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Cecil

Ogni volta che sono con lui finisco per fare delle figure del cavolo: sono negata con i ragazzi, non c'è altra spiegazione plausibile. <A cosa pensi?> Mi domanda Dre, guardandomi con quei suoi occhi penetranti verdi.
<Nulla di importante, nulla che ti riguardi.>Mi sto facendo odiare probabilmente, ma va bene così.
Non vale la pena di farmi il sangue amaro per lui.
Nei suoi occhi passa un lampo di sofferenza, molto visibile.

<Mi odi?> Domanda, con una certa sofferenza.
La mia mente vorrebbe rispondere di si, però qualcosa mi blocca dal dire quella parola.
<Vorrei odiarti. Ma non posso, non ci riesco.> Mi sto esponendo troppo, lo so di mio. A volte vorrei non averlo mai conosciuto per risparmiarmi le sofferenze, solo che poi ripenso a quei pochi momenti carini avuti con lui è cambio idea. Le sue labbra si aprono in sorriso  piccolo ma pieno di dolcezza che mi fa sciogliere il cuore.

<Possiamo mettere da parte tutto. Ricominciare da capo, noi due>, mi confida,in tono basso.
Volgo la testa al soffitto e devio lo sguardo dal suo: non voglio proprio ricascarci di nuovo. La possibilità che lui si rimetta con Lillian è troppo probabile e io non sono disposta a farmi prendere in giro.
<No, sto bene così>, rispondo, senza guardarlo.
Sento che si scosta da me e si alza dal letto.

<Non so più che fare. Sto cercando di migliorare la situazione, di fare pace. Ma ogni volta che ti vedo succedono sempre le stesse cose: mi ignori, mi tratti con freddezza e scappi sempre. Cosa devo fare?>. Mi sta pregando con lo sguardo di dargli un aiuto, una soluzione alla mia freddezza e alla mia indifferenza. Mi domando cosa vede nei miei occhi, se legge solo indifferenza o vede altro.
<Andartene>, uso queste parole, senza pensarci due volte.

Probabilmente me ne pentirò più avanti, però sono sicura di fare la scelta giusta. Devo pensare a me, non più agli altri. Per andare avanti devo cancellare il passato, quindi anche lui.
<Non dici sul serio>, gli traballa la voce. Mi alzo a metà busto e lo fisso dritti negli occhi, con una serietà mai vista prima che non mi appartiene.
<Si, voglio che tu vada via.>
Non ho ripensamenti e spero che lui lo capisca.

Scuote la testa e va avanti e indietro per la mia camera; sembra un pazzo per quanto stringe i pugni e la mascella.
<Non puoi dire sul serio, Cecil. Tu ci tieni a me proprio come io tengo a te. Se mi dici addio adesso... Io non avrò più niente>, mi racconta, con rabbia quasi.
Certo perché Lillian non gli conviene, solo per questo.
<Non mi interessa. E poi non è vero che ci tieni come io tengo a te, questa è una cazzata> ribatto, irritata dalla sua testardaggine.

Ma come si permette a dirmi quello che penso o non penso? ma tu guarda un po!
<No, cazzo. Non ti permetterò di farmi andare via e di togliermi dalla tua vita. Non voglio perderti!> mi urla a gran voce.
Corrugo la fronte, mentre lui respira con il fiatone.
Perdo un battito a quella confessione così vera e sentita: resto completamente ammutolita  dalla sua ostinatezza.
Mi passo una mano sul volto e sospiro.

Mi deve sempre fare mettere tutto in discussione, lo odio.
<Neanche io voglio... Ma non riesco a guardarti senza pensare a quanto dolore mi hai recato. Tu, me me hai combinate tante. Mi hai preso in giro per avere informazioni su me e le mie sorelle, mi hai mentito, hai baciato Lillian dopo tutto quello che ho fatto per te! Sono andata contro le mie sorelle. Ti rendi conto o no?> Gli sto praticamente urlando contro, senza pietà.

Riesco a sentire le lacrime agli occhi per il dispiacere che riemerge dentro di me.
Lui resta fermo e mi guarda con amarezza, come se solo adesso si rendesse conto di quello che ha fatto. <Lo so, lo so bene. Per questo adesso è il mio momento di dimostrarti quanto tengo a te, Cecil>, si abbassa il tono sulle ultime parole. Cerca di pregarmi con lo sguardo, tuttavia io resto ferma sul letto.
Cosa devo fare adesso? Dargli un'altra occasione oppure dirgli addio per sempre?

Si avvicina a me,  inginocchiandosi sulle gambe.
Prende le mie mani e le stringe tra le sue dita ruvide, cercando di infondermi sicurezza.
<Fidati di me, dammi un'altra occasione>, mi prega.
Mi mordo il labbro inferiore e lui fissa il mio movimento con interesse.
Prendo un altro respiro profondo per poi dire: <se mi ferisci ancora... giuro che per me sei morto>, lo avviso seria.

Mi guarda con un sorriso enorme e senza rendersene conto mi bacia, in uno scatto folle e veloce.
Preme le sue labbra sulle mie con dolcezza, facendomi schiudere le labbra per approfondire.
Mi accarezza le guance con i pollici e io gli mordo il labbro inferiore. Mi sento felice e un po' più tranquilla rispetto a prima: forse è vero che il perdono fa stare meglio le persone.
Prima ero come in un buco nero senza via di uscita.

Un buco nero fatto di alcool, Rebecca e di menzogne che non mi caratterizzavano per niente.
Le mie sorelle saranno contente di quello che ho fatto.
Mi stacco dalle sue labbra e lui poggia la fronte sulla mia, chiudendo gli occhi con un sorriso e le labbra gonfie dei miei baci. <Ad un nuovo inizio>, dice, come se stesse cercando di augurarci qualcosa, a me e lui.
Annuisco ancora frastornata e mi alzo dal letto.

<Andiamo giù, gli altri ci staranno aspettando>, dico, per togliere un po' di imbarazzo.
Mi prende per mano e usciamo dalla mia camera insieme, come una coppia di fidanzati. Peccato che non lo siamo.
Quando Regina ci vede, mi fa un occhiolino e una faccia che la sa lunga. Lascio la mano di Dre e vado verso di lei e Jordan che sono seduti sul divano  insieme.
<Finiscila>, l'avverto, divertita.
<Non ho detto nulla> si difende, alzando le mani al cielo.

Si, be' si capisce lo stesso quando intende qualcosa di sconcio.
Per me è come un libro aperto.
<Venite, ci guardiamo un film tutti insieme> ci fa posto sul divano Jordan, facendo sedere Dre accanto a lui.
Lui mi fa segno di sedermi sulle sue gambe e io arrossisco di colpo. Dopo averci pensato qualche secondo, mi avvicino e mi siedo sulle sue gambe.

Non si sta tanto male qui, con lui e la mia famiglia.





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