11 dicembre 2003
Hermione sedeva sulla sedia in cucina, da sola, con la gamba piegata e il mento poggiato sul ginocchio, le due mani impegnate: nella destra il solito caffè lungo decaffeinato, la sinistra intenta a pizzicare il labbro inferiore. Gli occhi ora volgevano verso il pavimento, ora alla finestra che affacciava non sulla strada, ma su una distesa verde.
Era appena sorto il sole, la timida luce invernale scorgeva dai grossi nuvoloni tipici inglesi.
La ragazza controllò l'orologio da parete: appena le 7:05 AM, per l'appunto.
Quel giorno aveva la giornata libera, quindi avrebbe addobbato casa per il Natale e avrebbe risposto alla lettera di Molly Weasley.
"Hai notato che il gatto è rimasto a dormire in camera nostra? Lo sta facendo spesso" enunciò calma e roca una voce maschile: Severus.
La strega si voltò di scatto, vivevano da quasi otto mesi insieme (compresa convalescenza del mago) e quello lì continuava ad arrivare di soppiatto. Vestito già con il solito pantalone classico nero e il dolcevita dell'identico colore, il Potion Master la guardava beffardo dall'alto, avvicinandosi.
"Buongiorno anche a te, Severus"
"Granger" sussurrò a mo di saluto, prima di chinarsi e baciarla sulla labbra. Hermione all'istante appoggiò sul davanzale la tazza di caffè, per stringere il compagno con entrambe le braccia.
"Sento che è successo qualcosa, non è così?" le mormorò egli, allontanandosi poco dalla sua bocca.
La donna lo guardò attentamente negli occhi: l'affinità e la chimica far loro era cresciuta a dismisura e con un solo sguardo riuscivano ad intendersi.
"È una cosa seria, Hermione?"
Piton piano le mise una mano sulla base del collo, disegnando figure concentriche sulla pelle della fidanzata.
"No, non preoccuparti" gli rispose sorridendogli.
"Preparo la colazione ad entrambi, intanto raccontami"
Severus si alzò le maniche del maglione e subito si mise all'opera, dandole le spalle.
"Molly Weasley mi ha inviato una lettera e..."
"E fin qui nulla di nuovo, considerando che ogni venerdì te ne invia una e almeno due lunedì al mese ci fa visita" mormorò seccato l'uomo aprendo il frigorifero.
"Comunque dicevo, mi ha chiesto se..."
"Se ancora mi chiede di preparare quell'unguento per la schiena del marito, non voglio farlo!" tuonò infastidito.
"Puoi lasciarmi completare una frase?" esclamò scocciata Hermione.
Il mago si voltò verso di lei, in mano il mestolo sporco di impasto dei pancake e le braccia aperte "Facoltà concessa, signorina Granger".
La giovane sbatté le palpebre due volte e scosse la testa: irrecuperabile Serpeverde.
"Mi ha chiesto se avessimo, anticipo la domanda, sì, io e te, programmi per le festività natalizie"
La reazione non fu esattamente ciò che Hermione si aspettava: l'altro rispose con un "mh" disgustato, inarcando le sopracciglia, poi si voltò per continuare a cucinare.
"Che cosa significa "mh", Severus?" gli chiese raggiungendolo e appoggiandosi al bancone dove lui stava preparando.
"Cosa vuoi che significhi? Esattamente ciò che significa un mio "mh"!"
Hermione prima passò, esasperata, la mano sugli occhi chiusi, poi sulla bocca...sfiancate; lo amava terribilmente, ma era sfiancante. Prese un bel respiro e disse: "Ti prego, ti prego Severus, non fare l'enigmatico con me".
"Spostati e fammi accendere i fornelli" la esortò egli, mettendole una mano dietro la schiena.
"Cosa significa "mh"?"
"Ascoltami, Hermione, -iniziò a guardarla negli occhi- se avesse voluto invitarmi allora avrebbe spedito una lettera anche a me, ma..."
"Non dirmi che ora fai il permaloso, da puro Serpeverde quale sei!"
Piton le gettò un'occhiata di rimprovero mentre versava il composto in padella.
"Considerando che hanno invitato te e solo te, per fortuna, aggiungerei, allora sarai tu sola ad andare da loro"
"E lasciarti da solo come un disadattato sociale?"
"Beh, certamente sì. Gli ultimi cinque Natali li ho passati in coma, l'anno prima Voldemort mi stava con il fiato sul collo...gli anni precedenti neanche te li racconto perché, per citare la tua solita formuletta, "il passato è passato"; pensi che stare da solo, in giorni che personalmente ritengono esattamente identici agli altri, sia importante? Suvvia Hermione!" e aggiunse "Puoi, per favore, allontanarti dal fuoco? Non voglio una te lagnosa per una scottatura"
"Severus guarda che non sto scherzando"
"Granger, permettimi una domanda: hai imparato, giusto, che scherzare non è il mio passatempo preferito?"
"Sei...neanche ci provo a dirti ciò che sei. Perché non puoi essere un mago normale di quarantatré anni e comportarti come i comuni fidanzati? Chiedo troppo?"
Immediatamente Piton la guardò furente e sibilò "Sapevi con chi ti stavi impegnando, ragazzina; volevi un mago normale che si comportasse come tutti? Ti sei fatta scappare il Weasley piccolo, ma sei ancora in tempo per recuperarlo"
"Sai che non..."
"No, non lo so, invece. Come al solito ti comporti da bambina capricciosa ed io, disgustosamente perso di te, acconsento ad ogni tuo volere! Dannato me e i miei sentimenti. Questa volta no però, me lo permetti?"
"Severus non iniziare come la settima scorsa, oggi non è..."
"Non è giornata per te che hai un lavoro che ami, figurarsi per me che sono continuamente frustrato dal fatto di non averlo e vivo sulle tue spalle!"
Hermione assunse un'aria confusa "Cosa c'entra questo ora? Già ti ho detto che per me non è un problema se..."
"Per te no, ma la mia dignità dov'è?" l'uomo sussurrò queste parole con tanta amarezza che ad Hermione si strinse il cuore...il suo Severus così. Avvicinò la mano alla guancia ossuta e perfettamente rasata di giornata.
Si iniziò a sentire un odore di bruciato: i pancake!
"Dannazione! E dannata te, Granger!" la maledì egli, allontanando dai fornelli la padella che venne gettata nel lavabo; Piton appoggiò entrambe le mani sul bordo del banco e strinse forte, tanto che le nocche divennero bianche.
"Non volevo..."
"Zitta" pronunciò a bassa voce il mago.
Hermione lo sentì : gli occhi erano già carichi di lacrime. L'orribile groppo alla gola, le orecchie e il naso già in fiamme, riuscì persino a sentire la calda e bagnata sensazione delle lacrime che scorrevano sulle guance. Accordarono che mai più lui avrebbe detto quelle parole, che la faceva sentire così schifosamente inferiore.
Andò verso la finestra: il sole era definitivamente alto e poteva essere una bella giornata. Sentì la prima goccia sulla guancia destra, poi una seconda su quella sinistra.
"Hermione" la chiamò solo, fermo e asciutto.
Per risposta scosse la testa velocemente. L'amore è rincorrere la felicità o averla e basta? Avrebbe voluto, in quel momento, chiederlo a Silente, che tanto decantava tale sentimento insito nel maghi buoni.
"Non era mia intenzione" le disse con freddezza: piatto e apatico, il solito freddo professor Piton.
Negli anni consolidò la propria abilità di piangere in silenzio e divenne una professionista a nascondersi; se fosse riuscita ad uscire dalla cucina di spalle, senza far vedere il volto, avrebbe scampato due o forse tre ore di confronto e quindi passare direttamente al sesso riparatore.
Fece per muoversi, ma il polso era già rinchiuso nella delicata morsa di Severus.
"Voltati"
Ella rimase in silenzio e immobile.
"Voltati Hermione ti prego" le ripetè lui.
Ispirò a pieni polmoni e guardò in alto: lo amava, tantissimo, ma era così difficile.
"Okay, vengo io di fronte a te, ho capito"
Ecco il tanto amato viso spigoloso e austero, incorniciato dai capelli corvini. Colmo di fascino e della bellezza che solo lei riusciva a cogliere, le scrutava gli occhi e la faccia, con quello sguardo di immensa ossidiana.
"Lo sai che odio essere la causa di queste" le disse mentre raccoglieva con le dita le lacrime.
"Ti ricordano tua madre e tuo padre"
A quelle parole, l'uomo chiuse gli occhi: lo faceva spesso quando doveva riorganizzare le idee. Dopo pochi secondi li aprì, rivelando delle iridi più scure e profonde del solito.
"Sei ciò che mi resta di più prezioso e, ti posso assicurare, che se anche avessi avuto tutto, tu saresti rimasta tale"
Hermione si slanciò per baciarlo, ma l'altro si scostò.
"Vado al fiume" enunciò calmo.La giovane rimase in cucina, da sola, con i solchi salati delle lacrime, stretta nel pigiama.
Spazio autrice
Salve a tutt* ragazz*!
Sono ancora qui per presentarvi questo sequel, se vogliamo chiamarlo così, della storia.
Come avete letto dal titolo questa è un'edizione natalizia, per deliziarvi (e deliziarmi) di questa coppia e, perché no, per tenerci in compagnia.
Penso di portarla avanti per circa sei capitoli; avevo già da tempo pensato ad una cosa del genere, come ben sa la mia (sfortunata) migliore amica che è tra voi e che ringrazio per sopportare le letture in anteprima dei capitoli.
Non voglio dilungarmi troppo: ormai sapete come scrivo e ciò che scrivo.
Alla prossima, ciao!
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Annullamento -Snamione-
FanficPrimi anni 2000: Piton è vivo, Hermione anche. Si creerà qualcosa fra i due, dovete solo leggere cosa. Questa storia nasce senza pretese, nasce per essere una storia semplice e per allenare un po' la mia immaginazione arrugginita. Non ci saranno col...