Capitolo 50

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Rayan
Sono fuori al terrazzo di casa sono le 2.30 circa.
Ariel non è ancora rientrata.

Stasera ho cenato a casa con Mia,un'amica che non vedevo dai tempi del college e che mi aiuterà a relaizzare una sorpresa per Ariel.

In queste settimane per non farle capire nulla, sono stato un pó distante da lei. Voglio lasciarla senza parole. Spero non interpreti male il mio comportamento anche se prima mi ha trattato con estrema freddezza, avrei voluto baciarla e prenderla avanti allo specchio con quei vestiti.

Ho pensato a lei per tutta la sera. L'idea che sia stata in un locale pieno di ragazzi e uomini pronti a farle o a pensare di farle qualcosa  mi ha fatto stare male e ho deciso di organizzare questa cena per tenermi occupato e farle godere questa serata tra ragazze senza intromettermi.

Mentre sto parlando con Mia la mia attenzione è catturata dal rumore di un motore, sembra provenire dal garage del palazzo.
Mi affaccio ed è la Range Rover di Ariel.
Prendo il telefono, guardo l'ora sono le 3.00.
Chiamo Luca.
"Ciao Rayan" risponde al secondo squillo.
"Ciao, quando tornate?" chiedo.
"Ma siamo rientrati 10 minuti fa" dice.
"Ok" rispondo freddo, c'è qualcosa che non va.
"È tutto apposto?" chiede Luca.
"Non so ti tengo aggiornato".

"Si è fatto tardi, è meglio che vada" dice Mia.
"Si" l'accompagno all'ascensore, ci salutiamo con due baci.

Ritorno in salotto e il cuore sembra esplodermi dal petto, sul tavolo ci sono le sue chiavi di casa. Un senso di ansia mi assale.
Cazzo penso, mi porto una mano tra i capelli.

Inizio a chiamarla. Non risponde. Cazzo cazzo.
Provo con un messaggio.
R: amore dove sei?

Passano svariati minuti e nulla.
Chiamo e non risponde.

Dopo 50 chiamate risponde.
"Dove sei?" chiedo
"Vaffanculo mi fai schifo" dice piangendo.
"Ariel non è come credi" dico ma ha già staccato la chiamata.
Richiamo e parte la segreteria.

Sono un coglione. Avrei dovuto dirglielo. Chissà quanti pensieri sbagliati si sta facendo in questo momento.
Ho il cuore a pezzi. Che cazzo ho fatto.

Mi metto il giubbotto prendo le chiavi dell'Audi ed esco a cercarla.

C'è un solo posto in cui puó essere andata. Vado diretto verso casa sua. Entro nel vialetto e vedo la Range Rover bianca è parcheggiata avanti all'ingresso. Tiro un respiro di sollievo almeno è al sicuro.
Entro in casa.
Si ho un mazzo di chiavi di casa loro.

Salgo le scale. Giro la maniglia per aprire la porta della sua camera ma è chiusa a chiave.
Frustrato inizio a bussare.

Ariel
Sento bussare alla porta della camera ininterrottamente.

"Tom vai via" dico mezza addormentata.
"Ariel apri" riconosco quella voce, è Lui.
"Vai via" dico.
"Lascia che mi spieghi" dice.
"Non abbiamo niente da dirci"

"Dormo sul divano, ne parliamo domani" sento i passi sulle scale, mi giro sul fianco destro e mi addormento.

Mi sveglio, mi stropiccio gli occhi.
Rayan è seduto sul letto e mi guarda con ansia.
Mi tiro su velocemente.
"Come sei entrato?"
Guardo la porta e vedo la maniglia per terra.
"Cosa vuoi da me?" chiedo.
Mi fa male guardarlo, mi ha ferita.

"Ariel non è come credi" dice.
"E cosa credo io? Io credo di aver avuto la risposta ai mie dubbi, alle settimane di indifferenza.
Sei ritornato ogni sera sempre più tardi, eri con lei?.
Da quanto dura?"
Si passa una mano esasperata tra i capelli.
"Sei gelosa?"
"Sei serio?" urlo.
"Fidati di me. Se volevo tradirti non lo facevo in casa nostra, non facevo preparare la cena da Ester che ti considera come una sua figlia".
"E allora perchè non mi hai detto della cena?"
"Perchè volevo che ti divertissi e che passassi una serata da ventenne quale sei con le tue amiche" dice.

"Chi è?".
"Mia si chiama".
"Nome da stronza".
"Quando la conoscerai cambierai idea" dice appoggiandosi a me.
Alzo gli occhi al cielo.
"Non mi toccare"
"Basta" dice con tono serio.
"Non è niente, non devi essere gelosa e non puoi rovinare i mie piani" dice arrabbiato.
I suoi piani?

"Ora torniamo a casa" mi afferra e mi porta giù. Protesto ma mi ritrovo sul sedile dell'Audi con la cintura allacciata e con Luca che mi guarda divertito dalla Range Rover.

"Ti odio" dico.
"Lo so che non è così" dice con sguardo vittorioso.

"Ho fatto anche assenza ai corsi oggi per colpa tua".
"Ti firmo la giustifica" scoppia a ridere.
"Stronzo".

Arriviamo a casa.
Entro di fretta e furia in bagno. Mi guardo allo specchio sono un disastro. Mi strucco, ho il mascara che mi riga le guance. Il rossetto sbavato.
Mi spoglio e mi infilo sotto alla doccia.
Lo vedo entrare in bagno mentre mi insapono.
Mi giro di spalle per non guardarlo.

Dopo poco due braccia mi afferano e mi ritrovo appoggiata con la schiena al suo petto.
Sento la sua erezione pulsare dietro di me.

"Mi sei mancata" dice.
Mi giro per guardarlo, siamo occhi negli occhi.
"Ti amo" dice.
Distolgo lo sguardo. Con una mano mi afferra il mento e riporta i miei occhi in direzione dei suoi.
"Credimi".
Inizio a piangere. Lui mi stringe a se fortissimo.
"Mi dispiace" sussurra.
"Avrei dovuto dirlo, scusami".

Sollevo il viso dal suo petto e gli do un lieve bacio.

Usciamo dalla doccia. Infilo l'accappatoio e vado in camera. Mi asciugo velocemente, tolgo l'accappatoio e lo lascio scivolare a terra, resto nuda. Mi volto, lui è in piedi e mi osserva appoggiato alla porta del bagno.
Guardo l'orologio sono le 10.00.
"Non vai a lavoro?" chiedo.
"Ho di meglio da fare" dice spogliandosi dell'accappatoio.
I miei occhi cadono sulla sua enorme erezione. Si avvicina a me con passo svelto. Lo blocco.
Gli afferro il viso e lo bacio con foga. Percorro il suo collo lasciando tanti piccoli baci, continuo sul petto, mi inginocchio e gli bacio i fianchi. Alzo gli occhi per incontrare il suo sguardo e poi prendo la sua erezione e me la infilo in bocca. Lo guardo chiudere gli occhi e schiudere la bocca. Emette dei piccoli gemiti di piacere che mi fanno eccitare ancora di più.
Infila una mano tra i miei capelli e segue i mie movimenti, avanti e dietro spingendomi sempre più in profondità.
"Mi fai impazzire" dice e geme.

Mi afferra per le spalle e mi appoggia al letto, si inginocchia, mi apre le gambe portandosele sulle sue spalle e inizia a leccarmi il clitoride, gonfio e sensibile. Scosse di piacere mi percorrono tutta. I movimenti si fanno sempre più veloci.
Ansimo e gemo. Sento un calore pervadermi il basso ventre, scoppio nella sua bocca, ansimando dal piacere.
Si solleva leccandosi le labbra.
"Il sapore più buono del mondo" dice.

Mi porta al centro del letto, si posiziona tra le mie gambe e si infila dentro di me. Ogni spinta che mi da la sento amplificata dopo l'orgasmo precedente.
"Posso?" chiede.
Annuisco e si lascia venire dentro di me, sento il suo calore invadermi.

"Non farlo mai più" dico accoccolandomi sul suo petto.
"Mai più" dice.
Ci addormentiamo così nudi e abbracciati.

Il migliore amico di mio fratello... Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora