CAPITOLO 54

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|•ho scritto un vaffanculo sopra il cuore•|

Gaia povs

Vidi i suoi chiudersi e le sue mani cedere.
Iniziai ad entrare nel panico,non sapevo cosa fare, la prima cosa che pensai era di chiamare l'ambulanza.
Ma sapendo la paura di Jacopo evitai,cercai di svegliarlo con dell'acqua che gli gettai sul volto.
Piano piano iniziava a riprendere conoscenza.
Il mio cuore batteva all'impazzata,ero diventata pallida e stavo per svenire anche io quando:

J:calmati,sto bene.
G: grazie a Dio,ti vado a prendere un po' d'acqua e zucchero,sei un incosciente devi mangiare .
J:ok.

Presi l'acqua lo zucchero e li mischiai all'interno del bicchiere,nel mentre glielo porgevobavevo la mano che tremava.

J;sei pallidissima,mi spiace non volevo spaventarti.

G:bevi subito e per oggi voglio che apri la bocca per mangiare non solo per parlare,grazie.
J:ma io non ho fame.
G:allora ti porto all'ospedale,così ti fanno una flebo .
J:vabbè mangio.
G:cosa vuoi?

Non mi rispose ma continuava a fissarmi.

G:mi vuoi rispondere?
J:si,voglio.....non lo so.
G: chiamo tua mamma?
J:non ce ne bisogno, è andata a fare la spesa verrà presto.
G: no sono andati da vostri parenti a Genova, quindi non credo proprio.
J;come?e tu che ne sai?
G:mi avevano chiesto di venire qui da te,ci avrebbero lasciati soli per un giorno nel tentativo di farti cambiare idea e mangiare.
J: quindi non è una tua iniziativa?
G:non importa.
J:se non vuoi stare qui non sei obbligata a farlo.
G:non ti lascio solo in queste condizioni.
J:so cavarmela.
G:io ti dico di no, questione chiusa
J:prima vuoi andartene,poi vuoi rimanere, pensavo di essere l'unico confuso qui,ma a quanto pare.
G:anche tu prima mi volevi qui ora non più
J:non è vero che non ti voglio,ho detto solo che se ti senti obbligata a restare puoi andare via.
G:vabbè basta,sono discussioni stupide.

Dato che non mi rispondeva,ordinai tramite Just eat del sushi.

G:ho ordinato il sushi
J:ok

Mi andai a sedere al suo fianco,aveva ancora un ammaccatura di sangue vicino l'angolo del naso,provocato dal pugno di Matteo.
I suoi occhi erano spenti,non c'era più la luce che provocavo io alla mia sola presenza.
Quando stavamo insieme lui era felice,aveva sempre quel suo bel sorriso stampato in faccia,quel sopracciglio alzato e le sue mani che vagavano in ogni parte del mio corpo.
Ora no,era spento completamente,privo di ogni tipo di forza,a causa mia.

Mi morsi il labbro cercando qualche parola da poter dire,e alzai lo sguardo in alto provando a capire meglio cosa potevo fare.
Presi la sua mano e gli dissi;

G:non puoi stare male per me,questo riesci a captarlo?
J:fino a prova contraria so io quello che è giusto fare.
G:e fino a prova contraria dovrei essere io quella arrabbiata.
J:dici sempre così.
G:già
J:quando arriva sto sushi?
G:non lo so ma penso presto.
J:ok,tu stai meglio?
G:si mi sono solo spaventata tutto qua.
J: è stato un calo di zuccheri.
G:ti gira ancora la testa?
J:no,mi sento solo privo di forze.
G: eccerto non mangi da giorni.
J:se non ho fame non è colpa mia,mi tornerà l'appetito
G: intanto inizi da ora a fartelo tornare
J:e quale sarebbe il motivo?
G:che se continui così ti ricoverano,e tu non vuoi questo vero?
J:meglio morire se devo stare così.

Mi disse tutto questo fissando la finestra,mi sentivo davvero una merda, eppure non avevo fatto nulla,non era colpa mia se quel maledetto era venuto a casa a picchiarlo.
Cosa potevo fare? prendere e non aprire la porta? Beh non sono ancora una vegente.

J:tu ora non mi vuoi più e penserai a noi come un errore

Invece lui era la cosa più bella che mi fosse capitata.

G:non sei nella mia testa quindi non lo sai cosa voglio io
J:va bene.

Giocava con il laccio della sua tuta,e guardava in basso cercando di evitare il contatto visivo.

G: quando parliamo gradirei tu mi guardassi negli occhi.

Non ricevetti una riposta allora gli alzai il viso con una mano e vidi le lacrime imperterrite sul suo volto.
Abbiamo litigato tante volte ma questa,l'aveva distrutto.
No riusciva a reagire,restava fermo nel suo mondo.

G:no,non piangere.

Si alzò dal letto di scatto e corse in bagno io lo seguì,e cercai di impedirgli di chiudere la porta.
Avevo paura potesse commettere delle sciocchezze, era davvero fuori di sé ,non era lucido e non volevo lasciarlo solo.
Per fortuna la sua debolezza mi permise di entrare con lui,si accasciò per terra e prese la sua testa tra le mani.

Gli misi una mano sul ginocchio e lui mise la sua mano sopra la mia.

G:devi reagire.
J:non ci riesco.
G:e perché?
J: ho bisogno di dimostrarti di saper essere me stesso al 100%
G:e pensi che ora non sto vedendo chi sei veramente?
J:si...
G: ecco

Mi poggiai a lui e con la mano gli avvolsi il collo.
Mentre Jacopo restava fermo ogni tanto dava uno sguardo al mio viso.

J: perché mi abbracci se vuoi lasciarmi?
G: perché in realtà non voglio farlo
J:fare cosa?
G:l-l-lasciarti.
J:e allora mi dai un bacio?mi mancano.

Mi girai verso di lui e lo baciai,e finalmente sentì il suo respiro scontrarsi con il mio.
Le nostre labbra giocavano e le nostre lingue ballavano a ritmi alterni.
Mi ritrovai sulle sue gambe avvolta dai suoi caldi abbracci.

G:non te ne andare più
J:non accadrà.

un amore magnificoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora