Capitolo 57

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"Hai due tette enormi" dice Nicole con stupore.

Mi guardo allo specchio per constatare ció che dice.
Ed è vero, il seno sembra esplodermi dal reggiseno.
È arrivato il momento di comprare abiti premaman anche se la pancia non sembra spuntare ancora.
La mamma di Rayan mi ha detto che quando era incinta di lui la pancia le è spuntata dal sesto mese in poi. Chissà penso.

Oggi è l'ultimo giorno di corso prima delle vacanze estive. Tra qualche mese sarà già trascorso un anno da che io e Rayan stiamo insieme. Ripenso a tutto quello che è successo in quasi un anno: il fidanzamento, la proposta di matrimonio e soprattutto saró mamma. A volte ho un pó paura di non esserne all'altezza, poi mi dico che mi basterà mettere al mondo questa vita e tutto poi sarà naturale. Ogni cosa seguirà il suo corso.

Esco di casa velocemente. Accompagno Nicole a casa, ha dormito con me in questi giorni perchè Rayan e Tom sono fuori per lavoro. Qualcosa mi dice che non è solo questo il motivo, ma non voglio stressarmi con paranoie inutili, quando sarà il momento e se davvero c'è qualcosa Rayan me lo dirà, spero.

Arrivo al campus con un pó di ritardo. Quando entro in aula incrocio lo sguardo delle mie amiche che mi sorridono ricambio e prendo posto.
"Come sta signorina Adams?" chiede la professoressa di Design. Da quando le ho detto che sono in attesa è diventata molto più gentile.
"Tutto bene la ringrazio" dico sorridendo.
"Se vuole puó prendere la sedia girevole, è molto più comoda" mi dice con dolcezza.
Ella si alza e me la prende.
Gli altri ci guardano un pó stupiti, nessuno sa che sono incinta, solo i docenti e le mie amiche.
Ho dovuto dirlo ai docenti perchè spesso ho urgenza di andare in bagno.
Spero di non prendere tanti chili, l'unica cosa gonfia per ora è solo il mio seno.

Noto uno dei miei compagni di calsse Aron che mi guarda e mi sorride. Ricambio il sorriso. Sono giorni che si comporta così, forse ha capito qualcosa.

A fine lezione mi si avvicina.
"Hei" dice.
"Ciao Aron, come va?" chiedo.
"Bene, te?"
"Tutto bene" dico.
"Senti , volevo chiederti se...si bhè se ti andava qualche volta di uscire insieme" chiede guardandosi le scarpe.
Gli sorrido. "Aron. Se non stessi per sposarmi e non fossi in dolce attesa, mi sarebbe piaciuto".
Lui mi guarda sconvolto.
"Sei incinta?"
"Si" dico.
"Auguri e fortunato il tuo quasi marito" dice sorridendo ma nel suo sguardo si percepisce un pó di delusione.
"Grazie. Buone vacanze, ci vediamo a settembre" sorrido.
"Si" dice e si allontana.

Raggiungo Ella, Anna e Amanda oggi pranziamo insieme.
"Domani siete tutte invitate a casa mia" dico "Una bella giornata in piscina per rilassarci, poi shopping e poi cena fuori. E non si accetano no come risposta".
"Va bene" dicono in coro.

Quando finiamo di pranzare, ritorno alla macchina.
Prendo il telefono dalla borsa. Trovo un paio di chiamate perse. Prima di Rayan vivevo praticamente con il telefono incollato alle mani, ora sto ore senza vederlo.
Lo richiamo.

"Finalmente"
"Ciao anche a te amore" dico.
"Mi manchi" dice sospirando.
"Manchi tanto anche tu"
"Come stai ?"
"Sto bene, io e tua/o figlio/a abbiamo fatto una conquista oggi" ridacchio.
"Ah si? Chi è il fortunato?"
"Un mio compagno di corso, non sai com'è ci è rimasto quando gli ho detto che sono incita e che sto per sposarmi" .
Rayan sospira. Mi piace farlo ingelosire.
"Poverino, immagino. Non vedo l'ora di tornare lì"
"Ma quando?" chiedo.
"Un altro paio di giorni e sono lì promesso".
"Ti amo" dico.
"Ti amo " e stacca.

Ritorno a casa, la nostra nuova casa. Digito il codice, il cancello automatico si apre, parcheggio nel vialetto, esco dalla macchina e come mio solito vado prima a salutare Ester. Busso alla sua porta rossa, lei mi apre, è sempre sorridente.
"Giusto in tempo per il caffè" esclama.
Bevo un sorso di caffè e mi disgusta. Lo sputo subito nel lavello e dopo un poco mi avvio al bagno per vomitare. Mi lavo e ritorno da Ester.
"Nausea, è tutto normale" mi rassicura.
"Ma non al caffè" sbuffo. È la cosa che amo di più al mondo e ora mi disgusta anche solo sentirne l'odore o berne un piccolo sorso.
"Passerà piccola" dice Ester dandomi un lieve bacio sulla guancia.

Entro in casa nostra e decido di farmi una bella doccia. Fa caldissimo, preparo una vasca con acqua tiepida , leggermente fresca e mi immergo.
Un brivido mi percorre quando il mio corpo accaldato entra a contatto con l'acqua fresca ma dopo poco mi abituo e mi rilasso completamente.

Esco dalla vasca indosso l'intimo e decido di inviare una foto a Rayan.
Gli invio una foto di me seduta sul letto in intimo.

R: Che occhi! Sembrano più grandi, ma ora che torno devo costatare meglio, da vicino
R: vorrei essere lì.
A: machi!
R: tanto?
A: tantissimo. Soprattutto di notte.
Decido di stuzzicarlo un pó.
R: appena ritorno mi impegneró a recuperare .
A: ti conviene!

Verso le otto di sera arriva Nicole, quando la apro ha in mano due pizze e un sacchetto con il gelato.
Entra e ci sistemiamo in giardino.
"L'hai allestito proprio bene" dice Nicole.
"Sono contenta che ti piaccia".
"Ho invitato le ragazze domani" dico.
"Alice anche?"
"Cazzo. Mi sono dimenticata" prendo il telefono e le mando un messaggio.

Certo non mancheró.
Risponde dopo poco.

Trascorriamo il resto della serata a ridere e scherzare come delle bambine. Nicole sa sempre come alleggerirmi l'animo. Quando sono con lei mi sento sempre quella ragazzina di tredici anni che sia affaccia alla vita per la prima volta, la leggerezza di affrontare la vita sopresa dopo sorpresa, quando tutto e nuovo e niente ti spaventa.
"Ti voglio bene" le dico sorridente.
"Anche io".

Ricordiamo tutte le sciocchezze fatte fin ora. Con un velo di nostalgia. Mi chiedo se ci sarà più un posto per questa spensieratezza.
Spesso penso a quanto le cose siano andate avanti così in fretta, forse troppo e se un domani potrei pentirmi di tutto ció, di aver rinunciato all'età più bella della vita e che nessuno mi ridarà indietro.

Ma poi penso al mio cuore che batte quando incrocio lo sguardo di Rayan, ai brivi che percorrono il mio corpo quando mi tocca o mi bacia, all'amore che riempie le mie giornate e credo che non potrei mai pentirmi di aver amato profondamente e di aver dato vita a un qualcosa di bellissimo che è tutto nostro e solo nostro a cui io non posso fare a meno.

Rayan

È quasi pomeriggio. Il caldo che fa in Messico è inimmaginabile, c'è un afa pazzesca.
"Rayan andiamo" esclama Tom.
Entriamo in un albergo.
"Eccolo lì" dice Tom con un ghigno .
Sarà una giornata alquanto spiacevole.
Sospiro e lo seguo.

Il migliore amico di mio fratello... Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora