Dre
<Quando la smetterai di sentirti in colpa Dre? Sei noioso>, ribadisce per l'ennesima volta Lillian, nel mio letto. La fa facile lei: non ha mai tenuto a nessuno tranne che a sé stessa.
Guardo fuori dalla finestra e aspiro il fumo dalla sigaretta.
Mi sento una merda, una merda enorme per quello che ho fatto a Cecil. Non lo meritava, mi è rimasta accanto per tutto questo tempo e io... io l'ho abbandonata di nuovo per Lillian.<Non capisci>, le dico, senza guardarla. < Hai ragione, non mi importa di nessuno tranne che di te.> Una volta avrei creduto alle sue parole, ora invece mi sembrano solo una marea di stronzate. Non mi ha mai amato: amava solo Sebastian. Io sono soltanto la ruota di scorta.
Faccio una risatina amara e scuoto la testa, mentre lei mi guarda perplessa.
<Menti, l'hai sempre fatto>, le dico seccato.Si alza dal letto e viene vicino a me, guardandomi con interesse.
<Perché lo pensi?>. È meglio se non me lo chiede: potrei incazzarmi di brutto.
Non ha mai pensato a me, a come potessi sentirmi, perché a lei interessava e interesserà sempre e solo Sebastian.
Sono stato un vero stupido a passare il mio tempo con lei, a baciarla e a portarmela a letto.Mi accarezza la guancia, ma io mi scosto all'istante: troppo deluso da me stesso.
<Dre... > Mi richiama, con voce mesta. <Vado a casa mia, ho sbagliato tutto>. Riprendo la maglietta nera e mi metto le scarpe. <Stai scherzando spero...> Mi segue, troppo sconcertata dal mio comportamento.
Sto per uscire dal suo salotto, quando mi tira dal gomito. <Non puoi Dre... tu provi dei sentimenti per me, il bacio di ieri lo dimostra>. Sta cercando di impietosirmi, di rendermi vulnerabile per potermi manovrare meglio.Una volta avrei dato di tutto per quegli occhi azzurri, ma adesso... è diverso. Il volto di Cecil mi ritorna in mente, facendomi retrocedere di scatto.
<È stato un momento di debolezza>, rispondo, con rammarico. Scuote la testa, facendo una risatina finta,< non è stata debolezza, perché tu lo volevi>. Questa sua veemenza fa paura, quasi: è come se avesse paura di restare sola, ancora una volta. All'improvviso mi è tutto più chiaro. Lei non vuole me, mi vuole perché ha paura dell'abbandono.Sono l'unico che le sta vicino adesso. <Sei un egoista, lo sei sempre stata: tu non vuoi riavermi, vuoi che ti stia accanto solo perché sono l'unico che può farlo. Ma ti dirò di più: ho chiuso con te, anche io.> Nei suoi occhi balena la paura, mentre mi allontano. Ho sbagliato tutto per l'ennesima volta; ho ferito di nuovo colei che cercava di darmi una mano. Adesso è tempo di chiedere scusa.
Salgo sulla macchina e parto, diretto a casa di Cecil.
Oggi è domenica, quindi sarà di sicuro a casa sua. Non l'ho vista in questi giorni al campus; era mancata per due giorni.
Qualcosa mi dice che la sua mancanza è dovuta a causa mia.
Quando ho rivisto Lillian mi sono sentito impotente e sorpreso allo stesso tempo: è stata il mio primo amore, l'unica che mi ha risvegliato da quel mio torpore e da quel mio vuoto.
Cecil invece, è stata la mia salvezza: mi ha ridato un po' di quella luce che avevo perso.Svolto l'angolo del vialetto e parcheggio dietro la moto di Danielle.
Sento come un peso nel petto, quando scendo dalla macchina.
Non so in che condizioni la vedrò, ma spero vivamente che non sia ubriaca, d'altronde sono solo le dieci di mattina.
Busso alla porta però non sentendo nessuno suono. Dopo un paio di minuti, la porta si apre rivelando Danielle con in bocca un pezzo di cornetto.<Credevo fosse Seb, doveva venire qui>, commenta perplessa.<No, sono io. C'è Cecil?> Le chiedo subito. Non mi va di perdere tempo.
<Ehm... No, credo che sia con una ragazza di nome Rebecca, se non mi sbaglio si è presentata così>. A quel nome le mie orecchie si drizzano. No, non va per niente bene. Rebecca non è la persona più adatta a lei in questo momento: Cecil è vulnerabile e Rebecca avrà una brutta influenza su di lei, già lo so.<Sai dove sono andate?> Domando, preoccupato.
Scuote la testa e inizia a insospettirsi. <Perché? C'è qualcosa che non va forse?> Si sta preoccupando.
<Rebecca è la cugina di Lillian, non ha una bella reputazione e... ho paura che abbia una brutta influenza su Cecil>.
Sono preoccupato: e mi sento responsabile per lei. Quella ragazza si droga, beve, fuma e Cecil è troppo vulnerabile in questo momento, perché cerca di non sentire più niente.<Vado a cercarla, tu resta qui in caso torni>. Annuisce alle mie parole e si passa una mano fra i capelli, <provo a chiamarla> mi annuncia. Non credo che risponderà, ma non voglio terrorizzarla ancora più di prima. Salto in macchina e cerco di pensare ai posti in cui potrebbero essere andate: Rebecca frequenta sempre locali o pub, quindi parto per il locale della scorsa volta.
Scommetto che sarà li, a bere.Circa venti minuti dopo, sono già dentro il locale che attualmente è aperto solo come bar.
Ci sono soltanto due vecchietti e qualcuno che fa le pulizie.
Mi volto verso il bancone in fondo e le vedo a entrambe.
Come avevo immaginato, sono lì a bere. <Si, te lo giuro... e poi non mi ha neanche pagata!>Esclama ridendo, la mora. <Che cazzo ci fate qui? Alle dieci di mattina?!>. Non ha proprio controllo, lei.
Cecil indossa un top troppo corto per i miei gusti, e porta anche un pantaloncino nero strappato.
Ma che diavolo ha addosso? Questa non è lei.Si volta verso di me sbuffando, per poi dire:<la tua presenza non è richiesta Darren>, sbiascica a voce alta.<Come mi hai chiamato?> le chiedo, già incazzato. Darren... ma fa sul serio? Sogghigna e dopo scoppia a ridere. Ha gli occhi troppo lucidi, quindi questo vuol dire che è già ubriaca. <Rebecca non dovevi portarla qui, cazzo>. È possibile che non capisca? Sono solo le dieci di mattina e loro sono qui a bere come due alcolizzate!
<Voleva spegnere il cervello, ci sta riuscendo bene>, scherza divertita. Mi sono rotto, ora la riporto a casa. La prendo dal gomito e lei protesta:<mettimi giù! Razza di bastardo> mi urla, scalciando e dando pugni alla mia schiena. <Ora torni a casa, dato che sei un irresponsabile>. Non sono mai stato così incazzato come ora.
Rebecca se la ride, ma non tenta di aiutarmi. Usciamo fuori e apro la portiera della macchina, sotto gli insulti di Cecil. <Sei un coglione, mi hai abbandonata di nuovo... > Singhiozza, con una voce che mi fa vergognare di me stesso. La metto a terra lentamente e la guardo negli occhi, troppo grigi, troppo misteriosi. <Ho sbagliato tutto, lo so. Ma l'ho capito in tempo, lasciando Lillian da sola. Non voglio ricadere in quel circolo doloroso, e so che ti ho deluso ma... non posso e non voglio perderti.> Voglio essere sincero e darle un motivo per restare al mio fianco.
È importante per me. Si asciuga una lacrima e abbassa la testa, per non farsi vedere. <Mi hai spezzato di nuovo il cuore, Dre. Non riesco più...> Non riesce a terminare la frase e io le accarezzo le guance <Lo so... stavolta non basta un semplice scusa, perché vuoi di più e giuro che te lo darò>. Le lascio un bacio sulla fronte, facendola sospirare. Cecil è il mio calmante, la mi tregua: sono un mix di calma e pace quando sto con lei.
Ho bisogno di questa pace nella mia vita caotica.
Farò il possibile per farmi perdonare, perché ne vale la pena.

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Cecil
Romanzi rosa / ChickLitCecil McQueen è l'ultima della tripletta, la gemella minore, quella più sensibile e dolce delle tre. Avendo un cuore grande, è abituata a fare del bene alle persone. Ma in cambio riceve odio o sentimenti non ricambiati. È innamorata di Dre Wright:...