Speciale Natalizio - Capitolo Tre

1.9K 76 7
                                    

11 dicembre 2003

Dopo aver dato un secondo round, questa volta appoggiati alla parete, si ricomposero: Hermione convinse Severus ad abbellire la casa e comprare i regali.
La ragazza scese allegra le scale, impaziente di vedere il compagno alle prese con palline e abete sintetico.
"Severus sbrigati e adempi al tuo dovere di ottimo fidanzato convivente!"
Già rise all'idea: un uomo vestito completamente di nero che posizionava gli addobbi in modo da formare una forma geometrica, esilarante.
"Ripetimi perché lo sto facendo, Granger" sentì lei mentre si infilava a carponi nel sottoscala cercando di recuperare l'albero inscatolato.
"Perché vuoi avere una giornata da vero sociopatico quale sei e perché vuoi continuare ad avere il mio bel culetto" gli rispose gridando; sentì uno schiaffo assestato bene sulla natica sinistra.
"Soprattutto la seconda cosa"
La donna uscì dal sottoscala con in mano un sacchetto.
"Che pervertito" gli disse, assumendo un'espressione fintamente sorpresa.
"Che hai lì dentro?"
"Albero e decorazioni varie"
Severus alzò scettico un sopracciglio.
"Non guardami così, sono pur sempre una strega!" disse cacciando tante minuscole scatole e posizionandole a terra; prese la bacchetta e pronunciò "Engorgio" e di colpo ogni scatola raggiunse la dimensione originale.
"Astuta"
Ella gli fece un sorriso seguito da un occhiolino e poi parlò "Allora, l'albero va lì, -indicò uno spazio liberò fra la libreria del salotto e la parete che divideva il living dalla cucina- le altre decorazioni sono un po' sparse tutte per casa; mi ascolti, Severus?"
L'altro la guardò come se fosse del tutto estraneo a quelle tradizioni; le sorse un dubbio: Piton, in effetti, festeggiò il Natale?
"Non dirmi che non hai mai..." cercò di chiedergli.
Egli la guardò e non rispose, mentre si aggiustava nervoso la fibbia della cintura.
"No, Severus?" chiese curiosa, cercando di non inciampare fra le scatole per raggiungerlo.
"Non so come spiegartelo senza tirare in ballo il mio passato e senza intristirti in questa giornata che per te sembra così felice"
Gli prese la mano e con un solo braccio lo strinse forte a sè, appoggiando la testa sul suo petto.
"Nella mia famiglia, o quello che era, il Natale non esisteva...dagli undici anni in poi restai ad Hogwarts sempre, gli anni successivi a quelli scolastici non voglio raccontarteli"
"Non hai mai sentito nel cuore quella gioia profonda e calda del Natale? Di un regalo o, non so, di auguri sussurrati in un abbraccio? Mai Severus?"
"Non voglio che tu scoppi a piangere, quindi, di grazia, lasciami subito" le disse e poi delicatamente allontanò il braccio che gli cingeva il collo.
La strega restò di sasso: il solito brontolone infattetivo.
"Questo cosa dovrebbe essere?" le chiese indicando un quattro piedi in alluminio verde.
"Semplicemente la basa dell'albero; grazie a questo -prese l'oggetto e un ramo dalla scatola- posso inserire uno di questi e aprire i vari rami, così via. Fai Levitare la scatola con i rami dove ti ho detto voglio posizionare l'albero, per favore? Io prendo le varie decorazioni"
Si sedette sul pavimento e iniziò ad aprire con dedizione ogni ramo: suo padre glielo aveva insegnato quand'era piccola, ogni anno lo facevano insieme. Quella semplice tradizione le ricordava così tanto sua padre e l'allegria che lo distingueva. Sicuramente in quel momento stava festeggiando il Natale con la mamma su una qualche spiaggia dell'Australia.
Alzò lo sguardo: Piton la osservò in ogni movimento, appoggiato alla libreria.
"Pensi di potermi aiutare oppure è troppo per te che sei un principe?"
"Stavo solo imparando guardandoti"
"Beh, io penso che potresti imparare molto di più se ti sedessi accanto a me"
"Sul pavimento?"
"Severus...ti sei sdraiato con me sull'erba per due mesi, in estate, ed ora non vuoi sederti sul pavimento del nostro salotto? Insieme eseguiamo incantesimi di pulizia quotidianamente in casa, sicuramente il parquet non è covo di microbi ed insetti come l'erba"
"Pensi che io sia un moccioso?"
