7 maggio 2003
Erano le 9:00 di mercoledì e fuori pioveva. La pioggia batteva sui vetri delle finestre e tutto era avvolto dal grigio delle nuvole.
Piton era seduto, a torso nudo, sulla sua sedia di fronte all'armadio: guardava fisso una camicia in cotone di un tonalità salmone.
Com'era venuto in mente alla Granger che lui, Severus Piton, avesse mai potuto indossare quell'indumento?
Allungò il braccio destro, che ormai si era completamente sbloccato due giorni prima, e raccolse la camicia fra le mani.
Venne invaso da un odore dolce; il detersivo con il quale la Granger lavava i suoi vestiti quasi lo portava al vomito. Non poteva dirglielo, però: era pur sempre l'ospite in quella casa e non poteva avere voce in capitolo.
Pensò all'immagine di se stesso con indosso quella camicia ed ecco che subito sentì la pelle in contatto con il fresco cotone.
Si diresse allo specchio: non era così malaccio, in effetti. Scontrava un po' con quelli che erano i duri lineamenti della sua brutta faccia, ma nulla di improponibile. Avrebbe dato una possibilità anche a quella camicia e avrebbe osservato la reazione della Granger.
Non l'avrebbe mai ammesso, ma, era stato positivamente sorpreso delle parole di Hermione riguardo al maglione a collo alto dei giorni precedenti.
Nessuna donna, in realtà nessun essere vivente, gli aveva mai fatto un compimento e quello della ragazza gli sembrò proprio un goffo tentativo di apprezzamento.
L'uomo uscì dalla propria stanza e andò verso camera della Granger.
Il primo giorno la proprietaria di casa gli disse che poteva prendere anche i libri della libreria che aveva nella sua stanza personale.
Non era mai entrato lì e non era arredata diversamente dalla casa: dei mobili molto semplici e dalle linee eleganti e fini. Il materiale principale era il chiaro legno di abete. Ogni decorazione era bianca e c'era una serie di piccoli quadri astratti sui toni neutri, probabilmente dello stesso artista, appesi sopra il letto.
Sicuramente la Granger era una donna sobria e calma che non amava particolarmente lo sfarzo, ma aveva buon gusto.
Trovò la libreria sulla parete opposta a quella del letto, accanto all'armadio; era sicuramente molto ricca, ma meno fornita di quella in salotto.
Piton si avvicinò ad essa e carezzò con l'unico braccio funzionante il dorso dei libri.
Non ricordava una sensazione più bella.
Il mago notò che tutti i volumi erano babbani. Classici e non, ma tutti babbani.
Arrivò ad un titolo interessante: "La pietra di Luna", Collins.
Prese il libro e lo appoggiò sulle gambe, lo aprì.
Apparse una foto magica in bianco e nero fra la copertina e la prima pagina: un uomo, che gli somigliava in modo impressionante, aveva un braccio intorno alle spalle di Hermione mentre le dava un bacio sulla guancia sinistra. La ragazza sorrideva e aveva lo sguardo rivolto verso il basso. La Torre Eiffel sullo sfondo.
L'uomo della foto era una copia più giovane e più bella di Piton con i capelli più corti.
Spostò la foto di lato e lesse:
Affinché questo libro riesca a tenere impegnata la tua brillante mente durante i nostri periodi di separazione.
Affinché tu mi porti sempre con te anche durante i miei impegni.
Affinché tu non dimentichi mai me e il nostro amore.
Tuo, Theodoros.
Parigi, 29 giugno 2000Il messaggio era scritto con una penna stilografica ad inchiostro nero.
Con tanti libri doveva scegliere proprio quello con una vomitevole dichiarazione d'amore?
Stava per riposare il tutto quando sentì i passi della Granger.
"Hai trovato qualcosa da leggere?" gli chiese la ragazza.
Piton si voltò con ancora il libro sulle gambe.
Hermione prese il volume e sussurrò "Ah...la pietra di Luna di Collins. Piacevole lettura, ma niente di che a mio parere".
La donna lo aprì e prese fra le mani la foto; rivolse uno sguardo malinconico ad essa.
"Non volevo..." cercò di dire Piton.
"Tieni pure. Niente paura" gli disse porgendoglielo, ma tenendosi la foto.
"Ora scendiamo: la colazione si fredda"Erano appena le 6:00 PM e il fisioterapista era appena andato via.
Quel Vincent gli aveva consigliato di fare qualcosa con il braccio, qualsiasi cosa per non atrofizzarlo.
Piton decise quindi di radersi: non si radeva da ormai 5 anni da solo.
Arrivò davanti allo specchio del bagno e prese una di quelle lamette*, come le chiamava la Granger, babbane.
Prese, poi, della schiuma da barba che spruzzò direttamente sul viso. Usare un solo braccio era difficile!
Impugnò quello strumento di plastica blu con la mano ancora sporca di schiuma e iniziò a tagliare i peli. Si avvicinò di più allo specchio per vedere meglio, quando...ecco che la lama scivolò troppo velocemente: si era tagliato ed un rivolo di sangue si scorgeva dalla spuma bianca.
"Porca..." imprecò sottovoce l'uomo. Non si tagliava da quando aveva 17 anni!
Non voleva passare già al metodo della Magia. Poteva farcela, a costo di stare tutta la serata lì.
Tornò a passare la lama ma venne colto di sorpresa da un colpo alla porta ed infatti ecco un altro rivolo di sangue.
Dannata Granger dei suoi stivali! Era la seconda volta.
"Severus, posso?"
"Granger entra!" tuonò Piton voltandosi a guardare la donna.
Questioni di secondi e si ritrovò le mani della Granger in faccia.
"Non c'è bisogno di..."
"Shh" lo zittì ella prendendo dell'acqua e ripulendogli la guancia.
"Io non so come ti possa saltare in mente di usare una lama in queste condizioni"
"Ti ricordo che non sono un disabile" rispose stizzito.
"Sai che non volevo dire questo" gli disse Hermione prendendo la schiuma e spruzzandosela sulla mano.
"Non vorrai dirmi che vuoi radermi tu, vero?" le chiese con una sguardo omicida.
"Altrimenti?"
Severus le prese un polso con la mano con la spuma e le intimò di abbassarla.
"Lascia il polso, Piton. Io ho una bacchetta e tu hai solo un braccio"
"Non osare mettermi quello -guardò il contenuto della mano- in faccia"
Giusto il tempo di finire la frase che con uno scatto Hermione egli aveva sporcato metà viso.Era adirato, terribilmente.
Come osava quella stupida toccarlo senza neanche il consenso.
Guardò attentamente ogni gesto della Granger, non voleva avere una terza ferita.
"Lo so che hai visto la foto prima" pronunciò all'improvviso la donna facendo attenzione a non tagliarlo.
"Non volevo" le rispose guardandole il viso pericolosamente vicino al proprio.
"Anche se avessi voluto non ci sarebbe stato nulla di male. Non conosci niente di me ed è giusto che tu sappia almeno un po' della mia vita, non trovi?"
"No, non penso sia opportuno"
Hermione passò a tagliare alla zona del labbro superiore, sussurrò "Visto che ora non puoi parlare, parlerò io. Non racconto questa storia da tempo e ho voglia di chiacchierare e di lamentarmi un po'"
La strega, avvicinandosi ancora, gli posò delicatamente un pollice sul labbro superiore radendo la parte di pelle fra la bocca ed il naso.
"Ho lavorato per circa un anno in Francia, in un ospedale magico, ovviamente. Lì ho conseguito il mio Master in "Propagazione della Magia all'interno di un corpo magico" e conobbi Theodoros Fontaine. Un ottimo Medimago, nonché mio tutore. Ben presto mi resi conto di quanto fosse perfetto per me.
Aveva 20 anni in più, ma era un uomo che non poteva essere paragonato ad alcuno dei miei coetanei. Devo dire che mi ha sempre trattata bene, più che bene, oserei dire"
La ragazza si bloccò un attimo e passò al mento, poi continuò "Intraprendemmo una relazione a distanza: considerando che io ero tornata qui, a Londra, mentre lui continuava a restare a Parigi, rifilandomi scuse assurde. Arrivò a dirmi che non potevo andare da lui perché il suo gatto aveva paura degli estranei"
Piton ascoltò il racconto con attenzione; era davvero caduto in basso per ritenere quella storia d'amore interessante.
Percepì, inoltre, il respiro caldo di Hermione sulla faccia e il suo dito sulle labbra; non sentiva una persona così vicino da tanto tempo, troppo.
Vide la Granger sciacquargli le parti rasate ed interessarsi a quelle ancora non lavorate; poi la ragazza ricominciò a parlare "Stavamo dicendo? Ah sì, la mia parte preferita: io ero l'amante, ovviamente.
Mi aveva portato alla conferenza di una qualche scoperta in campo Medimagico ed un signore, probabilmente qualcuno che lo aveva già incontrato, ci disse: "Oh ma che bella signorina, è sua figlia? Dov'è la Signora Fontaine? È da così tanto tempo che non la vedo!"
Da lì scoprii tutto: quel...quell'uomo non solo aveva una moglie, ma anche una figlia!"
"Tu poi cos'hai fatto?" le chiese Piton. Era la prima volta che si intrometteva in un discorso.
Hermione bloccò i movimenti con la mano e lo guardò fisso negli occhi sorridendo. Erano così vicini che Piton poté ben notare una piccola cicatrice sullo zigomo sinistro della donna.
"Cosa potevo mai fare? Come tutti, dopo una cosa del genere, mi sono data all'altro sesso" gli rispose con un sorriso ironico.
La ragazza tornò a raderlo.Dopo alcuni minuti Hermione finalmente finì e lo invitò a guardarsi allo specchio. Almeno ora era dignitoso.
L'uomo fece per andarse quando venne letteralmente bloccato dalla mano della Granger sulla spalla.
"Aspetta Severus"
"No, Granger, basta. Mi hai stufato"
Hermione si posizionò dietro di lui con una spazzola in mano.
"Perché dimentichi sempre di pettinarti i capelli?" gli chiese lei.
"Tu da quando hai questo diritto di toccarmi?"
La ragazza, non curante, iniziò a spazzolare i capelli del mago lentamente.
"Hai dei bei capelli, sai? Tutti affermavano che fossero sporchi o unti; io ho sempre saputo che quell'effetto lucido era dato dalla continua esposizione ai vapori, talvolta acidi e pesanti, delle pozioni".
Piton rivolse lo sguardo al loro riflesso allo specchio ed arrivò ad una conclusione: erano entrambi tremendamente soli.Spazio Autrice
Salve a tutt* ragazz*!
Questo capitolo non ha bisogno di moltissimi chiarimenti, farei solo attenzione all'ultima frase.
Abbiamo scoperto qualcosa in più su Hermione e non è qualcosa di molto piacevole, purtroppo.
Vi lascio godervi questo che è uno dei miei capitoli preferiti.
Alla prossima, ciao!
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Annullamento -Snamione-
Fiksi PenggemarPrimi anni 2000: Piton è vivo, Hermione anche. Si creerà qualcosa fra i due, dovete solo leggere cosa. Questa storia nasce senza pretese, nasce per essere una storia semplice e per allenare un po' la mia immaginazione arrugginita. Non ci saranno col...