Dre
Detesto sentire il rumore della sveglia di prima mattina, mi irrita terribilmente.
Sapere che oggi dovrò stare accanto a Lillian non mi fa stare tranquillo, ma soprattutto sapere che la vita di Cecil può essere in pericolo a causa di lei, mi fa incazzare a dismisura.
Cecil non merita sofferenza, l'ho capito di mio.
Lo sapevo già, soprattutto quando avevo baciato Lillian.Se tornassi indietro non la bacerei, tutto pur di non rivedere quell'espressione sofferente sul viso di Cecil.
Mi alzo dal letto e vado in bagno.
Dopo aver fatto la pipì, mi butto sotto la doccia e mi rinfresco il corpo, sciogliendo i nervi.
Non appena finisco mi passo un mano sui capelli bagnati e dopo torno in camera, pronto per cambiarmi e mettere in atto il mio piano. Indosso una canotta nera che evidenzia i miei muscoli e dopo metto i jeans strappati neri.Prendo la giacca e dopo infilo le chiavi in tasca e il portafoglio, già pronto per uscire dalla camera del dormitorio.
Il mio viaggio in macchina lo passo pensando a Cecil e al nostro bacio di ieri, al modo in cui le sue mani hanno accarezzato le mie guance con dolcezza, al modo in cui mi perdevo nel sapore della sua bocca e della sua lingua.
Soltanto al ricordo, sento il mio amichetto in basso risvegliarsi di colpo.<Merda, non ci voleva ora>, impreco, ad alta voce. Mentre parcheggio di fronte al campus.
Scendo dalla macchina e chiudo lo sportello, per poi avanzare verso l'edificio.
Sto per salire i gradini, quando all'improvviso vedo Cecil intenta a parlare con un ragazzo.
Sembrano andare d'accordo... Perché? Che se ne fa di quello? Non le piacevo io?
Un moto di rabbia improvvisa si impossessa di me, portandomi a camminare spedito verso di loro.Cecil scoppia a ridere mentre parla con lui, aumentando il mio nervosismo.
Arrivo dietro al ragazzo e lo fulmino con lo sguardo, soltanto per averci provato con lei.
Pensa che non mi sia accorto della sua mano che ha toccato il suo braccio, quello di Cecil.
Glielo taglio.
Stronzo.
Bastardo e figlio di una buona donna.Faccio una finta tosse, facendoli girare verso dietro entrambi.
Cecil sembra sorpresa di vedermi, sembra anche un po' perplessa. Guardo il moro dagli occhi verdi e gli dedico un sorrisetto finto, di quelli che dicono: sarai pure simpatico, ma se ti avvicini a lei ti rompo i denti. <Ehi, Cecil. Che combini qui?> Le chiedo, mentre continuo a fissare minaccioso il ragazzo.
Noto che lei si gratta il collo imbarazzata, perciò volto lo sguardo verso di lei – che è evidentemente imbarazzata.<Niente, stavo parlando con Lucas. Siamo compagni di corso e dobbiamo fare una tesina insieme>. Cosa!? Ma quale tesina? Col cazzo! <Ah si?> Le chiedo, leggermente e fintamente curioso. <Si, avevo pensato di invitarla a casa mia. Sai, per studiare>, parla, lo stronzo.
Pensa che non mi sia accorto del suo sguardo malizioso?
Non si avvicinerà proprio a lei.
Assolutamente.<Si, come no... > Bisbiglio, in tono irritato. Cecil mi guarda male, ma non commenta; il ché mi fa solo piacere, perché sono abbastanza incazzato già di mio.
<Cecil, vieni con me. Dobbiamo parlare>, le dico, e senza aspettare un attimo la prendo dalla mano e la porto via da lì.
<Ma dove andiamo? Dre! Mi ascolti?> Mi urla, irritata.
Cammino fino al retro dell'edificio sentendo le sue imprecazioni, e non appena capisco che non c'è nessuno la spingo contro il muro, per poi bloccarla con le mani.Noto che i suoi occhi sono infiammati di rabbia e di eccitazione, e infatti i miei occhi cascano sulle sue labbra. Ho di nuovo voglia di baciarla...
Mi mordo il labbro eccitato e voglioso, notando che il suo respiro le viene a mancare.
<Ti piace quel tipo? Ci vuoi uscire?> Le chiedo, non aspettando neanche una risposta alla prima domanda.
I suo viso si addolcisce, facendomi tirare un sospiro di sollievo impercettibile.Non sono pronto a condividerla con qualcuno, non voglio.
Si è sempre presa cura di me nonostante tutto e l'idea di perderla... non la trovo neanche fattibile. <Sei geloso?> Mi domanda, alzando il mento verso il mio. Quelle pozze grigie mi stanno accecando completamente, rendendomi un vero stupido. <Non te lo dico>, le rispondo, decidendo di giocare un po' con lei.
Non mi voglio esporre così tanto.Penso che lei sappia che qualche effetto me lo scatena dopo quel bacio, non ero l'unico che ha provato qualcosa.
Inclino la testa per sfiorare le sue labbra e lei si scosta, facendomi innervosire. Perché si allontana?
<Non fare questo gioco con me. Se non mi dici se sei geloso, io non ti bacio> mi rivela, seria ma con una punta scherzosa.
Ah si? Quindi giochiamo in due, bene. Mi scappa un sorrisino da sfacciato e lei lo nota, stando al mio gioco.<Allora aspetterai un bel po'>, le confido. Non si scompone affatto; e per questo mi fa sorridere.
<Pazienza... Il tuo non è mica il bacio del principe azzurro>. La sua frase mi fa ridere: non si sta affatto deprimendo, anzi, si sta divertendo da questo nostro gioco. Non ho mai notato questo lato del suo carattere, e devo dire che mi piace molto.
Ci sa fare... <Infatti è quello del cavaliere>, le sussurro, suadente all'orecchio, facendola scoppiare a ridere.Questo nostro stuzzicarci è divertente, mi provoca parecchio.Sento la campanella dell'inizio dei corsi suonare, ma nonostante questo non ci stacchiamo: stiamo mandando all'aria tutto.
Avrei dovuto provarci di nuovo con Lillian, ma non appena ho visto Cecil, ho mandato a cagare tutto. <Dovrei andare a lezione... > Bisbiglia, come se potessero sentirci. Mi presso di più sul suo corpo, facendole sentire la mia erezione nei jeans.
Arrossisce di colpo e guarda in basso la mia protuberanza.<Ah... vedo che sei già pronto>, commenta, riacquistando colore.
<Sempre>, sogghigno.
Maledette quelle labbra che vorrei baciare. Abbasso la mia bocca sul suo mento e ci deposito un bacio sopra, per poi dargliene altri due piccoli. Le sue mani finiscono sotto la mia maglietta, dietro la schiena. Mi procura dei brividi, accarezzandomi la pelle liscia dietro. E manderei a fanculo questo nostro gioco per baciarla, ma il mio orgoglio è più forte al momento: voglio farla impazzire lentamente.Le lascio un altro bacio, ma sì alla guancia stavolta e dopo mi sposto dal suo corpo; lasciandola perplessa. <Ci vediamo, principessa. >Le faccio l'occhiolino per poi voltarle le spalle e andare via, lasciandola lì di stucco.

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Cecil
ChickLitCecil McQueen è l'ultima della tripletta, la gemella minore, quella più sensibile e dolce delle tre. Avendo un cuore grande, è abituata a fare del bene alle persone. Ma in cambio riceve odio o sentimenti non ricambiati. È innamorata di Dre Wright:...