Cecil

Epilogo

3 anni dopo

Cecil

<Amore>, esclamo, prendendo in braccio il mio piccolo Ricardo.
È cresciuto parecchio, ancora non parla per bene ma riesce a dire benissimo mamma e papà, a volte si fa capire altre di meno.
Ma credo sia normale per ora.
<Ma-ma> Mugugna, indicando la porta. A volte è un po' difficile capirlo; soprattutto per me, Dre invece lo capisce perfettamente, non so come ci riesca.
<Dimmi tesoro, cerchi papà?> Chiedo, incuriosita.
Annuisce con la testa, continuando ad indicare la porta del nostro appartamento.

Ormai viviamo in questo appartamento al centro da due anni, da subito dopo del parto.
Danielle e Sebastian sono rimasti nella nostra vecchia casa, e hanno dovuto firmare le carte di nuovo per poter ritenere la casa di loro proprietà.
Quei due si sono sposati e non hanno neanche aspettato un mese, che Danielle è rimasta incinta; d'altronde non potrei neanche io lamentarmi, dato che sono rimasta incinta dopo neanche due giorni dal fidanzamento con Dre.

Vado ad aprire la porta, sapendo già che è Dre: era andato a fare la spesa. Apro la porta e non appena mo vede sorride, togliendosi la neve dai capelli marroni, proprio come quello del figlio. <Ciao ad entrambi>, ci saluta, prendendo in braccio nostro figlio e dando un bacio a stampo a me.
Prendo le buste che ci sono sullo zerbino e dopo, quando lui è in cucina con le altre, chiudo la porta. <I negozi erano pieni, ma d'altronde siamo alla Vigilia di Natale>. Immagino, in questi giorni i negozi sono sempre affollati.

<Danielle e Sebastian stanno arrivando, mentre Jordan e Regina sono andati a prendere mio padre all'aeroporto> lo informo, facendolo voltare di scatto verso di me.
<Mi terrà d'occhio per tutto il tempo, me lo sento>, borbotta, facendomi ridacchiare.
Mio padre fa ancora un po' fatica a 'digerirlo', ma alla fine non gli rompe le scatole poi così tanto; è Dre che è esagerato.
<Oh, ma sta zitto> lo riprendo, scherzosa.
<Phoebe>, esulta, Ricardo.
Non vede l'ora di vedere sua cugina lui.

Phoebe é la figlia di Danielle ed è la sua fotocopia, sul serio: ha gli stessi occhi e gli stessi capelli, ma nonostante questo, a Sebastian va più che bene.
Lui la voleva una bambina, un po' come me e Dre.
<Vatti a preparare>, lo incito, dandogli una pacca sul sedere.
Lui mi lancia uno sguardo malizioso di proposito, mentre Ricardo è girato dall'altra parte.
<Va bene, Ricky andiamo a cambiarci?> Chiede, a nostro figlio.

Li guardo con adorazione, fino a quando non spariscono nel corridoio a sinistra.
Sforno le patate dal forno, mettendoci sopra la maionese sciolta.
Ho fatto proprio un bel banchetto: ho preparato i famosi 'cannelloni italiani', la torta al cioccolato e il pollo arrosto.
In più Regina e Jordan portano anche i pasticcini.
Stasera prenderemo tutti almeno cinque kili.
Inizio ad apparecchiare la tavola, mettendo la tovaglia, le posate e tutto il resto.

Ad un tratto, suonano al campanello, perciò controllo prima lo spioncino e dopo vado ad aprire.
<Ciao cara>, mi saluta Regina, togliendosi gli occhiali da sole e il cappellino in testa.
<Ehi, ciao>, le bacio la guancia, andando poi a salutare Jordan e mio padre dietro di lui.
<Coso tesoro, come stai?> Mi chiede, regalandomi un sorriso.
<Bene>, rispondo.
Saluto anche Kelly, ringraziandola per aver portato un altro dolce.

Ma dove li metto tutti questi dolci?
Non riusciremo mai a mangiarli.
<Dov'è il mio nipotino?> Chiede, a nessuno in particolare mio padre. <È a cambiarsi con il papà> lo informo, appoggiando i cappotti sul divano.
Ho il salotto pieno di giocattoli, menomale che avevo chiesto a Dre di non comprargliene altri.
<Ah, è con quel soggetto> sbuffa, facendo alzare gli occhi al cielo me. <Papà, smettila di trattarlo con indifferenza. Tra qualche settimana diventerà mio marito!> Esclamo, esausta.