Capitolo 35

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Plagg se ne stava adagiato sul top dello specchio del bagno mentre il suo portatore si lavava i denti.
Nino era già uscito per andare a fare colazione e per stare un po' con Alya prima della visita alla Basilica di Notre-dame de la Garde e al Castello d'If, organizzate per quella mattina.
«ragazzo, ricordati di comprare un po' di camembert. Quello che hai portato è finito»
«finito? Come finito?! Plagg siamo partiti ieri e ti sei già mangiato la scorta di tre giorni?!»
«non è colpa mia se mi annoio a morte! Dovrò pur ammazzare il tempo»
«certo... Mi costa più mantenere te che un gatto vero»
«ah beh, mio caro, sarebbe il minimo! Ti ricordo che sono una divinità, dovrai pur sacrificare qualcosa per me!» esclamò il piccolo kwami distendendo le zampine dietro la testa.

Marinette era stata buttata letteralmente giù dal letto da Lila, grazie alla voce poco intonata della ragazza che appena sveglia aveva deciso di farsi una doccia con tanto di canto non proprio da usignolo.
Tikki si era nascosta sotto il cuscino della sua portatrice per non sentire.
La corvina si chiese quanto potesse essere perfetta Lila e come potesse avere invece una voce così.. poco soave nel canto...
se mai un giorno la sua amica e Nathaniel fossero andati a vivere insieme, lei sapeva già cosa regalare al rosso.
Almeno avrebbe preservato le sue orecchie e il suo amore incondizionato per Lila.
Perché si dice che l'amore è cieco.. Ma sarà anche sordo?

Una volta raggiunta la prima destinazione i gruppi di studenti si divisero come organizzato dai professori, perciò anche Adrien e Marinette erano in due gruppi diversi.
Ma ogni volta che le comitive si incrociavano i due ragazzi non potevano fare a meno di ritrovarsi nei loro sguardi ed incantarsi fermando il tempo in quel frangente che avevano a disposizione, riempiendolo costantemente delle loro emozioni.

«finalmente una pausa!»
Esclamò Chloé sospirando, mentre si sedeva sulle gambe di Luka stampandogli un bacio sulla fronte, accoccolandosi poi nell'abbraccio del suo ragazzo.
«non vedo l'ora di stasera!»
«perché, che succede stasera?» domandò lui
«non ve l'hanno detto? Stasera si balla ragazzi! Avremo la sala da ballo dell'Hotel tutta per noi!»
«già, vedrai come sarà splendente la tua bella» aggiunse Lila ridendo con  Alya e Marinette, alludendo alla tutina oro che aveva comprato la loro amica.
Purtroppo per loro la pausa durò poco, ma il tempo nel pomeriggio volò e finalmente tornarono tutti all'albergo per cenare.
Tutti gli studenti erano euforici per la serata che li attendeva e subito dopo cena andarono a prepararsi.

«Marinette vuoi muoverti? Esci da lì!»
Lila tirò indietro le coperte con decisione, rivelando la ragazza raggomitolata su se stessa, che non aveva minimamente intenzione di vestirsi.
«mettiti il vestito che hai comprato settimana scorsa e andiamo! Ci stanno aspettando!»
«non lo metto! È... Troppo corto..»
Rispose facendo il broncio
«oh insomma! Cosa lo hai comprato a fare allora?»
«ma è stata Aly-»
«niente storie, carina! O lo indossi o ti faccio uscire in mutande! Anzi no: io vado da Adrien e gli dico di venire a prenderti... Sempre che una volta entrato in camera ti faccia uscire se ti vede così..» disse indicando la ragazza che stava ancora sul letto in intimo.
Marinette sussultò cercando di non cedere, ma alla fine si convinse, sapendo che l'amica l'avrebbe fatto sul serio.
«ok, ok.. Mi preparo. Ma tu stai qui con me»
«va bene cara. Hai cinque minuti»

La sala da ballo gremiva di studenti vestiti di tutto punto per l'occasione. Il personale dell'hotel aveva aperto le porte-finestre per accedere alla veranda che dava sul giardino interno.
I professori se ne stavano a parlottare tra loro, approfittando della serata di svago.
Quando il gruppo di amici si radunò, Alya ricevette un messaggio da Lila che lei e Marinette stavano arrivando.
Sapeva che la corvina non avrebbe indossato quell'abito con facilità, visto che non amava essere troppo appariscente. Ma quel vestito era perfetto e le stava davvero divinamente.
Si guardò intorno sorridente, trovando vicino alla porta Luka che era visibilmente ben felice di vedere Chloé con la sua tutina scintillante, invece Nino era poco più in là, seduto sulle poltroncine con Adrien e Nathaniel.
Alzò invece gli occhi al cielo quando vide le ragazze dalla parte opposta che cercavano di attirare la loro attenzione. Ovviamente non potevano mancare.

«scusa Alya! Ma questa signorina non si decideva a sbrigarsi!»
Giustificò Lila col fiatone, poiché lei e Marinette avevano corso per l'ultimo tratto di corridoio.
«immaginavo! Comunque siete una favola! I nostri cavalieri sono laggiù»
Si complimentò la mora indicando poi i tre ragazzi seduti.
Quando li raggiunsero, Marinette avvampò all'istante. Gli occhi di Adrien, ancora seduto, la stavano scrutando minuziosamente dai piedi alla testa.
«cosa c'è, Adrien, hai perso la parola?» lo prese in giro Lila, mettendo ancora più a disagio la corvina, che se ne stava immobile accanto a lei, guardandosi i piedi e torturandosi le mani.
«eh? N-no.. È che... Sei splendida, Marinette» disse poi alzandosi e prendendole la mano, per poi avvicinarsi al suo orecchio e continuare la frase in un sussurro «e anche tremendamente sexy».
La ragazza si sentì un fuoco e non aveva la forza di rispondere.
Si lasciò trascinare in veranda dal modello che non aveva lasciato la sua mano.
Nino si alzò dalla poltrona cingendo la vita della sua ragazza, guardando i due che se ne andavano:
«ok. Li abbiamo persi. Bene ragazzi, vi va di ballare?»

Non era ancora riuscita ad alzare lo sguardo dall'imbarazzo.
Eppure lui l'aveva già vista con un abito simile al servizio fotografico.
Sentiva ancora gli occhi puntati su di lei e non sapeva come fare per distrarre quello sguardo.
«mi piace quando ti imbarazzi, sei ancora più attraente»
le disse cingendole la vita e portandola a sé, facendole appoggiare la sua schiena al suo petto.
«devo ammettere che sono geloso. Sei consapevole di non avere solo i miei occhi addosso, stasera?»
«cosa? Non è vero. E poi... degli altri non mi importa» disse sottovoce, sperando di non essere sentita
«meglio così. Vuol dire che è solo merito mio» disse lui sorridendo.
Ovvio che è solo merito tuo! Pensò lei.

Dopo un primo mix di musica pop e dance con cui la maggior parte dei ragazzi si scatenò, fu il momento di cambiare genere e il dj fece partire una canzone dalle note latine, di cui entrambi i ragazzi conoscevano bene il ritmo.
D'istinto Adrien iniziò a dondolarsi a tempo tenendo ancora la ragazza tra le braccia, facendo in modo che anche lei seguisse la sua andatura.
Quel contatto nuovo e così intimo, in cui i loro corpi aderivano completamente e si muovevano sinuosamente e piano, in modo del tutto naturale, seguendo le note, le fece provare un brivido lungo la schiena, al quale però non riuscì ad opporsi.
«ti andrebbe di andare a ballare, prima che cambino musica?»
Chiese Adrien, consapevole di rischiare altrimenti una situazione imbarazzante, per lui.

Insieme raggiunsero la pista da ballo, dimenticandosi poi di tutti gli altri.
Le diede il via stringendole appena la mano nella sua e un sorriso dolce. La musica lì rapì in una danza magnifica, un susseguirsi di movimenti sensuali e perfettamente coordinati, i loro corpi che si allontanavano e si riavvicinavano a seconda delle figure che i loro passi componevano, i loro respiri e i loro battiti così vicini procedevano all'unisono.
La musica divenne solo un sottofondo, perché entrambi erano trasportati da quelle nuove e travolgenti sensazioni che provavano.

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