A volte la fortuna si fa viva.
Come il far cadere il ringraziamento di venerdì, in modo da chiudere le scuole fino a lunedì, in un bel ponte di relax.
L'unica nota negativa per quelli come Oliver, è stato l'annuncio del ballo di inverno che si terrà prima di Natale.
Ed ecco che tutti dovranno stressarsi per prendere un vestito elegante, invitare una ragazza, ballare e bere.
Per poi arrivare al punto fondamentale, portarsela al letto.
Una rottura di palle, a parere di Oliver, che potrebbero arrivare direttamente all'ultimo punto, senza doversi sbattere tanto.
Ma non può tirarsi indietro purtroppo, a nessuno dei troppi balli dell'istituto.
Almeno se vuole evitare che il padre gli faccia il solito discorso sulla loro immagine, e cazzate simili.
Insomma, se vuole un po' di pace con il vecchio, dovrà partecipare.
Ma ci penserà lunedì, ora invece deve decidere cosa fare oggi.
Il giorno del ringraziamento.
Sa che la gente normale starà organizzando cene e cose simili.
Persino Natalie si è presa la giornata libera per passarla con la sua famiglia.
Mentre Oliver è rimasto solo, nella sua casa davvero troppo grande.
Rifiutando l'invito della governante, non volendo vedere pietà nei suoi confronti.
Perché, come ogni anno, si trova solo in questa festa, con un padre in viaggio chissà dove.
Un tempo non era così.
Un tempo questa casa si colorava di festa.
Si illuminava e si riempiva di amore e dolci musiche.
Si stava tutti insieme, vivendo davvero il ringraziamento, tra risata e felicità.
Oliver finge di non ricordare quando, da bambino, si svegliava con l'odore di biscotti e dolci, che provenivano dalla cucina.
Quanto amava ricoprire l'albero con le decorazioni più belle.
Ma anche con quelle create proprio di lui, che il padre diceva di amore più di tutte.
La tavola, a cena, si riempiva di tutto ciò che un buon gustaglio può desiderare mangiare.
E la notte si rimaneva svegli, seduti tutti e tre sul divano, per guardare un classico film.
Per poi addormentarsi sempre a metà film, portato a letto dal padre.
Che gli rimboccava le coperte, mentre la madre gli baciava dolcemente la fronte.
Oliver finge di non ricordare quanto queste feste erano belle quando c'era la madre.
Perché ricordarlo, risalterebbe ancora di più la sua assenza.
Il fatto che lei non c'è più.
Perciò è meglio fingere che questo sia un giorno come un altro.
Si alza nel primo pomeriggio, recuperando perfettamente le forze dopo la serata precedente finita questa mattina all'alba.
Dopo un doccia rigenerante, rilegge gli ennesimi messaggi di Owen e Rayan, che insistono per andare con loro e le loro famiglie.
Ma, nonostante siano i suoi migliori amici, vale lo stesso discorso della governante.
Non ha né voglia e ne bisogno della pietà di nessuno.
Mette via il telefono, iniziando il ringraziamento scegliendo cosa mettere.
Magari una tuta, dato che lo passerà ad allenarsi nella sua palestra privata, per il prossimo incontro.
L'unica cosa di cui ha bisogno, è sapere chi sarà il prossimo sfidante, in modo da potersi allenare sui punti deboli di quest'ultimo.
Si infila un normale pantalone nero e una maglia blu scuro a mezza manica.
Il tutto con movimenti meccanici, mentre la mente elabora il suo percorso sul ring.
Fino ad ora ha superato 7 incontri.
E, togliendo il primo, gli altri sono andati molto bene.
Ha incontrato avversari forti, altri che non erano sicuramente all'altezza.
Ma forse quello contro Slavo sarà per sempre nella sua memoria.
Anche se non ricorda nemmeno come ha fatto a vincere.
Al gli ha sempre detto di rimanere concentrato durante l'incontro.
E, invece contro Slavo, la sua mente era completamente assente.
Si accende una sigaretta, mentre la mente torna all'ultimo incontro fatto.
Ma il ricordo che persiste è solo uno.
Emma era lì.
Emma è stata messa in mezzo.
Emma si è messa in gioco per lui.
Perché sapeva che lui non poteva tirarsi indietro.
Anche se non gliel’ha detto a parole, lei lo aveva capito.
E si è messa in mezzo, solo per lui.
Fa un lungo tiro, guardando fuori dalla finestra un tempo mite.
Un tempo indifferente.
Un po' come lei, la maggior parte del tempo.
Eppure così confusa e piena, come un temporale o un uragano.
Cambiamenti e comportamenti che lo mandano in confusione.
Come la sua scomparsa dopo la fine dell'incontro.
Non ha voluto nemmeno che la ringraziasse.
Ha solo aspettato che vincere, per poi sparire.
Ma di cosa si sorprende?
E da mesi che la Lopez fa così.
Entra nella sua vita, la sconvolge, per poi sparire.
E poi ancora, in un circolo vizioso.
È l'unica cosa che gli interessa ricordare di quella sera, lei.
Non ha nemmeno parlato con Slavo.
Lasciando ad Al il compito di rifiutare la vincita, la sorella di lui.
Fregandosene di quella scommessa viscida e senza dignità.
Pensando solo alla Lopez.
Che però, una volta fuori, era già scomparsa nel vento.
Perché lei è così, come il fumo di questa sigaretta, la si perde in un soffio di vento.
Cerca qualcos'altro su cui concentrarsi, perché altrimenti diventerebbe pazzo.
Come per esempio i prossimi 13 incontri che deve affrontare.
Chiedendosi come andranno.
Se saranno sempre più forti, se Logan si metterà di nuovo in mezzo, se lei verrà ancora a guardarlo.
Spegne con frustrazione la sigaretta, soffiando via l'ultimo tiro.
Non c'è nulla da fare, Emma non abbandonerà mai la sua mente.
E’ un maledetto male che si spinge negli angoli più oscuri dei suoi pensieri.
Sceso in cucina, sorride trovandoci diversi cibi già pronti da Natalie.
Nonostante sia il suo giorno libero, la donna non ha potuto non lasciargli nulla.
Ma alla fine decide per un semplice panino con prosciutto, mentre chiama Al per avere le informazioni che gli servono.
Dato che è lui ad avere la lista degli incontri.
Lo chiama più volte, per tutta la durata del pranzo improvvisato.
Ma il telefono è sempre irraggiungibile, Alquanto strana come cosa dato che in genere lo tiene acceso anche di notte.
Sbuffa, spingendo via il telefono sul tavolo, innervosito da quella vocina da oca, che continua a dirgli la stessa cosa.
"Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile."
Che scocciatura, l'unica cosa che vuole fare.
Non può farla come Dio comanda.
A cosa servirebbe allenarsi in modo sbagliato, per poi dover iniziare da capo?
A un cazzo, ecco a cosa servirebbe
Ma non ha tempo di lamentarsi, l'unica cosa che può fare è andare al pub e sperare di incontrarlo lì per puro miracolo.
Anche se oggi di uscire non ha nessuna voglia.
Non ha voglia di finire nel traffico, non ha voglia di sentire odore di dolci e caldarroste.
Non ha voglia di sentire fastidiose musichette, per giunta stonata.
Insomma, oggi non ha voglia di un cazzo.
Ma allora quale altre possibilità ha?
Stare tutto il pomeriggio e sera sul divano a guardare la TV?
L'idea potrebbe pure piacergli, se non fosse che stiamo parlando di Oliver.
E che l'unica cosa che gli piace fare sdraiato, coinvolge una seconda a persona di sesso femminile.
Quindi, mettendosi l'anima in pace.
Decide di andare.
Male che va, se non troverà Al, ne approfitterà per prendere qualcosa per cena.
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Macchiati di Me
RomantizmOliver Johnson, è il classico bad boy, figlio di papà, un vanto a sentire lui. Ribelle e dannato, vive la vita al momento, fregandosene delle regole. Si mostra superficiale e freddo, nascondendo segreti e lotte. Sempre al centro della situazione, m...