capitolo 46 papà

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Emma è tra il sonno e la realtà.
Vive gli istanti che susseguono in scene a spezzoni.

Apre gli occhi, è in una macchina , tra le braccia di qualcuno, con sguardo fisso sulla strada che sfreccia fuori dal finestrino.
Chiude gli occhi.

Confusione, urla, il rumore di rotelle veloci su un pavimento.
Parole rubate ai sensi ovatti.

"Crisi...
Flebo...
Chiamate il dottore..."

L'odore di disinfettante, un liquido iniettato nel push.
E una voce che stranamente arriva chiara.

"Va tutto bene amore.
Papà è qui."

Possibile che la chemio sia così crudele da dargli le allucinazioni?
O è la malattia a consumare la sua mente fini alla follia?

Emma non lo sa, ma continua a chiederselo mentre chiude gli occhi perdendo di nuovo i sensi.

Poi una luce accecante, il suono di un carion, il calore di un bel sogno.

All'improvviso si ritrova nella sua vecchia cameretta, quella di quando viveva ancora in caserma.

"Il fuoco del drago surriscaldava la lama, ma la principessa non cedette mai."

L'unica luce presente è quella della lampada a forma di stella sul comodino.
Che crea un gioco di ombre sul viso del padre, impegnato a leggere un vecchio libro di favole.
Il primo che il padre gli abbia comprato, quando ancora era in fasce.

"Il cuore della principessa batteva forte, mentre lottava contro il fuoco del drago."

Continua il padre, chiudendo il libro e posandolo sul comodino.
Per poi rimboccare le coperte alla piccola Emma, che stringe a se un vecchio orsetto di peluche.

"E come finisce papà?
La principessa vincerà contro il drago."

Ormai Emma conosce a memoria le storie scritte su quel vecchio libro.
Tranne per il finale, che il padre cambia ogni volta.

È ormai un rito la lettura di queste favole, una tradizione per quando Emma è malata.
Oppure per quando il padre torna dai suoi lunghi viaggi.

"Lo sai come funziona.
Te lo dirò quando ti risveglierai."

Emma lo sa, ma ci prova ogni volta.
E sorride, solleticata dalla barba del padre che le sfiora la fronte mentre la bacia

"Ed ora ti devi svegliare Emma."

Emma guarda il padre confuso, anche perché la sta guardando preoccupato.

"Ti devi svegliare."

Ma cosa succede?
Perché sente la  mano del padre sulla sua, scomparire e allo stesso tempo stringere con più forza.

"Ti prego.
Svegliati."

E ad Emma manca il respiro, mentre viene ingoiata tra le lenzuola azzurre del suo lettino.

Di nuovo in oscurità che subito diventa luce, frastornando i sensi e i pensieri.

Poi di nuovo buio, la consapevolezza di essere sdraiata, il rumore del macchinetta del elettrocardiogramma.
E la voce del padre che le dice di svegliarsi.

Apre lentamente gli occhi, cercando di abituarsi alla luce al neon nella stanza.
Fissando la sagoma dell'uomo seduto vicino a lei.
Che non è Oliver.

Com'è possibile che il padre sia qui?
Quale allucinazioni può essere così forte da vederlo in carne e ossa.

I battiti del cuore aumentano, suonando nella stanza attraverso la macchinetta.

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