16. In falegnameria

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Grazie al piccolo scatto d'ira di Natsu, la loro vacanza settimanale si era conclusa in anticipo e il relax dato dal calore del fuoco del camino sulla pelle si era purtroppo trasformato in segatura.
Proprio così. Segatura.

Costretti in un modo o nell'altro a riparare i danni causati nel pub, il rosato se ne era uscito dicendo che era l'apprendista di un falegname di Magnolia e gli occhi brillanti del barista avevano segnato l'inizio del loro piccolo inferno.
Ecco perchè, una volta tornati a casa, erano caduti nelle grinfie di mr. Igneel, contento di vedere dei giovani sgobbare per riparare ai loro disastri.

E adesso, dopo quattro giorni di segatura, polvere, legno e scalpelli, oltre che lezioni perdute, i tre ragazzi (Levy se l'è svignata con la scusa di un esame) sono riusciti a costruire una sedia; traguardo abbastanza importante se non si considera che ha solo tre gambe, una delle quali più corta delle altre e perciò inutilizzabile.

"Cosa abbiamo sbagliato?" Si lamenta Lucy, togliendosi la visiera dagli occhi.

"Seguire le istruzioni del tuo animaletto da compagnia" risponde Gray irritato, "ecco cosa abbiamo sbagliato".

"Ehi! Io ho detto solo cose giuste" si difende Natsu ed il moro lo guarda male.

"Certo! Come 'tutte le gambe sono di venti centimetri' e poi ne segni quindici sul legno o 'devi mettere i chiodi grandi' e poi metti quelli piccoli."

Lui incrocia le braccia con aria trionfante. "Visto?! Ho detto tutte cose giuste".

"Si, ma poi hai fatto tutto il contrario, idiota!" Lo accusa Gray prendendolo per la sciarpa.

"Non ho mai detto di saperla costruire infatti, testa ghiacciata" e fa scontrare le loro fronti in tono di sfida.

Lucy sospira provando a separarli. "Abbiamo sprecato già abbastanza tempo senza che voi vi mettiate a litigare ".

"Sante parole, ragazza mia" esala Igneel poggiato allo stipite della porta a godersi lo spettacolino.

"Ehi vecchietto!" Lo fulmina il rosato, "Luce è mia, non tua".

"In realtà non appartengo a nessuno" sottolinea lei "e poi non lo diceva letteralmente". 

"Di questo passo, quel povero barista dovrà aspettare anni per riavere i suoi mobili" commenta l'uomo guardando la sedia.

"Colpa delle doti mancate del tuo apprendista" borbotta Gray.

"Posso ancora farcela, vedrai" e si mette a cercare delle nuove assi.
Lucy mostra i suoi occhi da cucciolo ad Igneel, speranzosa di avere la sua guida; le braccia e le mani le dolgono ed ha inalato così tanta polvere da fare concorrenza ad un aspirapolvere, perciò non vuole più affidarsi a quei due, nè tantomeno perdere altri giorni di lezione.

"Voi donne conoscete bene il nostro punto debole" si arrende Igneel, recuperando il metro e mostrando ai ragazzi passo dopo passo come costruire una sedia decente e soprattutto a quattro gambe, permettendo così a Lucy di prendersi una pausa.

La ragazza si siede su una panca, osservando i suoi amici collaborare e comportarsi seriamente per la prima volta.
Quei due sarebbero grandi amici se la smettessero di battibeccare su ogni cosa. In realtà sono abbastanza simili per certi versi, entrambi forti, leali, gentili e coraggiosi, ma al tempo stesso sono anche completamente diversi.

Il suo cellulare squilla per l'ennesima volta e non le serve guardare lo schermo per capire chi sia, d'altronde il numero sconosciuto che continua a chiamarla rimarrà senza risposta.

Gray la guarda di sottecchi mentre mette il silenzioso.
"Ehi" sussurra dando una gomitata al rosato, "quanto spesso squilla il cellulare di Lucy?".

"Troppo" alza gli occhi al cielo Natsu, "e quando non c'è quell'insopportabile canzoncina,  trema come quando c'è il terremoto".

Gray annuisce cupo. "E non hai notato nient'altro di strano da quando siamo tornati a casa?".

"Non mi pare. Cioè, Luce sembra ansiosa per qualcosa, ma credo sia normale, no? Ho combinato un gran casino al pub..." e si gratta il retro del collo colpevole.

"Tienila d'occhio, ok?".

"Certo, lo faccio sempre" ma quelle parole lo rendono in qualche modo agitato. Perchè quell'iceberg sembra preoccupato? Luce è forse in pericolo?.

La guarda da lontano e la trova incantevole anche con la segatura nei capelli, così, senza nemmeno accorgersene, si ritrova davanti a lei a passarle una mano in quei fili d'oro che profumano ancora di vaniglia.
Lei sorride dolce e gli passa la sua bottiglietta d'acqua.

Lui beve avidamente, per poi sedersi al suo fianco e appoggiarle una mano sul ginocchio. "Va tutto bene?" Chiede diretto.
È inutile girarci intorno.

"Certo, sono solo un po' stanca".

"Sicura che puoi stare qui? Ti ho fatto perdere molte lezioni in questi giorni".

"Stai tranquillo, troverò un modo per recuperare".

"Mi dispiace crearti sempre problemi".

"L'importante è riuscire a risolverli... e poi abbiamo passato un po' di tempo insieme" e poggia una mano sulla sua, "tra l'università e il tuo lavoro per qualche settimana ci siamo visti solo la sera".

"Io però ti tengo sempre qui" e si mette una mano sul cuore, "perciò eri sempre con me".

Lei sorride, ma Natsu nota quanto in realtà sia triste. Che le succede? Sta ancora pensando alla sua semi trasformazione?.

"Sei proprio sicura che vada tutto bene?" E quei meravigliosi occhi onice paiono scrutarla fin nelle profondità della sua anima, costeingendola a distogliere lo sguardo per non essere scoperta.

Si alza di scatto e si stiracchia. "Torniamo al lavoro, quelle sedie non si costruiranno da sole" esclama per distarlo.

Lui si alza e le bacia la fronte. "Qualsiasi cosa tu stia combattendo, avrai sempre il mio appoggio" e come se non avesse appena sganciato una bomba emotiva, si rimbocca le maniche e torna al lavoro.


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I'm in love with a Dragon {NALU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora