ventotto;

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«Sono Yoongi, il suo ex-»

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«Sono Yoongi, il suo ex

Jimin schiuse le labbra, sbattendo più volte le palpebre.

«Ah-» Il biondo indietreggiò leggermente. «Io non-»

Il menta lo interruppe bruscamente, incrociando le braccia. «Tu cosa sei? Il suo nuovo scopamico?»

Jimin, quasi come bruciato da quelle parole, si allontanò ancor di più dal ragazzo.

«C-Come osi?» Il biondo tremò dalla rabbia.

«Forse non lo sai ma qui sono un professore, quindi cerca di mantenere i toni bass-»

Il menta scoppiò a ridere. «Tu? Un professore?» Yoongi si portò una mano a mantenersi la pancia.

«A chi hai dato il culo per avere questo posto?»

Jimin sgranò gli occhi, completamente scioccato da tutta quella impertinenza.

«Senti, non mi interessa chi cazzo sei, semplicemente stai lontano da Jungkook, sono tornato per riprendermelo-» Il menta sogghignò.

«Ha sempre avuto un debole per me, è come burro tra le mie mani-»

Jimin raccolse in fretta le sue cose, scioccato dagli avvenimenti accaduti negli ultimi minuti.

Si mise il borsone sulla spalla, fronteggiando il menta.

«Mi chiedo come diavolo abbia fatto una persona dolce come Jungkook a stare con un coglione come te-»

Yoongi lo fulminò con lo sguardo, incrociando le braccia. «Jungkook dolce? Ma non farmi ridere-»

Il menta si leccò le labbra, sorridendo maliziosamente. «A Jungkook interessa solo il sesso, è bravissimo solo in quello, perché credi che sia qui?»

Jimin scosse la testa, disgustato. «E allora perché l'hai lasciato se ti piaceva così tanto?»

Il menta parve stupito, non aspettandosi che Jimin sapesse che fosse stato lui a lasciare effettivamente Jungkook.

Yoongi si fissò le unghie, come se fosse annoiato da quella conversazione.

«Quando è morto il padre è diventato tutto depresso, insopportabile, davvero-»

Jimin strinse i pugni, sentendo la rabbia montare.

Yoongi continuò. «Ma credo che ora gli sia passata, quindi eccomi qui-»

«Sei un coglione-» Jimin si affrettò verso l'uscita, dirigendosi a passo svelto verso l'aula della Choi, in direzione di Jungkook.

Yoongi immediatamente lo seguì, sperando di arrivare al corvino.

Il biondo entrò spalancando la porta, interrompendo la lezione bruscamente.

Immediatamente la musica fu fermata.

«Professor Park, le serve qualcosa?»

La professoressa Choi sorrise a Jimin, nonostante quest'ultimo avesse interrotto la lezione maleducatamente.

«I-Io» Jimin boccheggiò, congelandosi quando sentì la porta alle spalle aprirsi.

Tutti guardarono il biondo ed il menta confusi.

«Yoongi?»

Jungkook si fece strada tra gli alunni, arrivando al menta.

«S-Sei tornato?»

Jungkook guardò il menta con un'espressione completamente vuota.

Jimin, totalmente ignorato, sentì una strana emozione dentro di sé.

Paura.

Paura di essere rimpiazzati.

Paura di essere sostituiti.

«M-Mi scusi professora Choi, ho sbagliato aula-»

Jimin, con la velocità di un fulmine, si precipitò fuori dall'aula, dirigendosi con gli occhi lucidi verso il bagno.

Quando entrò e si chiuse a chiave in un cubicolo col water, si sedette immediatamente a terra, portando la testa tra le ginocchia.

«C-Calmati Jimin, va t-tutto bene-» disse il biondo a sé stesso.

Jimin incespicò con il borsone, cercando velocemente le proprie sigarette.

Ne accese una con mani tremanti, facendo cadere l'accendino un paio di volte. Appena la sigaretta fu accessa, ispirò profondamente e con velocità, tossicchiando.

«Jimin!»

La voce di Jungkook arrivò alle sue orecchie, seguita dal rumore della porta del bagno che si chiudeva.

Jimin rimase in silenzio.

«Jimin, cosa ti ha detto Yoongi?»

Jungkook si avvicinò al cubicolo dove proveniva l'odore di fumo, accarezzando la porta, come se la sua mano potesse attraversarla e toccare Jimin.

«Jimin-ssi, non mi interessa nulla di lui, voglio solo te, non punirmi per qualcosa che non ho fatto-»

Il biondo strinse le palpebre, sentendo le lacrime scendere. Perché era così difficile fidarsi?

Un singhiozzo scappò dalla sua gola, tradendolo.

Jungkook immediatamente si spiaccicò alla porta, poggiandovi contro il viso.

«Jimin-ssi, anche se sei arrabbiato con me, per favore, non spegnerti quella sigaretta addosso-» La voce del corvino si incrinò.

Il biondo, divorato dai sensi di colpa, portò la mano alla porta, aprendola. Jungkook, immediatamente, entrò dentro.

«Piccolo, non devi piangere, perché piangi-» Jungkook si inginocchiò, stringendo tra le braccia il biondo che ormai singhiozzava sommessamente.

«M-Mi dispiace-» Jimin tirò su col naso. «L-Lui è così bello»

Jungkook corrucciò le sopracciglia, confuso.

«Ho avuto paura che volessi tornare da lui, Yoongi ti rivuole-» Jimin si nascose con il viso nel petto di Jungkook.

Il corvino lo accarezzò, comprendendo le fragilità dell'altro. Jimin era a pezzi, era così vulnerabile, così insicuro di sé stesso. E Jungkook in quel momento se ne stava rendendo conto per davvero.

Ma perché diavolo era così? Cosa gli avevano fatto?

Il pensiero del corvino tornò al discorso che aveva avuto con il medico la settimana prima, ma decise di non pensarci o comunque di non chiedere nulla a riguardo in quel momento.

«Jimin, guardami-»

Jungkook sollevò il viso del biondo, tenendo tra le dita le sue dolci guance paffute.

Jimin lo guardò, con gli occhi arrossati e pieni di lacrime.

«Non vado da nessuna parte-»

Jungkook lo baciò dolcemente, assaporando le dolci labbra umide dell'altro.

«Domani ci parlerò e gli dirò di andarsene-»

JUST ANOTHER DANCER | JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora