CAPITOLO 44

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•A me piace scegliere delle parole giuste perché non sai mai chi hai davanti,e le parole hanno un peso•

Istintivamente lo abbracciai forte, come per dirle che quelle parole,quelle che lui aveva scelto di rivolgermi oggi avevano un senso profondo per me.
Lui ricambiò,siamo stati lì per circa 10 minuti nella stessa posizione.
Era da tanto che non sentivo il profumo del suo collo, e devo dire che mi mancava tanto.
Fu lui a separarsi da questo bellissimo momento,per dirmi ciò:

J: spero di aver reso l'idea di ciò che penso.

G: si lo hai fatto.

J: sono felice.

G: anche io..

J:come stai?intendo ora poi come hai passato quest'anno,non ci siamo sentiti e volevo sapere come vanno le cose,la musica...

G: ahaha quanta curiosità, comunque io adesso sto bene,la musica prosegue alla grande,e le cose vanno come dovrebbero andare.a te come va?come stai?

J: io sto...la musica va

G: capito.

Abbassai la testa cercando un altro argomento da trovare,ma in quel momento la mia mente viaggiava da un altra parte e l'unico pensiero era *bacialo gaia *
Che cretina che sono,io che trovo sempre qualcosa da dire ora sto zitta.
Lui mi fissava,ma non diceva nulla e nel frattempo giocava con le sue mani,qualcosa però catturò la nostra attenzione,anzi qualcuno.

Giù:ooooo ma che fate a quest'ora fuori ,uh Marò.sto interrompendo qualcosa?

J: n-no Giulia,stavamo solo parlando.

G: si esatto.

Giù: e non potete parlare dentro?

G: non volevo svegliarvi.

Giù: è casa tua gaia

G: si ma ieri siamo tornati tardi e stavate dormendo beatamente

Giù: vabbè grazie ma a svegliarci è stato il telefono fisso,era tua sorella  mi ha detto che ti richiama dopo.

G: è successo qualcosa?

Giù: no tranquilla ha detto che voleva farti sapere che loro partono vanno in Brasile, perché c'è tua zia che ha bisogno di tornare nella sua terra, questo mi ha detto

G: ah,beh va bene grazie Giulia

Giù:quindi entrate o volete rimanere qua in una macchina come due clandestini?

Guardai Jacopo per avere il suo consenso.

J: vai pure io torno da Stefano.

G: ma entra no?Stefano ci raggiungerà appena sarà sveglio.

J: non voglio disturbarvi

G: non lo fai quindi entra.

Lo presi per la giacca e lo trascinai dentro, inoltre lui non conosce la mia casa qui a Milano.
Ha conosciuto solo quella dei miei .

Gli presi la mano e lo portai nella mia stanza,dove avevo la collezione di vinili e vari strumenti musicali.
Lui in tutto questo si bloccò d'innanzi ad una foto,io da piccola che mangio il gelato in un prato luminoso in quel di Bahia .

un amore magnificoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora