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Cecil

<Bussa>, mi intima, Regina, indicando la porta con la mano.
Ma perché devo bussare io?
<No, bussa tu>, le rispondo.
Regina alza gli occhi al cielo, suonando poi il campanello di casa, della casa di nostra madre.
Dopo qualche secondo, la porta si apre, rivelando l'impeccabilità di nostra madre, Adelaide.
<Non vi aspettavo>, pronuncia, con un tono professionale.
La rigidità di questa donna non cambia con il tempo, vedo.
<Lo sappiamo, Adelaide.> Regina come al solito ha un atteggiamento un po' freddo nei confronti di nostra madre, ma non gliene faccio una colpa.

Questa donna ci ha abbandonate, sminuite e trattate male da sempre. <Dobbiamo parlare con te>, la informo, mentre entro nel suo enorme soggiorno.
<Di cosa?>. Non appena finisce di parlare, si sentono dei passi veloci sulle scale, dei piccoli ma feroci passi. <Regina! Cecil!> Urlano i nostri fratelli, saltandoci addosso. Sono cresciuti di qualche centimetro loro:soprattutto Walter.
<Ma che vi da vostra madre? Concime?> Chiede Regina, abbracciando Rafael.

<È anche tua madre>, risponde, Rafael. . Walter ci guarda con interesse, mentre Angel resta in silenzio accanto a me.
Ecco, questo è un altro argomento delicato da affrontare. Non credo che mia madre gli abbia detto il modo in cui ci ha trattate, non le sarebbe giovato: i nostri fratelli l'avrebbero odiata.
Sorrido a tutt'e tre, mentre mia madre resta in silenzio, non sapendo cosa dire.
<Si, è anche la nostra... Ma noi siamo cresciute di più con nostro padre, abbiamo un rapporto un po' diverso>. Non ha senso mentirgli, saranno piccoli ma non stupidi.

<Ragazzi andate in cucina, vi ho preparato la merenda>. Che tono dolce che usa con loro, noi ce lo sognavamo questo trattamento.
I ragazzi urlano di gioia, correndo verso la cucina insieme. <Allora? Di cosa volevate parlarmi?> Va dritta al sodo, una volta arrivate nel suo ufficio. Secondo me ci vuole già cacciare di casa: ha sempre un po' paura di vederci parlare ai nostri fratelli, paura che loro sappiano la verità da parte nostra.
Prima o poi succederà, più poi che prima e lei non ci impedirà di raccontarglielo.
<Domani ci sarà un processo che riguarda una ragazza del nostro campus. Lei è un'assassina, e fin dal primo momento che abbiamo messo piede dentro il campus ci ha remato contro, cercando di farci del male. Vogliamo che tu parli con il giudice del processo in privato naturalmente>, le spiega la situazione, mia sorella.

Nostra madre resta un attimo immobile, come se stesse pensando a qualcosa.
I suoi occhi gelidi puntano ai nostri, bloccandoci sul posto.
<Quello che mi chiedete è tanto, lo sapete? Volete che lo corrompa?> Domanda con una punta di paura. <No, vogliamo che lui si renda conto della persona che Lillian è. Sicuramente cercherà di farsi la vittima, ma noi abbiamo delle prove che possono incastrarla> le dico, provando a farla ragionare.

Abbiamo rischiato a chiederle aiuto, ma stiamo cercando di mettere da parte i nostri problemi personali per andare avanti. E questo è un buon momento per farlo, per dimenticare il passato e per costruire un nuovo futuro.
Ma senza il suo aiuto, nessuna di noi sarà al sicuro e in pace.
<Va bene, so già chi è il giudice. Non ce ne sono molti in città e a giudicare dal grado del caso, può essere solo il giudice Paul Evans>.Tiro un respiro di sollievo enorme, capendo che finalmente nostra madre è dalla nostra parte. <Grazie, sul serio> la ringrazio, con le mani giunte.
Regina non la ringrazia, ma le fa un cenno con il capo, mentre esce dallo studio.
Andiamo a salutare i nostri fratelli, prendendoli in braccio a ciascuno di loro.

<Tornerete?>. Guardo il volto speranzoso di Angel, facendogli un bellissimo sorriso contagioso.
<Certo, dopodomani verrete da noi ok?> Prometto, facendogli l'occhiolino. <Si>, esclamano, in coro. Li salutiamo ancora un'altra volta, lasciando a tutt'e tre un bacio sulla guancia, per poi uscire fuori dalla casa di nostra madre.
Una volta in macchina, io e Regina affrontiamo una discussione sui nostri fratelli.
<Un giorno dovremmo dire la verità ai nostri fratelli: non possono immaginarsi una madre perfetta, magari lo sarà stata solo con loro, ma con noi no>.

Da una parte ho paura di rovinare il loro rapporto, ma dall'altra, quella più sadica e un po' rancorosa voglio rivelargli la verità. Nostra madre ci sta aiutando, e dire la verità ai nostri fratelli risulterebbe come pugnalarla alle spalle.
<Prima di sapere che ci avrebbe aiutato, pensavo di non avere dubbi sul dire ai nostri fratelli ciò che abbiamo passato. Ora invece...> Sospiro, scuotendo la testa un po' in difficoltà.
<Non vuoi?> Chiede, Regina, con un tono perplesso.

<Si, ma... se ci pensi è come se stessimo pugnalando nostra madre alle spalle. Lei li ama davvero tanto ai nostri fratelli> le spiego, provando a farla ragionare. <Lo so, non l'ho mai vista così con noi> parla, calando un po' la voce. Questo argomento rimarrà sempre un po' pesante per noi: abbiamo sofferto troppo per una madre che noi volevamo e che meritavamo, ma alla fine non abbiamo mai ricevuto.
Non torniamo più sull'argomento, e restiamo in silenzio per tutto il tempo, fino a quando non arriviamo al vialetto di casa. <Uh, c'è il tuo principe> mi prende in giro, Regina, togliendo le chiavi .

Dre è seduto sui gradini di casa nostra, con indosso una felpa aperta nera e una maglietta bianca di sotto.
È bellissimo, semplice ma bello.
Scendo dalla macchina, correndo verso di lui, che mi viene incontro e mi abbraccia prendendomi in braccio.
<Meno uno, principessa> sospira, sentendo il mio profumo.
<Meno uno e poi saremo solo noi due> dico, sul suo collo.
<Andateci piano, bellezze>, commenta, Regina.
Disse, quella che ieri si stava limonando davanti a noi Jordan.

Tolgo le gambe dai suoi fianchi, sorridendogli dolcemente.
<Andiamo dentro>, lo incito, lasciandogli un bacio sulle labbra. <Si>, ribatte, prendendomi per mano.
Regina ci lascia passare dentro casa, chiudendo la porta poi.
Io e Dre ce ne andiamo in camera nostra, cioè... mia e dopo, una vola dentro, lui mi spinge al muro per baciarmi.
Le sue labbra mordono il mio labbro inferiore, facendomi ansimare.

<Ehi...> Sussurro, felice di come sia perso e pazzo di passione e voglia. <Domani, noi due andiamo nel mio appartamento e non ne uscirai per almeno due giorni>. Arrossisco al suo tono caldo, mordendomi il labbro inferiore vogliosa.
<Ci puoi scommettere> gli rispondo, buttandomi di nuovo sulle sue labbra.

CecilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora