trentatré;

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Jungkook si spazzolò i capelli con le mani tremanti, prima di lasciare l'appartamento per prendere la propria macchina

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Jungkook si spazzolò i capelli con le mani tremanti, prima di lasciare l'appartamento per prendere la propria macchina.

Aveva lezione di danza quel giorno, ed erano passati tre giorni da quando Jimin era letteralmente sparito da casa sua.

Il corvino, non sapendo come comportarsi, e non avendo modo di contattare il biondo, aveva deciso di non farsi vedere, ma quel giorno doveva per forza tornare perché senza di lui il gruppo non poteva provare le coreografie per l'esibizione.

Jungkook salì in auto, deglutendo per l'ansia e girando la chiave.

«Merda, ora vomito-»

Jungkook tossì, mentre sentiva lo stomaco attorcigliarsi. La paura di rivedere Jimin era tanta, e non sapeva perché.

Dopo un quarto d'ora passato nel traffico, finalmente arrivò, parcheggiando al solito posto.

Appena scese dalla macchina notò l'auto di Jimin di fronte l'entrata del centro di danza.

«Non ci credo-»

Jungkook parlò a bassa voce, tra sé e sé, non credendo si suoi occhi.

Si avviò verso l'entrata, fermandosi quando vide Taehyung correre verso di lui.

Il moro arrivò proprio di fronte ai suoi piedi, guardandolo con gli occhi spalancati.

«J-Jungkook, ascoltami bene-»

Il moro parlò con il fiatone, mordendosi il labbro per il nervoso.

Si avvicinò al corvino, afferrandolo per le spalle.

«Promettimi che qualsiasi cosa vedrai non darai di matto-»

Jungkook si accigliò, sentendo la gola seccarsi, le labbra completamente asciutte.

«Taehyung, che cazzo stai dicendo?»

Il corvino strinse i pugni.

Il moro deglutì, abbracciando il ragazzo, titubante.

«Jimin è in aula a fare lezione-» Il moro prese una pausa.

«L'ha accompagnato un ragazzo che dice a tutti di essere il suo fidanzato storico e che ora si è trasferito anche lui qui-»

Jungkook, che aveva la testa del moro appoggiata sul petto, schiuse le labbra, pietrificato.

Il suo battito cardiaco aumentò, fino a sentire un ronzio nelle orecchie per la pressione alta.

«T-Taehyung-» Il corvino parlò con voce incrinata.

«N-Non può essere vero-»

Taehyung si staccò, guardandolo intensamente.

«Andiamo a lezione, così vedrai con i tuoi stessi occhi-»

I due si avviarono verso l'aula C, Taehyung che andava avanti a passo svelto e Jungkook che lo seguiva lentamente, come un condannato che va al patibolo.

La testa iniziò a girargli, mentre nel cervello iniziavano a frullargli le peggiori idee.

Jimin era fidanzato? Quindi aveva fatto le corna a questo presunto ragazzo con lui?

Lui era l'amante? Era stata tutta una presa in giro? Jungkook non poteva crederci, non voleva crederci.

«Sei pronto?» Taehyung gli prese la mano, stringendola.

Jungkook annuì. «A-Andiamo»

I due entrarono, e tutti gli occhi furono su di loro.

Jimin, che era distratto, non si era girato.

Il corvino lo guardò, notando come il biondo stesse tra le grinfie di un ragazzo che non aveva mai visto in vita sua.

Jungkook quasi si sentì svenire quando vide lo sconosciuto baciare le labbra di Jimin come se fosse la cosa più normale e naturale del mondo.

«Bene Jeon, sei arrivato-»

Jimin parlò con voce meccanica, staccandosi dal corpo dello sconosciuto e mettendosi di fronte al gruppo classe.

Jungkook era semplicemente senza parole, sudando freddo e restando impalato nel mezzo dell'aula.

«Tu e Kim dovreste provare la coreografia di God's Menù dei Stray Kids»

Jimin parlò di nuovo, guardando un punto indefinito della sala, senza mai guardare Jungkook negli occhi.

Il corvino, sentendo la delusione e la rabbia salire, decise di stare al suo stesso gioco, in cerca di vendetta.

«Certo, professor Park-»

Jungkook si avvicinò a Taehyung, tirandolo a sé. «Proviamo, allora?»

Taehyung annuì, arrossendo.

Le ragazze, conoscendo bene la coreografia, si misero davanti ai due ragazzi, in attesa di vedere il corvino muoversi con quel corpo da Dio che si ritrovava.

Jungkook si mise in posizione, iniziando a ballare con tutta la forza che aveva, scaricando la rabbia e la frustrazione.

«Cookin' like a chef, I'm a 5 star»

Il corvino continuò a ballare, incrociando ogni tanto lo sguardo del ragazzo sconosciuto che sembrava studiarlo con disgusto.

Jungkook continuò a muoversi, finché non iniziò ad immaginare il ragazzo sconosciuto mentre prendeva Jimin e lo  baciava, scopandolo, toccandolo ovunque.

La sua immaginazione lo stava pugnalando alle spalle.

Jungkook rivide il loro bacio nella propria mente decine di volte, sentendo la nausea, sentendo le gambe molli.

Non ce la faceva, non poteva vendicarsi, non poteva reagire come al suo solito, non poteva fingere.

Non questa volta.

Questa volta Jimin aveva esagerato, questa volta non ce l'avrebbe fatta a fare finta di essere il ragazzo stronzo della situazione.

Il suo cuore faceva dannatamente male.

La musica venne fermata, visto che il corvino si era praticamente imbambolato in mezzo alla sala.

Jungkook portò una mano davanti alla bocca.

«S-Scusate, ma io mi ritiro dall'esibizione»

Il corvino corse via dalla sala, precipitandosi nel primo bagno vicino.

Aprì la porta, fiondandosi in uno dei cubicoli, dimenticandosi persino di chiudere la porta.

Sollevò il coperchio del water, inginocchiandosi a terra e rimettendo tutto quello che aveva nello stomaco.

Jungkook si asciugò le labbra con della carta igienica, prima di scoppiare a piangere, singhiozzando.

«N-Non ce la faccio»

JUST ANOTHER DANCER | JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora