Capitolo 7

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Ladybug atterrò sul tetto dove stava in appostamento il suo compagno di battaglia
«cosa abbiamo oggi, gattino?»
«Milady! Che bello rivederti!
C'è stata un'esplosione nella zona industriale, sembra non ci siano Akuma. Secondo la polizia il piromane è ancora nei paraggi»
«sarà un lavoro semplice allora. Dove potrebbe essere andato..»

Entrambi scrutavano ogni angolo della zona, ma non vedendolo iniziarono a saltare sui tetti dei fabbricati.
«eccolo!»
Chat Noir lo vide nascosto dietro una pila di pallets accanto ad un deposito di vernici a cui cercava di dar fuoco.
Gli si piazzò davanti bloccandolo in tempo, atterrandolo e disarmandolo.
Ladybug lo raggiunse subito dopo.
«bravo, micetto. Hai catturato il nostro piccolo fiammiferaio»
«che fai, mi rubi le battute?»
«a volte..» sorrise lei e scrollando le spalle.

La polizia arrivò sul posto e portò via il malvivente, subito dopo aver ringraziato i due eroi.

Sulla strada del ritorno i due ragazzi si fermarono su un tetto a metà strada dalle loro abitazioni.
«qualcosa non va, Chat Noir?»
Il ragazzo era evidentemente dispiaciuto per qualcosa e lei lo aveva notato.
«ho fatto una cosa che non dovevo e ora una ragazza ce l'ha con me»
Rispose sinceramente affranto
«vedrai che si risolverà tutto. Hai provato a parlarle?»
«non ancora»
«saprà ascoltarti, nessuno può dirti di no»
«ah sì? Nemmeno tu?»
Le si avvicinò con un ghigno divertito
«ma cosa hai capito?! intendo... che nessuno può rifiutare di ascoltarti»
Cercò di spiegare, avendo capito il suo fraintendimento
«dici? Vorrà dire che ci proverò» rispose lui allontanandosi un poco
«vedrai, andrà tutto bene»
Lo incoraggiò lei poggiandogli una mano sull'avambraccio.
Le fece un sorriso sincero,poi la salutò con un inchino
«grazie. A presto Milady, spero che la prossima volta sarai più felice di oggi»

Aveva capito che anche in lei qualcosa non andava, la turbava, ma non le aveva chiesto niente e si era ripromesso di farle domande se l'avesse ancora vista così la volta successiva.

A casa di Marinette

Marinette stava finendo i compiti, ma non riusciva a concentrarsi per via di un bacio imprevisto da parte di un certo modello di qualche giorno prima.

«oh Tikki, doveva capitare proprio a me? Io che non so gestire queste cose?!» disse con le mani tra i capelli
«fa parte della vita, e la tua è solo all'inizio. Perché non provi a capire perché l'abbia fatto anziché evitarlo?»
Si adagiò sulla scrivania di fronte a lei
«ma non vedi da quante ragazze è circondato? Io non sono una di quelle... E poi lo conosco appena...»
«magari neanche lui ti considera una di quelle, ci ha pensato? Stai tranquilla e fa' come se non fosse successo»
«ma È successo!!!!!»
«sono sicura che c'è una soluzione a tutto»

Nella stanza di Adrien

«quella ragazzina sconvolge il tuo animo a tal punto da dimenticarti di darmi da mangiare, umano?»
Plagg se ne stava sul cuscino del letto in attesa di cibo.

Si conoscevano da diverso tempo ormai e nell'ultimo periodo il piccolo gatto nero aveva imparato ad avere un pochino più di tatto, qualche volta, se così vogliamo dire.
Era sempre e comunque un buon ascoltatore e confidente.

«non lo so.. Quando sono vicino a lei mi sento strano, sto bene, ma quella sensazione... Anche con Ladybug succede, come fossero la stessa calamita..»
finalmente decise di sfamare il suo kwami
«veramente si chiama attrazione. Sei un ragazzo molto ambito e circondato da un sacco di ragazzine, possibile tu non la conosca?»
«non è la stessa cosa, Plagg. È.. Più forte, non so spiegarla»
«ok, non entrare nei dettagli grazie. Piuttosto vedi di ritornare in buoni rapporti con lei altrimenti non potrai continuare il progetto e nemmeno capire cosa provi»
«hai ragione, domani le parlerò»

A scuola. Venerdì.

Finite le lezioni, Luka e Adrien uscivano dalla loro classe.
«posso sapere cosa hai fatto a mia cugina? È tutta la settimana ti evita»
«niente che non si possa sistemare. Tranquillo» cercò di rispondere disinvolto con le mani in tasca.
Non voleva che Luka sapesse di quel bacio con schiaffo e sembrava che nemmeno Marinette gliene avesse parlato, altrimenti era certo che suo cugino l'avrebbe letteralmente ucciso.
Luka era il ragazzo più buono del mondo, ma quando si trattava di lei avrebbe potuto tranquillamente essere un akumizzato, anche senza Akuma.

Marinette stava sistemando i suoi effetti nello zaino e si preparava ad uscire con le sue amiche.
Appena varcata la soglia dell'aula intravide con la coda dell'occhio un ragazzo biondo con le mani in tasca appoggiato al muro subito dietro la porta,ma la ragazza non sembrava volersi fermare.
«davvero passo così inosservato?»
Disse con un'espressione falsamente triste.
Marinette si fermò, alzò gli occhi e sospirò, non era poi così tanto infastidita in realtà e sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontarlo.
Alya e Chloé proseguirono facendole cenno di sentirsi dopo e intimandola a parlare con Adrien.
Quindi si voltò verso di lui.
«dovremmo andare dall'istruttore di ballo, non credi?»
Dapprima Marinette abbassò lo sguardo, titubante, poi accettò la richiesta e insieme si diressero alla scuola di ballo vicino all'istituto.

«ok ragazzi, fatemi vedere cosa avete imparato finora»
Il Sig. François si era reso subito disponibile alla richiesta dei due.
Adrien e Marinette si trovarono di nuovo uno di fronte all'altra e immancabilmente i loro occhi si incontrarono.
Il senso di disagio che provavano fino a quel momento fu subito sostituito da uno stato di ipnosi con tanto di cuori scalpitanti, che fu smosso dalla musica non appena iniziò.
La precisa coordinazione dei movimenti fece in modo che le figure della sequenza fossero quasi perfette.

«direi che siete molto bravi per essere autodidatti, avete ottima coordinazione e tu, ragazza, sai farti guidare: perché non frequentate il mio corso seriamente?»
Giudicò François.
«mi spiace, io non potrei garantire sempre la presenza, ho già diversi impegni» rispose Adrien
«capisco. Ma almeno venite ai corsi extra di portamento, avete bisogno di sciogliervi un po' così la vostra performance diverrà più che perfetta e lavorerete ancora meglio insieme, non ve ne pentirete!»
I due si guardarono come a scambiarsi opinioni e intendersi
«d'accordo» risposero all'unisono.

Uscirono dalla scuola entusiasti che l'istruttore li avrebbe aiutati.
Ma prima di ritornare a casa Adrien volle chiarire con lei.
«senti, Marinette, io... ti chiedo ancora scusa per l'altro giorno, sono stato davvero stupido e avventato. Non avrei dovuto»
Si portò una mano dietro alla nuca e spostò lo sguardo: era realmente dispiaciuto.
Lei gli si avvicinò, poggiandogli delicatamente una mano sull'avambraccio e per un momento quel tocco gli risultò familiare.
«ehi, è tutto ok. Ma sappi che prima di baciare un ragazzo, vorrei conoscerlo meglio»
E con un sorriso dolce, che gli alleggerì il cuore, si congedò da lui e si diresse verso casa.

«Marinette!»
Si sentì chiamare d'un tratto, si fermò e si voltò verso il ragazzo che la raggiunse di corsa.
«ci sei... domani sera... Alla festa di Chloé»
Le chiese con un po' di affanno per aver corso.
La ragazza sorrise ancora, probabilmente era come le aveva detto Tikki.
«come potrei mancare?»
«beh, ottimo allora. Ci vediamo domani»
«certo, a domani, Adrien»
E riprese la strada di casa.

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