, qui poggiò la borsa sul divano.
"Severus, sono tornata" disse allenando la collana e togliendo gli orecchini.
"Ti ho sentito" le rispose l'uomo, spuntando dalla cucina.
Hermione si ritrovò a sorridere: Piton aveva davvero indossato la polo bianca a mezze maniche.
"Cosa stai facendo?" gli domandò avvicinandosi.
"Cucinando"
"Come?"
"È l'1:30 PM e non tornavi, non volevo stare a digiuno"
"Non ti avrei mai lasciato senza pranzo" affermò ella entrando in cucina.
Due pentole erano sistemate sul piano cottura: una grande ed una più piccola.
"Cosa propone oggi il Potion Master?" chiese divertita, avvicinandosi.
"No no no, Granger, non avvicinarti. Sto cucinando io, apparecchia la tavola"
La ragazza si sentì prendere per i fianchi e poi lasciata subito dopo, guardando il mago raggiungere le pentole.

Piton sedeva a capotavola e lei, invece, alla sua destra; avanti a loro due piatti di spaghetti con il pomodoro.
"Sono un po' scotti" affermò la ragazza.
Era vero: gli spaghetti avrebbero dovuto stare altri minuti nell'acqua bollente e la passata era leggermente insipida.
"Granger! Non è vero; mangia e stai zitta" controbatté egli.
Passarono alcuni minuti in silenzio e la Granger si chiese quando l'uomo le avrebbe chiesto di Amanda; ma era così lento Severus.
"Non mi chiedi..."
"Non ho bisogno di chiederlo; già so che lo hai fatto, lo so dalla tua calma" le rispose tranquillo, versandosi dell'acqua nel bicchiere.
Davvero era un libro aperto? Sì, lo aveva capito lei stessa e odiava tremendamente questa cosa.
"Beh, non sei felice?"
L'uomo respinse piano il piatto di pasta, terminato a metà, e incrociò le mani portando le braccia sul tavolo. Le rivolse uno sguardo intenso.
"Vuoi digerire prima la pasta scotta oppure sentire quello che avevo iniziato stamattina?" le domandò.

Si era cambiata i vestiti; non le sembrava comodo starsene in casa con una gonna che le fasciava le cosce in quel modo. Semplicemente aveva indossato un leggings e una maxi maglietta a maniche corte, non si era mai mostrata, in un mese e più di convivenza, così casual a Piton.
Ora sedeva a gambe incrociate sul divano, guardando dal basso, considerando che il mago stesse in piedi vicino al caminetto di fronte.
"Come già ti ho anticipato questa mattina, Hermione, io sono nulla se non questo che ti mostro" mormorò egli.
L'aveva, ancora una volta, chiamata per nome. Ancora quel suono melodioso.
"Sai bene cosa io abbia fatto nella mia vita e sicuramente saprai che le mie mani non si sono limitate a comporre pozioni; ho ucciso, torturato, ferito e...e altre cose orribili. Sono stato capace di tali cose in passato e non vedo come io non possa esserne altrettanto capace anche in futuro"
"Lo hai fatto perché eri costretto a farlo, Severus. Non darti colpe che non..."
"No, nessuno mi ha imposto di essere un Mangiamorte"
La Granger non poteva ribattere: era vero.
"Tutti commettiamo degli sbagli...comunque, non volevo parlare di ciò, oggi"
"Io sì. Devi sapere a quale uomo concedi le tue attenzioni" le disse neutro, passando a sedersi sulla poltrona e accavallando le gambe in quel modo così...
"So chi sei e chi sei stato. Se ti dicessi che sia proprio questo ad incuriosirmi? Questo mistero che aleggia intorno a te, questo carico che ti porti dietro e che ti rende così intrigante. La sapienza che hai di una vita che io non ho mai avuto, l'intelligenza che desidero per chi mi starà accanto e sono sicura che tu possieda anche una cultura vastissima, che bramo di avere io stessa. Mi fanno impazzire i tuoi modi eleganti e, permettimi di dirlo, sensuali" pronunciò la ragazza, tutto d'un fiato...vergognandosi tremendamente dell'ultimo parola.
Piton ghignò guardandola ardentemente.
"Ora dimmi cosa ti ha colpito di me, tanto da suscitare il tuo interesse"
Il mago continuò a guardarla, accennando un sorriso lieve e ironico, poi parlò "Reincarni perfettamente uno spirito che ho sempre voluto avere: sei così viva e vibrante; delle volte posso quasi palpare e sentire mia la tua aurea allegra; i tuoi occhi continuamente sono illuminati dalla grinta e dalla sicurezza, qualità che non ho mai avuto né da ragazzo né da adulto.
La tenacia, che ti rende così non manipolabile, che non ti smuove dai tuoi pensieri.
Mi ricordi tanto Lily...no, non fare quella faccia, non ti sto comparando a lei...tu sei molto più limpida e, oserei dire, sensibile.
Mi hai accolto e trattato con una dolcezza che Lily non mi ha mai riservato"
La ragazza rimase colpita da quelle parole: non pensava che Piton potesse essere capace di esternare così i suoi pensieri e le sue emozioni.
"Voglio provarci con te, Severus" gli disse spontanea, sorridendo.
L'uomo si sporse leggermente e le spostò i capelli dal viso.

Spazio Autrice
Salve a tutt* ragazz*!
Inizio subito ad esprimervi la mia paura riguardo questo capitolo: spero di non aver reso Severus troppo sentimentale rendendolo OOC, vi prego ditemi cosa ne pensate. Insomma, voi ce lo vedete Piton a parlare col cuore in mano?
Spero che vi sia piaciuto comunque! (Spero più di questo sia piaciuto a me)
Alla prossima, ciao!

Annullamento -Snamione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora