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Cecil

Aspetto che Rebecca si presenti a casa mia e nel frattempo vado avanti e indietro per la cucina, cercando di pensare a una teoria plausibile per il gran casino che si è venuto a creare.
L'avvocato di Lillian sarebbe l'ex di Rebecca, e per qualche strano motivo, lei lo vuole fregare o vuole fregare lei.
L'ho sempre detto che la loro era una famiglia di pazzi.

Per avere più tranquillità e privacy, ho dovuto chiedere alle mie sorelle di non venire a casa nostra: non volevo che Rebecca si mettesse in imbarazzo, anche se non mi sembra il tipo.
Mi mordo il labbro inferiore, quando ad un tratto sento il campanello suonare, quindi mi appresto ad aprire, senza pensarci due volte.
<Wow, cos'è mi aspettavi? Mio amore>, mi prende in giro, sogghignando.

<Entra, sbrigati>, le intimo sbrigativa.
Lei mi ascolta, e dopo entra in casa guardandosi intorno estasiata. <Sei anche tu ricca?> Chiede, semi perplessa.
<Si, mio padre è il proprietario di un importante agenzia di trasporti>, le spiego, guardandola gironzolare intorno.
<Allora? Sei qui per un preciso motivo Rebecca, quindi dimmi quello che mi interessa.>

Si volta verso di me, per poi andarsi a sedere sul divano bianco. <Che vuoi sapere?> Chiede, accavallando le gambe come se fosse una vip.
<Che cosa ci ricavi dal torto che fai a Lillian? Chi stai cercando di colpire esattamente?> Le domando, davvero interessata.
<Entrambi, sia mia cugina che il mio ex> mi informa, con un tono che non accetta repliche.
Dietro quello sguardo scuro posso leggere della rabbia, rabbia stantia.

Probabilmente le avrà fatto un torto l'ex, e riguardo a sua cugina, be' non mi stupisco che la odi. <Se ti stai chiedendo perché te lo spiego subito. Mia cugina si è scopata il mio ex quando io e lui stavamo insieme; quella stolta ha sempre pensato che non lo sapessi, ma si sbagliava di grosso.
Vorrei farla pagare ad entrambi, diciamo che è una piccola vendetta>, mi confida, in tono freddo e crudele.
Capisco il motivo della sua rabbia, ma c'è da dire che in questo momento assomiglia molto a Lillian.

<Ed esattamente cosa vorresti fare tu?> Le chiedo, sedendomi accanto a lei.
<Ho delle conoscenze che potrebbero aiutarmi. Matt, il mio ragazzo, mi sta aiutando di nascosto.> Ecco chi era allora quello che la chiamava, era il suo fidanzato! <Come ti sta aiutando lui? Ha qualche contatto con gli avvocati o...> Non mi lascia finire che mi precede. <È un ex criminale, e ha qualche amico in polizia.> Cos'è una battuta? Un ex criminale amico dei poliziotti? È per caso una serie TV questa?

<Come diavolo è possibile che sia amico di un poliziotto, se è un criminale!?> Esclamo, scioccata.
Mi fa segno di lasciar stare con la mano, per poi aggiungere:< non mi chiedere, non entro in merito dei suoi guai>. Alzo gli occhi al cielo e dopo vado verso il frigorifero: ho bisogno di un bicchiere d'acqua, ho la gola secca. Ma in che guaio mi sto mettendo? Rebecca che sta con un ex criminale, Lillian che si scopa l'ex di sua cugina e poi lo usa come avvocato! Ma insomma un po' di pace per me non esiste?

<Dimmi che hai un piano migliore di farti aiutare dal tuo fidanzato>, la prego, con lo sguardo. <Certo che ho un piano migliore, che domande!> Esclama, alzandosi dal divano.
<Noi due andremo a trovare il mio ex, lo inforneremo dell'accaduto e ci faremo aiutare>. Che piano di merda.
<Stai scherzando vero?>
Non può essere seria, ne ho sentite di scemenze ma questa le supera tutte, cavolo.

<No>, ribatte.
<Non possiamo seguire questo tuo piano, in questo modo Lillian lo verrebbe a sapere, razza di idiota. E se loro due stessero ancora insieme? Se lui fosse innamorato di lei saremmo fregati>, gracchio, incazzata.
Non si va da nessuna parte così, abbiamo bisogno di qualcosa che lo incastri o che lo distrugga: come un segreto.
<Sai qualche suo segreto? Qualcosa di pericoloso?>

Cerco di trovare una soluzione, ma lei non è d'aiuto.
<No, è un bravo ragazzo, corna a parte>,commenta, un po' acida.
Ci dovrà essere pur qualcosa!
Ad un tratto mi viene in mente un nome, un nome che non sento da un po' di tempo.
Mason. <Per caso, il tuo ragazzo ha un amico di nome Mason?> Le domando, con una punta di speranza nella voce.
<Mason Rivers?> Quando capisco che lei conosce il fratello di Sebastian, mi viene un tuffo al cuore.

Forse ho un idea.
<Ho bisogno di fare una telefonata, resta qui... > Le intimo, in tono grave.
Salgo in camera mia e prendo il cellulare, pronta per comporre il numero. Aspetto qualche squillo e alla fine risponde: <pronto?> Ha una voce rauca, come se si fosse appena alzato. <Mason, sono Cecil>, dico, attendendo una sua risposta che non tarda ad arrivare.
<La piccola McQueen... Hm, quanto tempo>, sussurra, con una voce sensuale che a me non fa alcun effetto. È sempre stato un gran marpione questo ragazzo. Credo che per un periodo si fosse fissato con me, ma non ne sono sicura.

<Ho bisogno che tu mi faccia un favore, Mason. Sai disposto ad aiutare me e le mie sorelle?>.
Ti prego dimmi di si!
Ti prego....
<Di che si tratta?> Chiede, con voce sostenuta.
<Dovresti spaventare un ragazzo, insieme ad un tuo vecchio conoscente, un certo Matt> gli spiego il mio piano nei minimi dettagli e quando finisco, aspetto una sua risposta con ansia.

<Sarà un gioco da ragazzi, e poi mi piacerà rivedere quella testa di cazzo>, commenta, in tono divertito. Sorrido di colpo quando accetta, e lo saluto, accordandoci di venire domani a casa nostra.
Sento che Rebecca bussa alla porta, quindi mi volto e la vedo con le braccia incrociate al petto, perplessa.
<Ho un piano, ci sarà coinvolto anche il tuo ragazzo e Mason>.

Dopo averle spiegato le mie intenzioni di spaventare il suo ex con Mason e Matt, lei mi sembra più contenta, anche se in un modo spaventoso...
<Quindi vorresti che il mio ragazzo e Mason spaventassero il mio ex, per ottenere delle informazioni su come Lillian sia uscita dal carcere?> Annuisco alla sua domanda.
Il mio piano non è solo questo, naturalmente sarà coinvolta mia madre anche: grazie a lei potremmo riuscire a parlare con un giudice e dargli tutte le prove che ha bisogno per essere sbattuta in gatta buia, una volta per tutte.

<Distruggiamo questa stronza allora>, istiga, stringendomi la mano, come se stessimo facendo un patto.

Distruggiamo la stronza.

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