"Su su siediti e dopo avrai una sorpresa" gli disse con un sorriso stuzzicandolo.
Lo vide alzare le maniche del dolcevita e tirarsi i pantaloni sulle cosce, po si si inginocchiò accanto a lei.
"Finito di fare il lord?"
"Granger ti ignoro" le rispose piatto analizzando da vicino i finti aghi di plastica; lo immaginò mentre cercava di calibrare i gradi di ogni apertura dei rami.
"Inizia ad aprire con le tue possenti braccia" lo prese in giro mentre gli allungava la scatola. In effetti quelle braccia mascoline gli sembrarono sempre possenti, soprattutto ora, lasciate scoperte dal maglione e con in rilievo le vene.
"È da quest'altezza che mi guardavate durante il primo anno ad Hogwarts?"
La Granger si voltò a guardarlo con entrambe le sopracciglia alzate "Sei uno sbruffone".
"Questa faceva ridere, ma evidentemente tu, Granger, non capisci la buona ironia"
"Questa non è ironia, ma megalomania, manie di potenza e/o protagonismo e autocompiacimento di se stessi"
"Sei innamorata anche di questo, quindi non ho di cui preoccuparmi"
Si occuparono dell'albero per almeno altri quaranta minuti, con allegati mormorii, borbottii e lamentele da parte di Piton e vari: "Perché è così grande?" oppure "Perché non ne hai comprato uno più piccolo?" e ancora "Questi aghi verdi di plastica mi stanno finendo nel maglione, Hermione!". Stettero in compagnia del loro gatto, Godric, che li osservò per tutto il tempo seduto sul davanzale della grande finestra in soggiorno.
"Farò levitare l'ultimo ramo in cima e abbiamo finito" gli annunciò felicissima ed infatti ecco che per magia anche quella parte fu completamente "Ora ci tocca addobbarlo, non sei felice?" continuò.
"Sono stremato" le disse andando verso l'armadietto degli alcolici.
"Guai se bevi del Whisky Incendario, Piton"
"Perché no?"
"Non è tradizione bere alcolici durante l'addobbo dell'albero!"
Udì un rumoroso sbuffo da parte dell'uomo, mentre controllò se ci fossero tutte le palline, quando sentì il tintinnio del vetro, lo vide versarsi un generoso bicchiere di Whisky.
"Severus, ti avevo detto di no!"
"Ed io ti ho fatto capire quanto non mi interessasse" sussurrò con disinvoltura prima di sorseggiare.
Si sporse come una furia per prendergli dalle mani il bicchiere.
"Se solo una goccia mi cade addosso, Granger, ti giuro che addobberai da sola" le sibilò sulle labbra portando dietro la schiena l'oggetto.
"Io ti odio"
La baciò improvvisamente sulle labbra, dopo meno di due secondi continuò a sorseggiare il liquido ambrato.
La Granger scosse la testa e gli tirò un leggero schiaffo sul braccio libero, poi si diresse verso le decorazioni. Iniziò ad assemblare da sola, sotto lo sguardo lascivo dell'uomo accomodato, con le gambe accavallate, sulla poltrona e con in mano quel maledetto bicchiere.
"Sei bellissima"
"Era meglio se quel whisky te lo versavo addosso, comunque non mi aiuti"
Bevve il restante liquido in un sol sorso, sempre con la solita eleganza, e poi si alzò andandole in contro e prendendole tra le mani due cavallini dorati con all'estremità del tessuto rosso per appenderli.
Furono impegnati relativamente poco per appendere le luci, gli addobbi e due ghirlande di orpelli dorate, descritte da Severus come "Vomitevoli".
"Il puntale" enunciò ella prendendo tra le mani una stella di vetro dorato "Prendimi in braccio e lo metto".
"Come? Non puoi fare come prima e farlo levitare?"
"E dai su, non fare storie. Quando non vuoi aspettare per il sesso mi prendi in braccio e mi trasporti in camera da letto, salendo anche le scale, quindi su!"
"Oh Salazar, che tu sia dannata" mormorò piano allungando le braccia. Hermione si fece alzare e subito mise la stella, si accertò che non potesse cadere dall'albero e poi diede un colpetto alla spalla del fidanzato per farsi mettere giù.
Appena scese si allontanò per avere una buona visuale complessiva: ebellissimo, come ogni anno. Semplice e tradizionale, molto inglese con quella pallina raffigurante Lady Diana, appartenuta a sua madre e comprata probabilmente negli anni clou del matrimonio reale.
"Non trovi sia assolutamente magnifico?"
"Mi è piaciuto farlo, almeno la seconda parte"
"Severus fatti scattare una foto ora, prendi Godric in braccio mentre recupero la fotocamera"
"Non ho capito bene: devo scattarti una foto?"
Raggiunse il mobile all'ingresso e aprì un cassetto: la sua Nikon D100 comprata un anno prima, la sua prima fotocamera babbana, in realtà la sua prima fotocamera personale in assoluto.
"No, io scatto una foto a te"
"Ma non ha senso e, soprattutto, non voglio farlo"
"Non lamentarti per ogni cosa; su, in posa!" lo incitò tenendo in mano la fotocamera.
"Stai scherzando, io non farò mai questa cosa, mi dissocio" tuonò.
Hermione sospirò pesantemente: mai una cosa normale, mai. Theodoros non battè cigliò, tre anni primi, e invece Severus ne fece una tragedia.
"Stai rovinando la mia giornata felice"
"Tu metti a dura prova la mia pazienza" la rimproverò puntandole il dito contro.
"È una foto Babbana che vedrò solo io ed il fotografo che la stamperà, un tipo totalmente indifferente alla nostra vita privata. Prendi il gatto in braccio e poi ne scattiamo una tutti e tre insieme; prima ti sbrighi, prima pranziamo e finiamo di decorare casa"
"Il fotografo? Tu sei folle, folle ti dico. Dimmi una sola ragione per farlo" le disse egli mentre teneva la radice del naso tra il pollice e l'indice.
"Voglio avere un ricordo di noi, di te...ti prego, Severus"
La guardò con occhi e braccia spalancate, poi i pugni si strinsero e una mano raggiunse il fianco, sussurrando un continuo "Oh Salazar".
"Non voglio farti una foto così, magari un po' più..."
"Lo so, ragazzina! Stavo solo raccogliendo la pazienza per non esplodere"
Hermione alzò gli occhi al cielo: uomo impossibile, Severus Piton, impossibile.
"Godric, gatto dove sei? Dobbiamo far contenta quella folle dalla tua padrona!"
L'animale sul davanzale con un balzo raggiunse il pavimento e si sedette accanto alle gambe dell'uomo e quest'ultimo lo prese fra le braccia, borbottando un "Cosa sono costretto a fare".
"In posa!"
Rigidamente Severus alzò il mento e si aggiustò i capelli sulle spalle. Hermione gli fece segno di sorridere e ovviamente il mago sbuffò prima di accennare un leggero ghigno.
"Non sorridere da professore cattivo"
"Incontentabile e indisponente" le disse con una nota di insofferenza nella voce.
"Siamo da venti minuti qui, accenna un sorriso e non un ghigno, confido nelle tue minime abilità umane"
Finalmente si allargò sul volto di Piton quello che sembrava una discreta smorfia di felicità. Hermione in un istante scattò senza flash, sia mai che Piton dovesse lamentarsi anche di quello.
"Ora imposto l'autoscatto di dieci secondi" enunciò lei facendo levitare la fotocamera e corse dal fidanzato "Baciamoci".
"Non ci penso proprio a mostrare ad un estraneo un nostro bacio"
Non volle controbattere: restavano forse quattro secondi e allora disse, con già un sorriso smagliante "Almeno la mano sul fianco!"; per fortuna Severus fece come gli veniva chiesto, per una volta.

Dopo pranzo, continuarono a decorare casa: una tovaglia rossa con vari fiocchi di neve per il tavolo in cucina, un centrotavola con varie candele e pigne, delle ghirlande intorno all'arco del salotto e poi ancora candele nel bagno inferiore e superiore, soprammobili oscenamente orrendi, ma così divertenti, in camera da letto, sul caminetto, sulla cassettiera all'ingresso e colpo finale: la corona di agrifoglio alla porta.
"Ora basta" sussurrò stremato Severus accasciandosi sulla poltrona e mettendosi una mano sulla guancia.
"E i regali?"
"Cosa?"
"Mi avevi promesso che saresti venuto con me per i regali"
"Per oggi ho ben che svolto il mio ruolo; vado a prepararmi una tisana e se vuoi ne preparo un po' anche a te, accendiamo il camino e passiamo il pomeriggio a leggere insieme, più di questo no"
"E i regali?"
"Ancora con i regali? Granger, Merlino, è 11 dicembre datti una calmata" esclamò alzandosi.
"Domani mi accompagni però"
"Domani è un altro giorno e vedremo quali delle mie personalità si sveglierà per affrontare le ventiquattro ore. Alla cannella la tisana?"

Annullamento -Snamione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora