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La professoressa Kang fece partire la musica e le prime note aleggiarono in aula

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La professoressa Kang fece partire la musica e le prime note aleggiarono in aula. Nell'aria si fecero spazio le dolci melodie di un pianoforte e subito dopo anche quelle di una voce femminile.

La canzone fu subito riconosciuta dai ragazzi: era No Time To Die di Billie Eilish.

«... there's just no time to die»

Jimin fece avvinghiare le cosce al tessuto, issandosi in aria e facendo la prima piroetta, finendo a testa in giù.

Quel ragazzo, agli occhi del corvino, sembrò Lucifero, l'angelo a cui hanno tolto le ali.

Jimin era con la benda sugli occhi, a testa in giù, mentre si districava tra i tessuti velati, con una mano protesa verso l'alto.

Jungkook sentì il proprio cuore battere contro la gabbia toracica, avvertendo la pressione che saliva alle stelle.

Jimin era dannatamente bravo ed etereo.

Il biondo continuò nella sua danza, sospendendosi con le gambe e allargando le braccia.

Successivamente salì, facendosi avvolgere il busto dal tessuto.

Subito dopo aprì le braccia lentamente, mollando la presa, e rotolò giù, fermandosi con uno strattone a pochi centimetri dal pavimento, con il tessuto attorno al bacino.

Tutti, compresa la professoressa Kang, urlarono a quella mossa, aspettandosi che stesse cadendo.

Jimin si sciolse, girando intorno al tessuto appeso come una dea bensata, afferandolo poi con le mani e sospendendosi, alzandosi da terra e girando intorno.

Tutti i ragazzi erano letteralmente incantati.

«Cazzo, è bravissimo-» Hoseok bisbigliò all'orecchio del corvino, cercando di non farsi sentire.

Jungkook annuì freticamente, spingendolo lievemente per scrollarselo di dosso, per non perdersi un secondo dell'esibizione.

Jimin fece altre mosse, sospendendosi di nuovo, finché la musica non cessò e con essa anche l'esibizione.

«Bravo, bravissimo!» La professoressa Kang sorrise entusiasta, applaudendo.

Tutti gli altri la seguirono, battendo anch'essi le mani.

«Va benissimo ragazzi, per oggi è tutto, tornate a casa che chiudo le luci» La professoressa Kang invitò gli alunni a prendere le proprie cose.

«Ci becchiamo domani per le prove Kookie» Taehyung gli diede una pacca sulla spalla, avviandosi verso l'uscita.

«Tu non vieni?» Hoseok si girò verso il corvino.

Jungkook parve risvegliarsi dai propri pensieri. «Oh, certo, iniziate ad andare, devo fare una cosa-»

Il corvino si avviò verso gli spogliatoi, dove aveva visto sparire Jimin.

Non sapeva esattamente perché, lui non era per nulla quel tipo di persona, ma sentì il dannato bisogno di scusarsi con lui.

Jungkook, il ragazzo disadattato e stronzo come mai nessuno, sentiva il maledettissimo impulso di scusarsi con quel ragazzo dai capelli biondi.

Il corvino entrò, intravedendo il ragazzo in questione seduto su una delle panchine.

Jimin era seduto a gambe leggermente aperte, con la t-shirt appiccicata addosso per il sudore, ancora leggermente affannato per lo sforzo fisico.

Aveva tra le mani una sigaretta, che fumava velocemente, facendo profondi tiri.

Jungkook, a quella vista, deglutì leggermente, sentendosi avvampare.

«Un professore non dovrebbe fumare negli spogliatoi-»

«Cristo-» Jimin sussultò, portandosi una mano sul petto. «Mi hai fatto venire un colpo»

Jungkook rise, avvicinandosi al biondino. «Ne hai una anche per me?»

Fece un cenno con la testa, indicando la sigaretta che il biondo aveva tra le mani.

Jimin lo guardò malamente, per poi roteare gli occhi.

Prese una Marlboro Gold dal pacchetto e gliela lanciò addosso.

Il corvino la prese al volo, sedendosi poi sulla panchina di fronte al biondo.

«Credevo che mi avessi preso per una troia, non per un tabacchino» Jimin fece un profondo tiro di sigaretta, spegnendosela poi sul ginocchio.

Jungkook schiuse la bocca, sorpreso sia dal fatto che il biondo l'avesse sentito prima sia per quella strana azione.

Una piccola goccia di sangue scese dal punto in cui Jimin aveva schiacciato il mozzicone ancora accesso.

Il biondo la guardò con indifferenza, prendendo l'accendino e dandolo al corvino.

«Grazie-» Il corvino rispose imbarazzato. «Senti, volevo chiederti scusa per prim-»

Jimin rise. «Oh ti prego, risparmiatela-»

Il ragazzo lo guardò sorpreso, il biondo invece si limitò ad uno sguardo di disprezzo.

«Quelli come te li conosco benissimo-» Jimin si alzò, prendendo il suo borsone.

«Siete tutti uguali, vedete una persona con dei vestiti attillati addosso e vi sentire nel cazzo di diritto di giudicarla o di dare per scontato che scopi anche con i cassonetti-»

Jimin si avvicinò a Jungkook, il quale si era alzato a sua volta, preso dal panico.

Il biondo si accostò così vicino al viso del ragazzo che quest'ultimo potè sentire il suo respiro caldo sfiorargli le labbra.

«Non so quale cazzo di problema tu abbia ma non riversare il tuo dolore su di me, perché questo non ti darà la pace che cerchi-» Jimin si leccò le labbra secche, fissando quelle dell'altro per un secondo.

«Stammi semplicemente lontano» Il biondo sorpassò Jungkook, dandogli una spallata e uscendo fuori.

Jungkook gettò la sigaretta, con frustrazione, rimasto ormai solo nella stanza.

Il suo cuore, alla vicinanza del ragazzo, aveva preso a battere all'impazzata e lui non riusciva proprio a spiegarsi per quale diavolo di motivo si sentisse lo stomaco sotto sopra.

«Fanculo-» Il corvino diede un pugno nel muro. «Fanculo!»

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nota: volevo chiedere se la storia in generale stesse piacendo, soprattutto la strutturazione dei personaggi.

JUST ANOTHER DANCER | JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora