Capitolo 31

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Buonsalve genteeee! Pls, leggete.

Allora volevo ringraziarvi per continuare a seguire la storia, nonostante spesso sia in ritardo per un motivo o per l'altro. 

Esiste questa cosa della 'maratona' nelle storie spagnole. Non l'ho mai vista in storie e/o traduzioni italiane, ma è una cosa che vi piacerà. In pratica l'autore/autrice (o nel mio caso traduttore/traduttrice) posta dai 3 ai 4 capitoli uno dopo l'altro nello stesso giorno. 

Ora, siccome sono una brava persona e ve lo meritate, ho tradotto, nel frattempo, un bel po' di capitoli.

Quindi.. pront* per questa maratonaaaa?

Posterò quattro capitoli di seguito perché vvb.

Godetevi il primo dei quattro!

1/4

Elizabeth si svegliò e cercò il suo telefono per vedere l'ora. Erano le sei e un quarto del mattino e, come ogni giorno, non riusciva a tornare a dormire. Forse era a causa di tutti gli anni che aveva trascorso a stare fino a ventiquattro ore in ospedale, quindi il suo corpo si era abituato a poche ore di sonno.

Entrò nel corridoio e notò che la porta della stanza di Lauren era abbastanza aperta da riconoscere due persone abbracciate sul letto. Elizabeth non voleva essere una stalker, ma la curiosità era più forte di lei, quindi si fermò sul posto e si sporse da fuori alla porta. Camila stava abbracciando Lauren con un braccio floscio intorno alla vita e la testa di Lauren era sul petto della fotografa. Elizabeth sorrise a se stessa e lasciò la stanza per andare in cucina.

Era andata a trovare Lauren solo una volta, oltre a quello, e non sapeva molto bene dove fosse tutto o come funzionassero le cose a casa sua. Ma usò un po' di logica e trovò alcune delle cose che stava cercando. Fece un caffè e un toast con la marmellata, mentre controllava le notizie sul suo telefono.

Lauren apparve poco dopo, camminando pigramente mentre legava i capelli in maniera distratta con l'elastico che portava sempre al polso. Aprì il frigorifero e tirò fuori una bottiglia d'acqua, bevve un lungo sorso e saltò quando trovò sua madre seduta al bancone.

"Maledizione, mi hai spaventata", balbettò, asciugandosi le gocce d'acqua che le erano cadute sul mento e parte della sua maglietta di flanella. Elizabeth la guardò con rimprovero.

"Linguaggio, Lauren Michelle."

"Ho ventitré anni e sono a casa", protestò. Elizabeth la guardò fissa negli occhi.

"va bene, scusa mamma."

Elizabeth sorrise vittoriosa e rise piano.

"Buon giorno, tesoro."

"Buongiorno mamma... Che fai mangiando solo quello? La mia cucina sembra letteralmente un supermercato, quindi basta scegliere. O vuoi uscire per colazione? Possiamo andare dove vuoi..."

"È troppo presto per quello."

"A New York, qualsiasi ora è buona per fare colazione", la rassicurò.

"Immagino che potremmo andare più tardi, se vuoi. Perché sei sveglia così presto?"

"Devo andare in palestra."

Elizabeth annuì, non sapendo esattamente come funzionassero i programmi di Lauren. Tutto quello che le avesse mai detto era "non sono mai occupato per te, ma se provi a chiamarmi la mattina, non posso assicurarti che risponderò rapidamente."

"E poi?"

"Vengo a prenderti per andare a fare colazione, e poi devo andare in piscina."

"E Camila?"

girls do it better; camren [Traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora