Capitolo 28

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Quella domenica nevicava.
I suoni erano ovattati dai fiocchi bianchi che cadevano, le strade quasi deserte e si percepiva il crepitio delle scarpe che lasciavano le impronte sul suolo innevato.
Adrien stava ripensando a tutto quel che era successo la sera precedente.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, lei che era il suo sole, la sua ragione di vita.
E ora che era tutto finito, voleva dare inizio a quella relazione tanto desiderata, voleva averla finalmente tutta per sé e renderla davvero felice.
Ma sapeva che c'erano dei limiti, delle situazioni irrisolte per Marinette, e avrebbe aspettato ancora standole accanto finché non sarebbe giunto il giusto momento.
«sei pensieroso oggi»
Gli disse Luka che camminava accanto a lui. Aveva deciso di accompagnarlo dai Dupain così da salutare i suoi zii che non vedeva da un po', prima di andare all'appuntamento con Chloé.
«già.. Vorrei tanto che fosse meno complicato»
«qualcosa non va con Marinette?»
«no... Lei è meravigliosa.. Diciamo però che al momento siamo ancora amici? Se così possiamo definirci..»
«beh direi che siete molto più che amici»
«siamo in una specie di limbo.. Io vorrei.. Oh! fosse per me saremmo già fidanzati ufficialmente, ma lei..»
«sta vivendo una situazione difficile da superare»
«immagino sia legato alla sua famiglia. Non ne parla mai e se capita evita il discorso»
«non sono io a doverti dare spiegazioni. È giusto che sia lei a parlartene. Ti posso solo dire di starle accanto, Adrien. Ha bisogno di noi, di te, non sta passando un bel periodo, anche se non sembra. Non ho mai conosciuto una ragazza forte come lei, così giovane e già matura»

Sabine stava sistemando il tavolo, in attesa dei ragazzi che sapeva sarebbero arrivati per il caffè.
Il campanello suonò e la donna andò ad aprire, trovando i due ragazzi che si scrollavano la neve dai giubbotti.
«buongiorno ragazzi!» li salutò sorridente.
«buongiorno! Che profumino!» dissero insieme entrando in casa.
«ho preparato i soufflés alla cannella, spero vi piacciano»
«oh sì!» Adrien già si pregustava quei dolci appena preparati
«c'è almeno un dolce che non ti piace?»
Marinette ridacchiava entrando in salotto dove si trovavano tutti.
«no. Ma ce n'è uno che mi piace più di tutti gli altri» rispose il biondo facendole l'occhiolino, mentre Sabine e Luka vedevano il rossore che si impadroniva del viso di Marinette.
«vi porto il caffè»

Luka andò via poco dopo.
Marinette andò in camera, tornando con il miraculous della farfalla nella sua scatolina esagonale, pronta per andare dal maestro Fu.
Non vedeva l'ora di riconsegnarlo per chiudere definitivamente quella storia e tornare ad occuparsi dei pensieri della sua vita quotidiana, che aveva dovuto mettere da parte più volte nella sua mente e nel suo cuore.

Con Adrien si incamminò verso la dimora del maestro e ad un tratto i due si trovarono a fare un tuffo nei ricordi della loro vita infantile.
«ti è mai capitato di fare l'angelo sulla neve?» chiese Marinette guardando alcuni bambini farlo nel parco
«oh sì! Ne facevo per tutto il giardino! E tu, hai mai provato?»
«sì, mi divertivo un sacco! Mia madre mi aveva comprato una tuta impermeabile per non bagnarmi i vestiti! Sembravo un'astronauta»
rise a quel ricordo e Adrien con lei immaginando la scena di una piccola Marinette con una tuta da astronauta che la copriva da capo a piedi.
Prese un po' di neve, formò una piccola palla e gliela tirò contro il cappotto
«ehi!» Marinette non perse tempo e ricambiò il tiro, dando inizio ad una piccola battaglia a palle di neve, finché la ragazza, per sfuggire all'ennesimo lancio di Adrien, scivolò sull'asfalto ghiacciato e cadde sul sedere.
«mi spiace principessa, stai bene? Non volevo che ti facessi male»
«tutto bene! In realtà è strano che non fossi caduta prima!»
Disse ridendo ancora una volta.
Quella sua risata lo sollevò e gli fece battere il cuore, mentre l'aiutava ad alzarsi.
Per un attimo si trovarono molto vicini, con lo sguardo perso l'uno in quello dell'altra.
Quando era stata l'ultima volta che si erano guardati così intensamente?
L'imbarazzo di Marinette la fece ritornare alla realtà e interruppe quel momento speciale allontanandosi un poco: «andiamo?»

«ragazzi, buongiorno» disse Fu facendoli accomodare, mentre Tikki e Plagg volavano all'interno della stanza.
I ragazzi, come la volta precedente, non erano tranquilli.
Dopo un'attesa che sembrava interminabile Fu offrì del té ai giovani e si sedette davanti a loro.
Marinette posò sul tavolo la scatolina con il miraculous della farfalla.
«Chat Noir è riuscito a sottrarre il miraculous a Chris e glielo abbiamo portato, maestro» spiegò brevemente per poi abbassare lo sguardo fisso sul mobile.
«mi spiace di averti esposta al pericolo così tanto, Marinette. Sono contento che ci sia Adrien al tuo fianco» poi si rivolse al ragazzo
«questa ragazza ha tirato fuori il meglio di te. Sapevo di poter contare su di voi»
«ma.. Ma io l'ho messo in pericolo! Ho messo in pericolo entrambi! Se non fosse stato per lui..»
«Marinette, purtroppo il rischio di ogni Ladybug è quello che hai vissuto e in futuro ci sarà qualcun altro che, come Chris, vorrà ottenere il potere, magari con un'altra Ladybug. Chat Noir aveva il compito di proteggerti e l'ha svolto egregiamente»
«questo significa che il nostro compito è finito? Che non saremo più Ladybug e Chat Noir?» Chiese preoccupato Adrien
«ragazzi, voi sarete ancora Ladybug e Chat Noir. Non ho motivo di riprendere i vostri miraculous. Anzi, il vostro destino deve ancora compiersi» rispose sorridendo Fu.
I due si guardarono con aria interrogativa.
«siete i complementari della leggenda dei miraculous»

Uscirono dalla casa del maestro con quelle ultime parole che risuonavano nelle loro menti.
Per compiersi quel destino, significava che dovevano amarsi e consacrare la loro unione.
Marinette divenne improvvisamente rossa e si nascose nella sciarpa.
«tutto bene?» Chiese Adrien accorgendosi del passo rallentato di lei.
«s-sì... Stavo pensando a...»
Il ragazzo sorrise, circondando le spalle della corvina con il suo braccio, parlandole con tono furbesco
«capisco... Anche io non vedo l'ora, principessa»
Marinette arrossì di più: i pensieri di Adrien non erano proprio casti come i suoi
«Adrien Agreste! Ma cosa hai capito?!»
Era la prima volta che lo chiamava in quel modo e lui sentì un brivido lungo la schiena a quel rimprovero. Si scostò da lei e, con le mani avanti in segno di resa, si scusò, in qualche modo..
«ok ok, scusa.. Ma non è colpa mia se mi fai venire in mente certi pensieri»
Marinette, a quel punto, sorrise, gli prese una mano tirandolo a sé finché non fosse alla sua altezza, occhi negli occhi.  E dandogli un leggero colpetto sulla testa gli disse sorridendo
«farai bene a tenere a freno i tuoi pensieri perversi ancora per un po', felino»

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