Capitolo 12

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Quella domenica piovigginava e faceva più freddo dei giorni precedenti.
Luka rabbrividì e si alzò dalla sedia per chiudere la finestra della cucina, lasciata aperta da Nathaniel che, seduto sulla panca in balcone, aveva deciso di immortalare il cielo mattutino con carta e matita.
Il cellulare del rosso squillò più volte senza risposta perché era rimasto sul piano di marmo.
Luka era già al telefono con sua madre e Adrien.. Beh, dormiva. Dopotutto erano le otto di domenica mattina.
Il campanello di casa riuscì a svegliarlo improvvisamente. Si alzò e corse alla porta per poi scoprire che la visita non era per lui.
«ehi, Nath, c'è qualcuno che vorrebbe parlarti» esordì affacciandosi alla porta finestra del balcone e facendo passare l'ospite.
«ciao Lila..»

«ma perché hai svegliato anche me? Stavo sognando infinite forme di camembert!»
«meno male che i sogni non hanno odori» commentò Adrien, una volta rientrato in camera, immaginando il sogno di Plagg e facendo una smorfia di disgusto
«non capisci proprio niente del profumo di quel formaggio»
«preferisco rimanere ignorante»
Disse sventolando la mano come a cacciare un cattivo odore
«Oggi andiamo dai miei per organizzare la festa di settimana prossima»

Marinette entrò in salotto trovando le sue amiche sedute sul divano ad aspettarla.
«era ora! Ci devi un po' di spiegazioni, ragazza! Fortuna che abbiamo tutta la giornata»
Alya si alzò velocemente, la prese per una mano e la trascinò fuori casa, seguita da Chloé che stava scrivendo al cellulare, e tutte e tre salutarono i Dupain.
Arrivate in centro visitarono un negozio dopo l'altro alla ricerca di qualcosa di nuovo da indossare alla festa di Adrien e, ovviamente, il suo regalo.
«ragazze, davvero, so già cosa mettere sabato» esordì la corvina, mentre veniva trascinata nell'ennesimo negozio
«tesoro, l'abito rosa che ci hai fatto vedere è perfetto, ma ci vuole un paio di stivali altrettanto adatto!»
«e infatti questi saranno perfetti!»
Chloé si presentò davanti a lei con un paio di stivali rosa pallido, tacco dieci leggermente largo, simil camoscio, che si stringevano sopra il ginocchio.
Marinette li provò un po' a disagio, ma le sue amiche confermarono più volte quanto le stessero bene e constatò che comunque erano comodi e non male, tacco a parte, così li comprò, mentre Chloé batteva le mani e sorrideva soddisfatta.
Era ormai ora di pranzo. Le ragazze entrarono in una tavola calda e si accomodarono al tavolo, pronte per ordinare.
«bene, ora che sappiamo come vestirci, dobbiamo pensare al regalo per Adrien!» esordì Chloé mentre scriveva ancora al cellulare.
«si può sapere a chi scrivi da stamattina?» le chiese Alya con tono tra il curioso e il seccato
«scusate, sto cercando di organizzare con Luka un'uscita per tardo pomeriggio, visto che Adrien è dai suoi oggi»
«ma perché non vi vedete solo voi due?» le chiese la mora come se fosse una cosa ovvia
«è sempre restìo, a parte per il progetto, non ci vediamo mai da soli.. Comincio a pensare seriamente che abbia la ragazza»
«chi, Luka? Scherzi?! Ti assicuro che non ha nessuna ragazza» confermò Marinette, mentre arrivava il menù ordinato.
«è invece tu? Hai iniziato ad uscire con Adrien?»
La corvina per poco non si soffocava col boccone che stava masticando
«co-che?!.. Cof Cof... No!.. Cof Cof.. Ci vediamo solo per il progetto.. Cof..»
«e dopo la sua dichiarazione e averti difesa da Chris, tu che pensi di lui?» chiese Chloé dopo essersi assicurata che l'amica stesse bene
«beh.. Ecco... Non saprei..» Marinette guardava confusa verso il basso
«insomma, Marinette, non sai cosa provi?! Ti ricordo che è Adrien!»
«Alya, vi assicuro che la situazione è complicata. Ora possiamo andare fuori per favore? Ho bisogno di un po' d'aria» e si alzò guardandosi intorno con aria preoccupata
«cosa c'è? Sembri agitata»
«possiamo uscire per piacere? Ragazze non mi sento a mio agio»
«ok ma se è per ciò che ho det-»
«no tranquilla. Ora però usciamo» e si affrettò a raggiungere l'uscita del locale seguita dalle altre due.

Chris era seduto qualche tavolo più in là, l'aveva vista e l'aveva seguita con lo sguardo finché uscì. Aveva un ghigno sul volto mentre la osservava e percepiva il suo disagio. Doveva studiarla ancora per un po' e avrebbe raggiunto il suo scopo.

Adrien aveva pranzato con i suoi.
Li sentiva quasi tutti i giorni per telefono ma era quasi un mese che non li vedeva. A parte suo padre durante i servizi fotografici, ma quello non si poteva considerare un incontro padre-figlio.
«stavo pensando di organizzare qui la mia festa di compleanno sabato prossimo. Ovviamente poi dormiremo tutti qui» annunciò dopo il caffè.
«ma non hai casa tua?»
«grazie papà, sei sempre così... padre...»
«non ascoltare tuo padre. Sai che è allergico alle feste, nonostante il suo lavoro implichi anche questo»
poi Nathalie si rivolse al marito «Gabriel, tesoro, mi piacerebbe se sabato sera mi portassi a cena fuori e poi so che c'è uno spettacolo pirotecnico che mi piacerebbe vedere dalla Tour Eiffel»
«visto papà? Non avrai problemi con la nostra festa» disse il biondo con un sorriso soddisfatto
«e chi avresti intenzione di invitare?»
«allora: Luka, Nathaniel, Nino, la sua ragazza Alya, Chloé e la cugina di Luka, Marinette.. Ah, anche Lila, la ragazza di Nathaniel»
«Nathaniel ha la ragazza? Sono felice per lui! e tu quando mi presenterai la tua?»
«non ce l'ho ancora, ma spero presto, mamma»

Chloé non era riuscita a combinare l'incontro con i ragazzi e durante il ritorno a casa era un po' triste. Avrebbe voluto vedere Luka, ma forse stava insistendo anche troppo.
Marinette le aveva garantito fosse single, mentre Alya le aveva consigliato di esprimere i suoi sentimenti al ragazzo ma senza assillarlo. Il difetto della bionda era quello di insistere e anche parecchio quando si trattava di ottenere ciò che voleva, ma Luka aveva volontà di decidere e pazienza fino ad un certo limite, che ovviamente lei non avrebbe dovuto raggiungere, altrimenti era certa lo avrebbe perso per sempre.

Marinette era finalmente a casa.
Si buttò sul letto e chiuse gli occhi. Improvvisamente la sensazione di disagio che aveva avuto quel pomeriggio le tornò alla mente e immediatamente l'associò a Chris. Non l'aveva visto nei dintorni, ma il suo intuito le diceva che la causa fosse lui. Si alzò dal letto ed uscì sul terrazzo, certa che l'aria fresca l'avrebbe aiutata.
«mamma, papà, vorrei tanto foste qui per parlare con voi ed avere uno dei vostri abbracci..» disse guardando il cielo, stringendo la foto dei genitori che aveva preso dalla scrivania, mentre lacrime di nostalgia e dolore iniziavano a scendere.
«stai bene, bambina mia?»
La voce di Sabine la fece sobbalzare. La donna la chiamava così da sempre, specialmente quando sapeva che la ragazza aveva bisogno di sostegno. Dopotutto per lei era sempre stata la figlia che non aveva mai avuto.
Marinette si asciugò in fretta le lacrime e strinse maggiormente la foto dei suoi tra le mani.
«che ne dici di un bell'abbraccio pieno d'amore?» domandò la donna quasi sottovoce e sorridendo appena, capendo al volo l'esigenza della corvina e accarezzandole il viso.
La ragazza non se lo fece ripetere una seconda volta e si gettò tra le braccia della madrina, che la cullò nel suo abbraccio.
«grazie Sabine. Sei unica»
«anche tu, tesoro»

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