Capitolo 30

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Quella settimana fu davvero intensa: il pentamestre era quasi finito e i professori avevano riempito gli studenti di compiti in classe ed interrogazioni.
Marinette pensò che fosse un buon motivo per non incrociare Adrien.
Gli aveva detto tramite messaggio di non passare a prenderla quei giorni perché sarebbe andata presto per ripassare in classe.
Il ragazzo infatti riuscì a mala pena a salutarla dopo le lezioni, forse una volta o due, e questo lo logorava ancora di più.
Lo stava evidentemente evitando, nonostante gli impegni scolastici.
Dopo quel messaggio non aveva più risposto al telefono.
Aveva provato ad andare nelle vesti di Chat Noir, la sera anche subito dopo cena, trovando sempre la finestra chiusa e le luci spente.
Doveva fare qualcosa.

Sapeva che quel venerdì sera Alya e Chloé erano a casa di Marinette.
Il telefono della corvina suonò ancora.
«hai intenzione di non rispondere ancora per molto? Lo farai morire così!» chiese Chloé, sventolandole il suo cellulare davanti al viso.
«forse tiene davvero a te, altrimenti non insisterebbe così, non credi?»
Marinette nascose il viso tra le braccia, appoggiate alle ginocchia.
«non lo so... Se ci penso, non ho il coraggio di affrontarlo»
«beh, ora sarai costretta... È qui fuori»
Alya era vicino alla finestra e vide una chioma bionda avvicinarsi alla casa.
«cos-?! E adesso cosa faccio? Cosa gli dico? Ma io.. non voglio vederlo! E se invece volessi? Oooh, non lo so neanche io! E sono in pigiama!»
«frena ragazza! Calmati, mettiti una maglia e dei pantaloni e vai»
Alya le diede una pacca sulla spalla, mentre Chloé aveva già preso i vestiti dall'armadio e glieli mise tra le mani.
«vai. noi aspetteremo qui»
Continuò sorridendole.

C'era un silenzio assordante tra i due.
Si erano seduti su di una panchina vicino l'ingresso del parco ed entrambi aspettavano che l'altro iniziasse a parlare.
Dopo qualche minuto finalmente il silenzio si spezzò, accompagnato dalla voce inizialmente tesa e dispiaciuta di Adrien.
«mi dispiace... Io.. È tutta la settimana che cerco di dirtelo e vorrei spiegarti»
«non me la sentivo di affrontare l'argomento, ma ora, a quanto pare, sembra inevitabile» ribatté la ragazza con tono scocciato
«non è stata colpa mia! Non so nemmeno chi sia, mi ha colto di sorpresa!»
«attento a quel che dici, Adrien! Ne va della mia fiducia!»
Lui la prese per le spalle e la fissò serio dritto negli occhi
«è vero. Sono stato un idiota a farmi... baciare.. da quella ragazza, ma questo non vuol dire che io lo abbia voluto! Mai penserei di baciare delle labbra che non siano le tue!»
Si fermò un momento, accorgendosi dello stupore sul volto di lei, che non riusciva a proferir parola
«possibile che non capisci?! io sono innamorato di te, Marinette!
In tutto questo tempo te l'ho dimostrato e continuerò a farlo! Ma non permetterò che uno stupido bacio, per una stupida scommessa tra ragazzine, ci allontani e mi impedisca di conquistarti!»
Marinette ebbe un tuffo al cuore sentendolo così deciso adesso.
Sapeva bene cosa provava per lei.
E ora anche lei sentiva forte quel sentimento, ma non riusciva ad esprimerlo, qualcosa dentro la bloccava ancora, forse il dispiacere per quel che era successo?
Abbassò lo sguardo, trovando coraggio per esprimere quel poco che riusciva.
«Adrien... forse sarebbe meglio se noi-»
«sai bene che aspetterò tutto il tempo che vorrai, ma permettimi di starti accanto altrimenti so che impazzirei!»
«Adrien...»
Il ragazzo aveva il capo chino e le teneva strette le mani.
Marinette si liberò dalla sua presa tuffandosi in un abbraccio che dapprima non fu ricambiato, ma solo perché Adrien fu preso alla sprovvista
«perdonami. Non ho voluto ascoltarti per la mia testardaggine.. Io però.. Non voglio perderti.. Gattino»
e così l'avvolse tra le braccia come mai prima.

Marinette rientrò in casa e raggiunse le sue amiche in camera, che avevano osservato i due ragazzi dalla finestra.
«allora?» Chiese Alya in piedi vicino al vetro, con le mani ai fianchi, certa che fosse andato tutto per il meglio, anzi sperava proprio che si fossero messi insieme.
«abbiamo chiarito»
«e..» continuò la castana facendo cenno di continuare con la mano
«ha detto che non riesce a stare lontano da me»
«e..» insisteva l'altra
«ha detto che è innamorato di me»
«e..» voleva sentire quelle parole
«e niente»
Calò immediatamente il silenzio.
Marinette non sapeva cos'altro dire.
Alya e Chloé la guardavano immobili,
con la bocca aperta, spiazzate da quell'ultima risposta.
«aspetta un attimo... Vorresti dire... Che dopo tutto questo, TU non hai risposto "oh Adrien, ti amo anch'io! Sposiamoci e facciamo dei bambini!"»
«ehm.. Alya non ti sembra di esagerare?»
«no, perché so che è quello che vuoi, mia cara»

Era il giorno di San Valentino.
Come tradizione in quell'istituto, tutti gli studenti avrebbero dovuto preparare un biglietto indirizzato alla persona che ammiravano di più, sottolineando le doti che la caratterizzavano.
Come ogni anno però, la maggior parte delle ragazze della scuola dedicarono i loro scritti ai nostri top3: nonostante sapessero che non erano più liberi sentimentalmente, la loro ammirazione non era mutata.
Quando tornarono a casa, i tre misero tutti i biglietti (che accettarono per pura gentilezza) sul tavolo della cucina.
«cosa ne dovremmo fare?» Chiese Luka che non aveva la minima voglia di leggerli né conservarli.
«io cercherò quello di Lila. Mi ha detto di averlo messo insieme a tutti gli altri e devo trovarlo»
«basterà trovare la sua firma»
«non sai quanto si diverta a farmi ammattire.. Ha detto di averlo firmato con altro nome»
Rispose Nathaniel sospirando e portando una mano alla testa.
«ah beh! Allora buona fortuna!» lo incoraggiò, se così si può dire, Adrien, che subito si diresse verso la sua camera lasciando tutti i suoi biglietti sul tavolo.
«ma grazie! Mi lasci qui anche i tuoi?»
«ovvio. Tu sei l'unico ad avere motivo di leggerli e io ho deciso di renderti tutto più divertente»

Quella sera una coccinella si presentò alla finestra del modello, bussando piano per non farsi sentire dagli altri inquilini dell'appartamento.
Il ragazzo era disteso sul letto mentre Plagg gli volteggiava davanti al viso con un pezzo di formaggio in mano.
Quando Adrien si accorse di Ladybug, corse ad aprirle. Era la prima volta che lei si presentava in quelle vesti a casa sua.
«Milady» la chiamò sottovoce
«sono venuta a portarti questi, micetto» disse porgendogli una scatola rettangolare con il marchio della pasticceria Dupain.
«non volevo darteli a scuola, perciò..»
«grazie mille! Sei fantastica!»
Avrebbe voluto farla entrare, ma Nathaniel e Luka erano in salotto.
Ladybug arrossì confondendo il viso con il colore della maschera e prima di andare gli diede un tenero bacio sulla guancia.
Adrien rimase a contemplare per un po' l'orizzonte dov'era sparita, sospirando.
«sei proprio stracotto e a me viene la nausea a vederti così»
«non capisci niente Plagg... È così perfetta...»
«e tu sei senza speranza»

Aprì la confezione dei macarons.
Erano sette, tutti ripieni di cioccolato ma avevano colori diversi.
«poteva farne qualcuno al camembert però!» contestò Plagg offeso.
Sotto ogni macarons c'era un biglietto su cui Marinette aveva scritto una qualità di Adrien:
Dolce
Premuroso
Gentile
Coraggioso
Fedele
Affascinante
Sensuale

Quando lesse anche l'ultima parola si sentì il ragazzo più felice del mondo.
Primo perché Marinette aveva scritto ciò che pensava di lui e leggendo l'ultima parola fece un sorriso malizioso.
Secondo perché quei macarons erano così buoni che li aveva mangiati tutti.

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