Quei giorni prima di Natale furono a dir poco frenetici per i signori Dupain. La pasticceria era costantemente invasa da clienti con richieste immediate e ordinazioni anche per grandi quantitativi.
Per quanto potesse Marinette dava il suo supporto. Stava dietro al banco a servire e faceva cassa, mentre Sabine e Tom sfornavano e confezionavano dolci e pane di ogni genere nel retro bottega.
Per fortuna che aveva tanto da fare, almeno non poteva pensare a tutte le vicende degli ultimi mesi e al fatto che sarebbe stato il primo Natale senza i suoi amati genitori. Lo sapeva bene, ma essere impegnata non la rattristava a quel pensiero.
«buongiorno, cosa desidera?»
Chiese ancora indaffarata a sistemare sul banco l'ultimo vassoio sfornato di paste alla crema.
«un bacio e un abbraccio»
Alzò lo sguardo «Luka!»
E corse incontro al cugino salutandolo come richiesto, che poi lo avrebbe fatto comunque.
Era tanto che Luka non andava in negozio, ormai era sempre Adrien a presentarsi, tanto che Sabine era certa che lui e Marinette stessero insieme.
«sono venuto a ritirare i dolci per stasera, sperando che non finiscano prima di iniziare la festa»
«con voi tre credo sarà difficile, golosi come siete! Ti conviene sigillare il frigo»
«cercheremo di resistere e poi è Adrien quello super goloso»
«ok ok.. Ecco il tuo ordine. Ci vediamo più tardi»
E dopo essersi salutati con un ulteriore abbraccio Luka si congedò.La camera di Chloé era diventata improvvisamente un atelier con tanto di passerella per sfilate. C'erano abiti ovunque: sulle grucce appese dove capitava e altri buttati a terra o sul letto.
«ti ricordo che questa festa è a casa dei ragazzi. Significa vestirsi comode.» esordì Lila sbadigliando.
«vero, quindi sbrigati a scegliere il tuo outfit e andiamo che io inizio ad avere fame» continuò Alya contagiata dallo sbadiglio dell'amica.
Chloé sbuffò un "ok" e mentre finalmente indossava la sua scelta definitiva domandò
«qualcosa non va, Marinette?»
«n-no... È che... Oh niente..»
«con noi puoi parlare, lo sai che puoi fidarti» la confortò Alya
«sì lo so e vi ringrazio. Ma è una situazione complicata..» rispose mentre si torturava le mani
«c'entra un certo modello che tutte vorrebbero ma non ha occhi che per te?» ecco. Alya potevi stare zitta..
Marinette arrossì ed era sempre più nervosa. Le ragazze iniziarono a fare ragionamenti tra di loro, cercando di capire cosa la preoccupasse senza però avere risposta dalla diretta interessata. Le loro voci facevano sempre più confusione nella sua testa a tal punto che non riuscì più a trattenersi
«adesso basta!»
Si bloccarono all'istante e si voltarono verso di lei rimanendo poi ferme come statue.
«Smettetela di scervellarvi! Ve l'ho detto: è una situazione complicata e non posso parlarvene! Se proprio volete sapere una cosa, Adrien non ha fatto nulla! Sono io il problema, quindi ora chiudiamo il discorso e andiamo a questa festa!»
Allibite e ancora ammutolite continuavano a fissarla mentre usciva di fretta dalla stanza e si dirigeva alla porta dell'appartamento per uscire.La cena era ottima.
Ognuno aveva portato una pietanza diversa, dagli antipasti ai contorni, senza dimenticare i fantastici dolci della pasticceria Dupain.
Avevano disposto tutto il buffet in cucina, che era a diretto accesso con il salotto, dove i ragazzi mangiavano.
C'era la musica di sottofondo e un'atmosfera piacevole.
Nonostante fosse nel bel mezzo di un discorso con Chloé e Nathaniel, Luka notò come sua cugina non avesse il suo solito brio. Conoscendola bene, sarebbe stato meglio non chiedere. Avrebbe voluto fare qualcosa per lei, così si allontanò dagli altri due e andò a recuperare la sua chitarra, si sedette a lato sul divano e iniziò a suonare un'allegra melodia, di quelle che fanno ricordare la spensieratezza dell'infanzia.
Chloé si accomodò accanto a lui e Marinette gli rivolse uno sguardo e un sorriso di riconoscenza.
Anche Lila, d'accordo con le altre, decise di fare qualcosa per tirare su di morale l'amica. Organizzarono dei giochi ragazze contro ragazzi, che fecero divertire tutti, nessuno escluso.
Quando la festa stava per finire, le varie coppie si scambiarono i regali, ma Marinette non c'era. Aveva preparato delle piccole confezioni di macarons per ognuno di loro e le aveva consegnate loro poco prima, poi era sparita.Fuori faceva parecchio freddo, forse la temperatura rasentava lo zero.
Non minacciava neve, ma c'era un venticello pungente.
«dove credi di andare da sola a quest'ora?»
Ma continuava a camminare senza dare risposta.
«ehi, mi hai sentito?» la raggiunse a pochi passi, ma ancora non rispondeva e camminava.
La prese per un braccio
«lasciami andare!»
Ma la stretta non le permetteva di muoversi, nonostante cercasse di liberarsi
«Marinette! Sono io, calmati!»
La ragazza aprì gli occhi e si trovò di fronte Adrien
«mi farai morire di infarto un giorno»
Annunciò lui, guardandola preoccupato «se volevi tornare a casa bastava dirlo»
«ma io non voglio che tu mi accompagni»
«perché? Guarda che ore sono! E ti devo ricordare il pericolo che corri e non sappiamo quando tornerà?»
«potrei trasformarmi!»
«certo, come l'ultima volta!»
Marinette tenne lo sguardo basso e, una volta liberata dalla stretta, riprese a camminare con Adrien accanto.
«senti. Forse ho corso troppo, non ho rispettato i tuoi tempi e sentimenti e mi dispiace se ti ho ferita. È l'ultima cosa che vorrei e lo sai. Ma ho il dovere di proteggerti, al di là di tutto e tutti, anche di quello che provo per te. Non mi importa se mi considererai sempre e solo un amico, io ci sarò sempre per te e niente cambierà ciò che sento. Permettimi di accompagnarti a casa adesso, per favore...»
Non voleva. Marinette non voleva farlo soffrire, non voleva che lui si sminuisse così per lei, che non sapeva nemmeno cosa provava.
A quelle parole il suo cuore sussultò e le mancava quasi il respiro. Ma seguì il consiglio di Tikki e gli permise di fare la strada insieme.Salì in camera stringendo tra le mani tremanti il pacchetto che Adrien le aveva dato.
Sabine l'aveva sentita arrivare e bussò all'ingresso della sua stanza.
Entrò e trovò la ragazza seduta alla scrivania con il pacchetto ancora in mano; aveva ancora le scarpe e il cappotto. Si avvicinò, le carezzò la testa e l'abbracciò facendola scoppiare in un pianto liberatorio.
«bambina mia, la vita ci regala sorprese di ogni tipo. Belle e brutte. Ma a volte quelle belle diventano brutte per colpa delle nostre paure»
Ogni volta Marinette si meravigliava di come quella donna avesse la capacità di centrare sempre l'argomento giusto, senza che le venisse anticipato niente.
Si staccò dall'abbraccio e la guardò negli occhi ancora pieni di lacrime.
Non aggiunse altro, non c'era bisogno.
Solo la strinse ancora a sé.Rientrato nell'appartamento Adrien confortò tutti che Marinette era tornata a casa con lui e stava bene.
Quando tutti si diressero verso le proprie abitazioni si rifugiò in camera e Plagg uscì allo scoperto.
«per colpa tua mi sono dovuto prendere il mio formaggio da solo rischiando la vita!»
«beh potresti affinare la tecnica e continuare a servirti senza di me»
«non ci penso nemmeno! Ora ho bisogno di un'ulteriore razione per superare il trauma»
«esagerato» Adrien si buttò sul letto.
Il kwami notò che improvvisamente era diventato cupo
«la tua bella non ti vuole?»
«Plagg sei sempre così delicato»
«che vuoi farci, sono fatto così. Allora?»
«ho paura di perderla, in qualsiasi modo mi consideri, e che prenda iniziative azzardate con Chris»

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Complementari
FanfictionNon c'è il Papillon della serie e alcuni personaggi sono un po' modificati. Tratto dai capitoli «ricordati che esiste un'eccezione per i poteri complementari» «lo so... E sinceramente la cosa mi preoccupa un po'.. Non credevo sarebbe mai successo...