Capitolo 52 l'ultima battaglia

2.2K 117 19
                                    

Emma, seduta sul marmo della finestra, osserva il cielo calmo e limpido.
Troppo calmo, quasi offensivo nei confronti del cuore di lei che è invece tempesta.

"Emma, ci siamo quasi."

Le dice il padre, fermo sulla soglia della porta.
Invitandola a prepararsi.

Ed Emma si limita ad annuire, quando vorrebbe chiedere in cosa si dovrebbe preparare.
A vivere?
A morire?

Silenziosa scivola giù dalla finestra, sdraiandosi sul letto, con cui la porteranno in sala operatoria.

L'unica cosa che riesce a fare, è pensare che questo giorno è arrivato troppo presto.
E ancora non ci può credere che oggi è il 25 Giugno.
E manca mezz'ora alla tanto attesa operazione.

Stesa sul letto, scomodamente a causa dei nervi tesi, chiude gli occhi scappando a poche ore prima.

Il ricovero era prenotato per le otto del mattino.
E la famiglia Lopez al completo era già fuori casa alle sette.

Emma era stata chiara con tutti, non voleva vedere nessuno finché non fosse uscita dalla sala operatoria.

Ma i suoi amici non sono mai stati bravi ad ascoltarla.
E se li è trovati tutti davanti alla porta di casa.
Tutti tranne lui.

Emma ha sgridato gli amici, per poi abbracciarli forte e ringraziarli di non averla ascoltata.

Le ragazze hanno pianto insieme a lei, con il cuore stretto nel pugno della paura.
Mentre i ragazzi hanno finto di essere forti, distogliendo più volte lo sguardo per asciugarsi le lacrime di nascosto.

E nonostante aveva apprezzato quelle visita, la mancanza dell'uomo che ama la sentita forte e violenta.

Non poteva dargli la colpa, lui aveva un incontro alla stessa ora.
Perciò era normale che non ci fosse.
Eppure non poteva nascondere di quanto la sua presenza le mancasse proprio oggi.

Durante il viaggio in macchina nessuno ha osato dire una parola.
Nessuno a fatto un movimento particolare, tranne Emma che spesso ha guardato nello specchietto i suoi amici seguirla von le loro macchine.

Quando la macchina si è fermata, il respiro le si è bloccato in gola.

Non era pronta, non voleva più farlo.
Volevo scappare via, vivere felice.
E non con la paura di spegnersi in una maledetta sala operatoria.

Poi una sagome si è avvicinata allo sportello, aprendolo al suo posto.
Facendo tornare il respiro ad Emma.

"Pensavi davvero che non sarei venuto?"

Le ha sorriso Oliver, porgendole una mano ad invitarla ad uscire.
E appena fuori dalla macchina, la stretto forte a se, respirando a pieni polmoni il suo profumo.

"Dobbiamo andare."

Avevano sussurato con tristezza sia i genitori di lei che Al.
Entrambi dovevano andare via, dovevano combattere la loro battaglia da soli.

"Pensami vicino a te, io farò lo stesso.
Guarda il cielo, io farò lo stesso."

Un ultimo bacio, profondi come se fosse l'ultimo o il primo.
Nessuno dei due lo sa.

Emma sospira, fissando il soffitto troppo bianco.

Mentre Oliver ne fissa uno più scuro, sporco e pieno di graffi.
Ma la sua mente lo supera, guardando con il cuore lo stesso cielo che sta guardando lei.

Fermo negli spogliatoi, si gira con cura le fasce sulle mani.
Le stesse che gli ha regato Emma, sentendola così più vicini.

Macchiati di Me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora