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Cecil

<Smettila, basta!> Urlo, divertita, staccandomi dalla presa di Dre.
Siamo sotto la doccia al momento, in procinto di insaponarci.
Ma è difficile farlo, soprattutto quando il mio 'ragazzo' continua a stuzzicarmi.
Mi pizzica i fianchi, mi morde la spalla e non perde l'occasione per baciarmi neanche una volta.
<Sei un mascalzone>, sussurro, baciandolo sulle labbra, mentre geme.

Mi stringe il sedere tra le mani, facendomi sorridere felice.
Perché lo sono molto.
È da un bel po' che non mi sentivo così appagata e completa, tutto per merito di questo ragazzo bellissimo.
<Ti faccio vedere quanto sono mascalzone, che dici?> Chiede, mordendomi il labbro inferiore.
Non pensavo che Dre fosse così pervertito.

Dopo aver fatto l'amore nel suo letto, abbiamo cambiato le lenzuola e lui non perdeva mai l'occasione per lanciarmi qualche battutina sulla nostra prossima volta.
Mi lascio insaponare da lui, appoggiando la testa contro la sua spalla, per poi muovermi contro il suo bacino.
Ho voglia di stimolarlo.
<Stai diventando ingorda> sussurra, al mio orecchio, con tono roco.

Si, di te.
Mi spinge contro il muro della doccia, mettendomi con il sedere in aria. <Non lì> dico, a corto di fiato. <No, ancora è presto per quello>. Sono contenta di sapere che ha un contegno almeno.
Entra dentro di me, piano piano, cercando di non farmi male; dato che questa è la mia seconda volta.  <Porca troia, quanto sei stretta>, ringhia, eccitandomi a dismisura. Mi appoggio con le mani alle piastrelle, ansimando contro di esse mentre lui pompa dentro di me, ad una velocità ritmica.

<Cazzo, Cecil>, urla, il mio nome.
Siamo entrambi un sospiro e un grido di piacere.
<Dre, continua>, gemo, quando mi stringe i seni con le mani.
Troppo piacere, mi sta danneggiando tutta.
<Ah... Si>, ansimo, sentendo le sue spinte più vigorose e forti.
Si aggrappa ancora di più con le mani ai miei fianchi, facendo sbattere le nostre pelli continuamente.

Inizio a sentire l'orgasmo montare e lui mi incoraggia a venire, con una voce talmente roca e passionale da non potersi neanche descrivere.
<Vengo, vengo... Piccola> Urla, esplodendo dentro di me.
Non appena finisce l'amplesso, mi rendo conto di ciò che è appena successo: non aveva il preservativo, merda.
Io non uso la pillola, la ginecologa mi ha vietato di prenderla per dei problemi alle ovaie.

Mi volto verso Dre, con uno sguardo disperato e lui all'inizio non capisce.
<Che succede?> Chiede, confuso.
<Non hai usato il preservativo, Dre. Io non posso usare la pillola>, gli spiego, notando il suo cambiamento di umore.
<Cazzo>, esclama, passandosi una mano fra i capelli.
Esce dalla doccia, mettendosi un asciugamano addosso e restando in silenzio, non sapendo cosa dire e cosa fare.

<Potevi dirmelo prima, merda>. Mi sta seriamente dando la colpa? Ok, si, avrei potuto ricordarmi ma non ci ho pensato in quel momento ero troppo presa da altro!
<Anche tu avresti potuto prendere il preservativo> ribatto, mettendomi l'accappatoio.
<Ero sotto la doccia, ti pare che penso al preservativo?> Mi snobba, facendomi innervosire a dismisura.

Perfetto, sta rovinando tutto ancora una volta.
Sento le lacrime salirmi agli occhi, ma pur di non farmi vedere da lui, esco dal bagno.
<Dove vai?> Chiede.
<Mi rimetto i miei vestiti ed esco: non voglio stare con te, al momento>, lo informo, non guardandolo neanche in viso.
Mi ha fatta restare malissimo, come se lo volessi io un bambino poi! Soprattutto a vent'anni.

Le cose si fanno in due, ci siamo dimenticati entrambi di due cose importanti, non l'ho fatto solo io.
<Fai sul serio?> Mi provoca, mentre io mi metto una maglietta e un pantalone di fretta. <Si>, rispondo.
Indosso le scarpe e dopo mi faccio una crocchia in testa, tenendo i capelli ancora un po' bagnati.

Una volta da sola, mi asciugo le lacrime dagli occhi.
Perché deve essere sempre tutto così difficile per me?
Stava andando tutto così bene, maledizione.
Ora cosa diavolo dovrei fare? Aspettare e farmi un test?
Sospiro, guardando le macchine che passano e, mangiucchiandomi la pellicina dell'unghia.
Chiamare le mie sorelle vorrebbe dire mettermi pressione: di sicuro diranno, sei incosciente, sei la solita sbadata ecc.

Ho perso il conto di quanto tempo sia rimasta fuori, a guardare soltanto il panorama della città.
Ho paura di rientrare in quella camera. Ad un tratto, sento una coperta cadermi sulle spalle, perciò alzo la testa. <Pensavo che ti servisse: d'altronde fa freddo qua fuori>.
Non so cosa rispondergli, sono ancora scombussolata.

<Senti... Noi non possiamo fasciarci la testa ancora prima di essercela rotti. Abbiamo bisogno di aspettare e vedere con calma quello che succederà> esordisce, provando a mantenere la calma.
<Quello che ha dato di matto prima eri tu, non io>.
Sospira, annuendo con la testa e ammettendo i suoi errori.
<Si, lo so. Ho sbagliato e me ne pento, ma ho avuto paura. Noi ancora non abbiamo avuto del vero tempo per stare da soli e adesso succede anche questo> indica la mia pancia, come se fossi già incinta.

<Smettila, ancora non possiamo sapere con certezza se lo sono o no>, sbotto, guardandolo male.
<Hai ragione, scusa>. Non me ne faccio niente delle sue scuse se poi mi offende.
<Pensi che io sia pronta per un futuro in tre? Ancora è presto per dirlo, cavolo, ho perso la mia verginità solo ieri>, esclamo, esasperata. Dre mi guarda dispiaciuto, accarezzandomi la mano con dolcezza.
<Qualunque cosa succederà... Io sarò qui> mi rassicura, togliendomi un gran peso dal petto.

Mi bastava sapere questo, se lui sarebbe stato ancora qui con me dopo tutto quello che succederà.
<Ti amo>, confessa, baciandomi la fronte, e lasciandomi accoccolare a lui.
<Anche io ti amo>.
Chiudo gli occhi, lasciandomi cullare dalle forti braccia di questo ragazzo.
<Comunque, volevo farti una proposta più carina. Ma forse questo è il momento adatto> ridacchia, facendomi poi alzare la testa dalla sua spalla.

<Ti va di essere la mia fidanzata? >. Sorrido alla sua proposta e annuisco con la testa.
<Si, certo che si. Scemo>. Ci baciamo, come per consolidare questa nostra promessa e dopo restiamo lì, seduti a goderci la serata in pace.




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