Capitolo 31 Dio li fa e poi li accoppia

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L'ora di ginnastica il sabato mattina, è un buon modo per finire la settimana.
Se non avete come professore il signor Ethan Turner, nonché allenatore della squadra di football.
"Forza ragazzi, una bella corsetta di quindici minuti.
Giusto per iniziare."
Molti si lamentano, altri fanno già testamento.
Mentre il gruppo di Emma esegue senza fare tante storie.
A parte lei, i suoi amici sono giocatori di football o cheerleader, persino Scarlett, perciò non hanno problemi a correre.
I ragazzi sono un po' più avanti, come sempre pronti a mettersi in mostra.
Mentre le ragazze si godono il panorama a pochi passi indietro.
"Mamma, che culo che ha il mio ragazzo.
Glielo prenderei a morsi."
Si gasa Sofia, fingendo di poterlo toccare.
E facendo scoppiare a ridere le ragazze.
"Possibile che pensi solo a quello.
Ci sono tante cose da amare in un ragazzo."
La istiga Scarlett, alla sua sinistra, ormai ambientata completamente nel gruppo.
"Certo che c'è dell'altro.
Dovresti vedere che addominali.
E che pa..."
Le mette una mano sulla bocca Emma, che si trova alla sua destra, fermando l'oscenità che stava per dire.
"Abbiamo capito Harley.
Non inferire su noi povere single."
Scherza Isa, posizionata vicino al muro, alla destra di Emma.
Scoppiando poi tutte a ridere.
"Ei, perché non ci fai un servizietto Scarlett?
Dicono che sei brava."
Interrompono l'ilarità delle ragazze, due cretini che si fermano al fianco di Scarlett.
Che mostra chiaramente quanto queste parole la feriscano.
Ma subito viene posizionata tra Emma e Isa, mentre la Lopez e Sofia la difendono dai due cretini.
"Perché non ti fai esportare il cervello.
Dicono che cerchino noccioline."
Si fa avanti subito Sofia, senza rallentare la corsa.
Con Emma che le guarda le spalle, mentre Isa stringe la mano di Scarlett in segno di conforto.
"Non parlavo con te puttanella.
Ma alla tua amica.
Ma se vuoi, noi sappiamo essere generosi."
Sofia, come le altre, ferma la corsa.
Fissando scemo e più scemo con disgusto.
"Gira a larga da noi.
Altrimenti sarai costretto a pisciare con una cannuccia."
Ed è risaputo che Sofia non ha freni sulla lingua.
Ma quando è incazzata, mostra tutto il suo linguaggio da camionista.
"Non esagerare bellezza."
Lo scemo prova a sfiorarle la guancia con la mano.
Ma prima che Sofia possa mordergliela, viene afferrata da una mano tatuata che Sofia ama accarezzare per ore.
"Cosa hai detto alla mia ragazza?"
Rayan è subito davanti a Sofia e anche i ragazzi si mettono vicino alle ragazze a modo di scudo.
"Che cazzo sta succedendo li."
Urla l'allenatore, allarmato da gruppo che si è fermato e che sembra molto ostile.
"Niente coach.
Questi due miei amici hanno detto che hanno le loro cose, perciò devono andare in infermeria.
Vero ragazzi?"
I due, nonostante siano stati paragonati a delle ragazze mestruate, annuiscono animatamente, per poi fuggire via.
Perché è vero che Rayan è il meno grosso del gruppo.
Ma il suo aspetto ribelle, non lo rende meno temuto e pericoloso.
"Tornate a correre, prima che vi trasformi io in delle femminucce."
Il gruppo torna alla propria corsa, con i ragazzi a fargli da scorta.
"Ti ha fatto qualcosa?"
Continua a ripetere Rayan , asfissiandola con tutte queste preoccupazioni.
Fino a farla scoppiare.
Si ferma davanti a lui, fermando automaticamente anche lui, per poi puntargli un dito sul petto.
"Sentimi bene joker.
Te l’ho già detto, non devi rompermi le palle.
Non sono una principessina da salvare.
È chiaro?"
Lo sgrida lei, ma lui non ha ascoltato una parola della bionda.
Fisso con lo sguardo sul seno di lei, che si muove frenetico con il respiro nervoso e risalta con il top rosso che indossa.
"Dio quanti sei sexy quando sei incazzata."
E a Sofia non resta che sbuffare e tornare dalle sue amiche.
Nascondendo al suo ragazzo un sorriso soddisfatto per l'effetto che ha su di lui.
Scarlett invece, si è chiusa in un triste silenzio.
E nemmeno le parole di conforto di Isa, riescono a farla riprendere.
Purtroppo non è facile togliersi di dosso una etichetta.
Anche se non si appartiene a quella categoria.
E vero che hai tempi che usciva con Oliver, si vestiva in modo provocante e mostrava atteggiamenti spinti.
Ma solo per lui e con lui.
"Lasciali perdere.
Sono dementi con segatura al posto del cervello."
Cerca di tirarla su Emma, capendo il turbamento di Scarlett.
E quanto sia difficile combattere contro la maschera che gli altri creano.
"Guarda me.
Dicono tutti che sono una pazza.
Ma ti assicuro che non è così."
Si giustifica Sofia, sotto lo sguardo esterrefatto di Emma e Isa.
Che alla fine non ce la fanno, e scoppiano a ridere.
"Harley Queen che si dice non folle?
Potevi inventare cazzata migliore."
La accusa Isa, senza smettere di ridire.
Iniziando così una faida tra nanismo e follia, che fa ridere anche Scarlett.
Per poi incrociare lo sguardo di Owen, anche se lui si trova distante e ci legge la fiducia verso di lei.
Il menefreghismo verso le malelingue, come in realtà ha sempre fatto in passato.
Senza mai farla sentire una poco di buono.
E ora, lo legge anche negli occhi delle sue nuove amiche.
Che conoscono bene la sua reputazione, eppure non l'hanno mai trattata diversamente.
Non hanno mai dato credito a quelle accuse infondate.
Ma un po' Scarlett si sente colpevole, poiché lei ha sfruttato molto quelle voci.
Perché ha visto gli occhi di Oliver accedersi di lussuria quando qualcuno aveva detto che era stata in bagno con un professore.
A quei tempi ha sfruttato quelle malelingue.
Capendo solo ora quanto un pettegolezzo possa macchiarti.
Ed è bello essere al centro dell'attenzione, sentirsi desiderati.
Ma poi le luci della ribalta, diventano coltelli che scivolano sulla pelle.
Diventano sguardi meschini, che seguono ogni suo sbaglio, per poi rinfacciarlo.
Ma Scarlett guarda le tre nuove amiche, le guarda mentre la invitano nella loro cerchia ristretta.
Nonostante tutto e tutti.
E si convince che ce la farà, che si ricostruirà una reputazione nuova
Anche se sa bene che non sarà facile.
"Ok, tutti in cerchio."
Lì richiama l'allenatore, invitandoli vicino al muro per arrampicarsi.
L'attrezzo un po' odiato da tutti.
"Oggi lavoreremo alla arrampicata, concentrando i muscoli delle braccia e delle gambe.
Un allenamento che farà bene a voi, ai giocatori di football e alle cheerleader."
I ragazzi, intimoriti dal prof, non osano sbuffare.
Sapendo bene che chi si lamenta, finirà a fare un ora di corsa.
"Equilibrio, concentrazione e buona forza muscolare.
Grazie a queste caratteristiche, che tutti avete, riuscirete nell'esercizio.
Arrivare in cima al muro e suonare la campana."
Continua, gesticolando con le mani i vari passaggi.
Mentre i più esperti, fanno piccoli esercizi di riscaldamento.
"Salirete in due e chi suona prima la campana, passa al turno successivo.
Finché non ne rimarranno solo due.
Chi dei due vincerà, potrà saltare due mie lezioni."
A questa notizia i ragazzi non possono trattenersi.
E urlano di gioia, irritando molto l'allenatore.
"Almeno fate finta che vi dispiaccia.
Vi meritereste altri tre giri di corsa."
E così come è arrivata, l'allegria se ne va.
Almeno superficialmente.
L'idea di saltare due lezioni, attira l'entusiasmo di tutti.
Rendendoli competitivi e concentrati.
"Sarete divisi in due fasce, maschi e femmine.
Muovetevi."
Fischia con forza, senza l'aiuto del fischietto, soddisfatto davanti ai due gruppi ordinati e pronti.
Il professore Turner non è cattivo.
Ma data la sua carriera militare, esige ordine e disciplina.
Caratteristiche che ha portato la squadra di football a vincere tre campionati.
I giochi iniziano subito.
Alternandosi tra il turno maschile e femminile.
Le ragazze che non praticano sport purtroppo sono presto fuori dai giochi.
Come anche i ragazzi.
Rimangono le cheerleader, i giocatori e, con molta sorpresa di tutti, Emma Lopez.
Che non appartiene alle due categorie.
Ma, come in pochissimi sanno, è una ex ginnasta a livelli regionali.
"Marco e Lucas, forza in posizione."
Ed eccoli uno di fianco all'altro, a gareggiare non solo su questo muro.
Ma anche in amore.
E si sfidano con lo sguardo.
Sanno entrambi che c'è molto di più.
E si sente la tensione.
"Via."
Urla il prof, facendo partire la scalata.
Non è un gioco, anche se è alta solo cinque metri, poiché i poggia piedi sono distanti tra loro e molto stretti.
Ma i due hanno uno scopo, un premio in palio.
E spingono su quello.
Lucas muove con sicurezza i piedi, pensando solo al sorriso di lei.
A come lo applaudirà quando vincerà.
Gli ultimi scalini, allunga la mano e la campana rimbomba.
Ha vinto Lucas, che sorride fiero di sé scendendo a terra.
Ma nessun premio gli viene dato, anzi, riceve solo un calcio in culo.
Quando vede Isa avvicinarsi a Marco, sorridente, dicendogli che è stato comunque bravo.
Lo dice a lui, mentre a Lucas nemmeno lo guarda.
E a che serve vincere mille gare, se poi non può condividerle con lei.
A che serve vincere se poi ha perso lei.
"Ok.
Sofia e Chloe.
Chi di voi due vince, andrà contro Emma."
Ormai siamo arrivati agli ultimi finalisti.
Quello con Emma sarà l'ultimo incontro, quello che Chloe aspetta da tempo.
Poiché non ha ancora digerito la storia con Caleb.
E il coinvolgimento nella Lopez, finita per sbaglio in un triangolo amoroso.
Ma a Chloe non importano le dinamiche.
Ma il risultato finale, cioè che Caleb non la vuole poiché vuole la Lopez.
E tanto basta per cercare vendetta.
Le due ragazze, di cui Sofia è ignara dei piani della bionda, si mettono in posizione.
Purtroppo un difetto di Sofia, cade perfettamente a pennello, il suo vizio di non allacciarsi le scarpe e Chloe lo sa bene.
L'ha osservata durante le ultime sfide, fissando quel laccetto aspettando questo momento.
"Via."
Prima che Sofia possa partire, quel laccetto finisce sotto la scarpa della bionda.
Che si scusa falsamente prima di iniziare la scalata.
L'inizio è essenziale.
E questo trucchetto assicura la vittoria alla bionda.
Che scende lentamente, fissando Emma con sfida.
Sentendosi finalmente alla fine dei conti.
Oliver e Lucas sono in posizione per l'ultima salita.
Ma Sofia non li degna di uno sguardo, avvicinandosi a Emma.
"Stai attenta, quella arpia non gioca pulito."
Lo sa bene Emma, lo vede nei suoi occhi fissi su di sé.
E i ragazzi acclamano Oliver, il vincitore.
Ma le due ragazze rimangono immobili.
Fisse una sull'altra.
Emma non sa cosa abbia la bionda contro di lei.
Ma è qualcosa di forte, dall'intensità del suo sguardo.
"Bene ragazze.
Tocca a voi."
Le due sfidanti, una davanti all'altra, si avvicinano alla parete.
Senza mai abbassare lo sguardo.
La tensione tra le due è palpabile.
E le amiche di Emma rimangono in prima fila, preoccupate di ciò che accadrà.
"Via."
E si parte a pari passo, alla stessa velocità.
Ma Chloe, fredda e calcolatrice, ha pianificato tutto.
Per sbaglio il braccialetto di perline si spacca e tutti i brillanti, naturalmente tarocchi, finiscono addosso ad Emma.
La mano destra sul viso per ripararsi gli occhi, mentre la sinistra la tiene salda alla parete.
Ma Chloe ha sempre un piano b.
Con un balzo si porta sopra Emma, ancora confusa dall'incidente.
E le pesta la mano salda, facendole perdere la presa.
Passano secondi di respiro, la salita di Chloe, mentre Emma fa di tutto per mantenersi salda.
E suona la campana, nell'esatto momento in cui Emma tocca terra.
"Emma."
Urla Sofia, inginocchiandosi vicino a lei.
La caduta non è stata alta, ma è comunque dolorosa poiché il peso del corpo è finito sulla caviglia sinistra.
"Fate spazio."
Si avvicina subito il professore, aiutandola a mettersi seduta.
"Dove senti dolore?"
Gli chiede cercando lividi superficiali.
Notando poi come si stringe la caviglia sinistra.
"La caviglia."
Sussurra, cercando di lenire inutilmente con la mano.
E il dolore aumenta quando il prof gli tocca la caviglia per costatarne i danni.
"Devi andare in infermeria.
Hai una caviglia slogata."
Si alza per chiedere chi voglia accompagnarla.
Ma c'è già chi è pronto a portarla via.
Qualcuno che ha visto la scena a rallentatore, che si è proteso in avanti per prenderla, ma che non ha fatto in tempo.
E la vista cadere davanti ai suoi occhi.
Per poi rimanere immobilizzato per la paura, che la sua caduta poteva essere più grave.
Ma ora, ora vede solo i suoi occhi lucidi.
La mano stretta alla caviglia.
E i denti che stringono il labbro per trattenere il dolore.
Ora vede solo lei ferita.
E non sa quale santo deve ringraziare per non esplodere di furia.
"Vado io."
Si fa avanti Oliver, sotto lo sguardo sorpreso del suo allenatore, che non conosceva questo suo lato altruista.
Lo guarda prenderla a sposa, con i bisbigli di tutti a segnare i suoi passi fuori dalla palestra.
Ma mentre Oliver mantiene uno sguardo duro e trattiene tra i denti la rabbia.
Sofia non è dello stesso avviso.
"Puttana.
Questa volta ti ammazzo."
Non raggiunge con le unghie Chloe, solo perché Rayan la tiene da dietro.
"Giuro che sta volta hai esagerato.
Ti strappo quelle ciocche finte una per una."
Anche Isa è furiosa, trattenuta a forza da Lucas.
Ed entrambi dovrebbero sentire i brividi, se la situazione non fosse estrema.
Anche lui è incazzato per la situazione dell'amica.
Ma, da bravo ragazzo, cerca di trattenere l'istinto omicida.
"È stato un incidente."
Si giustifica lei, senza nemmeno fingere.
Anzi sembra soddisfatta del risultato.
E questo fa incazzare ancora di più Sofia.
"Te lo do io l'incidente.
Sulla tua faccia."
Si muove peggio di una anguilla tra le braccia di Rayan.
Che si becca anche qualche gomitata, consapevole che non la tratterà per molto.
E lo stesso vale per Lucas con Isa.
Scarlett non interviene, solo perché non è presente.
Avendo seguito Oliver e Emma fuori dalla palestra, per recuperare le cose della Lopez.
"Basta."
Urla il prof mettendosi in mezzo, cercando di fermare questa sceneggiata.
"Sofia, Isa, recuperate la ragione.
Altrimenti vi faccio sbattere fuori dalle cheerleader."
Le due ragazze si calmano di colpo, senza però distogliere lo sguardo dalla bionda sorridente.
"E tu, togliti quella smorfia sorridente dal viso.
E fila dal preside."
Chloe si porta una mano al petto, offesa da come un semplice allenatore osi andarle contro.
" Mio padre non glielo permetterà."
Sbatte i piedi a terra, indignata.
Mentre il prof fa un passo verso di lei, fregandosene della minaccia.
"Me ne sbatto di tuo padre.
Dovrà baciarmi il culo per non farti espellere.
Ora fuori dalla mia palestra."
Si innalza un coro di applausi e a Chloe non resta che incassare il colpo e andare via.
Sofia salta via dalle braccia di Rayan, puntandole un dito contro.
"Ben ti sta stronza."
Decide soddisfatta, applaudendo anche lei.
Mentre Isa finalmente si rende conto di essere tra le braccia di Lucas.
"Scusa...
Io..."
Si allontana da lui, balbettando come una cretina.
Pensando a quanto si stava bene tra le braccia di lui.
"Isa...
Io."
Ma non c'è fortuna e il karma non vuole proprio sorridergli.
"Basta parlare.
Andate a cambiarvi, la lezione finisce qui."
Li riprende il professore.
Anche se è soddisfatto del suo operato e degli sguardi fieri dei suoi alunni.
Intanto, Scarlett è andata all'armadietto di Emma per recuperare la sua borsa.
Mentre quest'ultima è ancora tra le braccia di Oliver, immobilizzata dal calore della pelle di lui sulla pelle fresca di lei.
Quando arrivano in infermeria, essa è vuota.
"Dovremmo fare da soli."
Sussurra lui, mettendola seduta sul lettino.
E lo guarda mentre si aggira tra gli armadietti dei medicinali, osserva i suoi muscoli pompare, nonostante non stia facendo sforzi fisici.
Segno del suo nervosismo.
Ed Emma non sa parlare, semplicemente lo guarda, trattenendo il respiro quando si inginocchia davanti a lei.
Gli sfiora la caviglia, rubandole una smorfia di dolore.
"Scusami.
Ti ho..."
Ma lei nega, posando una mano su quella di lui.
E sono brividi che scorrono tra le dita dei due, che si scansano come colpiti da una scossa.
"Lasciami fare."
Lasciarti fare cosa Oliver?
Prendere la sua mente e disfarla a tuo piacimento?
Giocare con i suoi respiri, che passano dal bloccarsi al bruciare in gola.
La scarpa viene sfilata, seguita dalla calza.
E Emma trattiene un sospiro quando la mano dura di lui le sfiora il dorso del piede.
Fino a salire sul punto dolorante senza recar dolore ma piacere.
La pelle morbida di lei, in contrasto con le mani ruvide di lui.
Una pelle di porcellana contro una mano segnata da troppi pugni contro un sacco.
Ma Emma sospira a quel tocco e il sangue nelle vene di Oliver bolle a quel dolce suono.
Sale con la mano sul polpaccio nudo, creando ancora quel brivido, quel sussurro.
Ed è folle l'eccitazione di un semplice tocco, ma Emma lo subisce completamente, alzando il viso verso il soffitto.
Respirando in affanno per la carezza che sale fino al ginocchio per poi scendere.
Ed Oliver non sa che fare.
Se fasciarle la caviglia, o saltarle addosso e farla sua su questo lettino.
Poi la mano preme con più tatto sulla caviglia.
E lei si morde il labbro, ingoiando un verso di dolore.
Che finalmente mette a tacere gli ormoni di lui.
La voglia di averla su questo lettino è forte.
Averla davanti a sé, con solo un pantaloncino e un t-shirt, è illegale.
Ma qualcosa supera la passione.
La preoccupazione, l'essere cosciente che lei è ferita.
Così, trattenendo un gemito a contatto con la sua pelle morbida, le fascia con cura il piede.
Sfiorando di tanto in tanto il polpaccio.
Come un masochista che si fa del male con le proprie mani.
Ma non può negarsi anche quel tocco, poiché potrebbe diventare pazzo ora che sa quanto la sua pelle sia morbida.
Entrambi trattengono il respiro, finiti in un vortice di emozioni e ormoni.
Ma non sono soli.
Qualcuno li spia contrariato di quel tocco così intimo.
Un Caleb ancora offeso da come è finito il ballo di inverno.
Orgoglioso, quanto presuntuoso, fino al midollo.
È passato per caso davanti alla porta aperta dell'infermeria.
Attratto da un suono dolce e delicato, arrivato al suo orecchio solo grazie al silenzio che riempie i corridoi.
E guarda lei, persa a sospirare tra le braccia di un altro.
Lei che l'ha rifiutato e umiliato davanti a tutti.
Con un sorriso sadico, comparabile solo a quello della sua ex, tira fuori il telefono e fotografa i due piccioncini.
Mentre nella mente pensa a mille modi per usarla.
Per avere la sua vendetta perfetta.
Poiché è vero, Dio li fa e poi li accoppia...

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