Cecil
Più cerco di stagli lontana e più me lo ritrovo vicino. Perché non mi lascia stare una buona volta?
Entriamo nel soggiorno di casa mia e già vedo Danielle incazzata con me. <Tu, giuro che se non la smetti di ficcarti nei casini, ti chiudo in casa per una settimana!> Urla a gran voce, camminando verso di me.
Dre mi tiene per il braccio perché barcollo, mi tiene come se fossi una cercerata.<Si, va bene, mammina>, la sfotto.
Sono ancora un po' ubriaca.Mi guarda scioccata e io sogghigno. <Tu non sei così Cecil. Che diavolo ti sta succedendo?>. Chiedilo al principe accanto a ne, vorrei dirle, però mi trattengo.
<Sto cambiando, e mi piace>.Faccio il pollice in su e Dre mi guarda storto, portandomi sopra. <Ci penso io a lei>, avvisa Danielle. Certo, ci pensa lui a me, allora siamo apposto; mi ha ridotta lui così, l'ha già dimenticato?<Cammina, andiamo sopra>, mi incita a salire le scale, mentre io me la rido. Una volta in camera, mi butto sul letto e lui mi toglie i tacchi. <Stai andando fuori controllo Cecil>. Detesto quando mi rimprovera da vero paparino. Tutti credono che io sia come una piccola bambina da proteggere, ma ancora non hanno capito che sono grande e vaccinata quanto loro.
<E tu mi stai rompendo le palle>, dico, senza neanche riflettere.Mi guarda stralunato e scuote la testa deluso, <vedi? Questa non sei tu, tu non le dici le parolacce.
>. Certo, non le posso dire perché io sono fatta di cristallo! Sono una povera ragazzina indifesa, dolce e innocente.
Si dimentica che io ho due sorelle forti e spietate. Crede che io non sia così pure? Ad un tratto decido di fare qualcosa di pericoloso.
Gli piace la cattiveria, il pericolo. Vediamo quanto gli piace.Mentre lui è occupato a mettere apposto i miei tacchi, decido di togliermi il top, restando solo in reggiseno in pizzo. È rosso, di un bel rosso fuoco.
Lui ancora non mi vede perché è girato, quindi mi alzo e mi tolgo la gonna, rivelando le mutandine rosse e per niente caste.
Giochiamo un po', mio caro Dre.
Si gira per niente preoccupato, ma non appena mi vede in intimo sussulta e sgrana gli occhi perso.Uh, ho toccato un tasto dolente mi sa. <Che diavolo stai facendo?> Chiede, preoccupato e in difficoltà. Sorrido innocente e mi avvicino a lui, con passo lento e sensuale. <Niente... perché?> pronuncio, con voce calda.
Faccio un altro passo verso di lui, solo che retrocede di scatto, addossandosi alla parete.
Si è appena fregato da solo.
Metto le mani sul suo petto, e lui fa per toglierle. <Perché? Perché le togli?> Sussurro al suo orecchio, alzandomi sulle punte.<Perché non sei così>. Detesto la sua sicurezza su questo argomento. Cecil non sei così! Cecil non fare questo! Cecil non lo farebbe mai! Ma per caso è mio padre? Che sa cosa faccio e non? <Sicuro?> Sogghigno, spogliandolo della sua giacca.
Sospira, guardando la giacca cadere a terra. <Smettila> mi rimprovera, allontanandosi.
Sbuffo e mi appoggio al muro.
È così stupido; è impossibile che non sia attratto da me: lo vedo il suo sguardo carico di peccato e lussuria, anche se cerca di nasconderlo.Si siede sul letto e scuote la testa, come per scacciare la mia immagine. Lo analizzo per bene e ad un tratto fisso il rigonfiamento in mezzo alle gambe; lo sapevo che gli piaceva.
Sorrido, per nulla indispettita e mi avvicino a lui di nuovo.
Stavolta mi siedo a cavalcioni sul suo corpo, facendolo sospirare di colpo. <Ferma...> Mi intima, per nulla sicuro. Smetto di ascoltarlo e inizio a baciargli il collo con lentezza; gli stanno venendo i brividi.Ha una pelle così morbida... Mi struscio su di lui, facendogli scappare un piccolo gemito roco.
<No... È sbagliato>, bisbiglia.
<Shh... Lascia fare a me>, rispondo, facendolo indurire di più. Mi piace avere il controllo su di lui, perché sta impazzendo: non capisce più niente e sapere di fargli questo effetto mi eccita a dismisura. Mordo il lobo del suo orecchio, lo lecco e dopo passo una mano sui suoi pettorali sotto la maglietta. Mi lascia fare e finalmente si sfila la maglietta, con sguardo infuocato.Non ci penso due volte e lo spingo giù sul materasso, continuando a muovermi sui suoi jeans. Chiude gli occhi e dopo li riapre guardandomi meravigliato. <Ce-cecil>, sussurra il mio nome, in estasi. Schiudo la bocca ansimando e perdendomi in questa specie di amplesso; non l'ho mai avuto così vicino a me.
Scendo verso io suo viso e lo bacio di scatto, senza trattenermi più. Lui all'inizio è incerto, ma poi ricambia con più trasporto di me.La sua lingua cerca la mia, proprio come le sue mani cercano le mie guance: le accarezza e le stringe, tenendomi stretta a sé. Mi morde il labbro inferiore e io inizio a sentire un fastidio in mezzo alle gambe.
Mi sento piena e quando inclino la testa per approfondire il bacio, lui viene, bagnando i suoi jeans sotto di me. <Cazzo>, grugnisce mordendo il mio labbro.
Si stacca di colpo e sorrido vedendolo così per me.
<Non ci credo... sono venuto nei pantaloni come un coglione>. È talmente scioccato che si ributta sul letto, chiudendo gli occhi.Mi stendo accanto a lui e lo guardo respirare forte: deve aver avuto un bel orgasmo. <È sbagliato>, se ne esce così, all'improvviso, facendo accrescere la mia rabbia.
<Perché?>. Ogni cosa che facciamo per lui è sempre sbagliata. <Non doveva succedere, ci siamo fatti prendere dal... momento, e abbiamo sbagliato>. Il momento lo chiama! Oh, ma per favore! Poteva fermarmi mentre ero sopra di lui, ma non l'ha fatto.Lo voleva quanto me.
<Stai mentendo: lo volevi quanto me, altrimenti mi avresti fermata>, ribatto piccata.
Si alza a metà busto e mi guarda mortificato. <Ho fatto sesso con Lillian, ieri>. Il mio cuore perde di nuovo un battito, forse l'ennesimo: mi sono spezzata a metà di nuovo. Chiudo gli occhi delusa dal suo comportamento e mi giro dall'altra parte per non guardarlo. Sono più delusa che arrabbiata ormai: me ne fa così tante che ho perso il conto.Non posso andare avanti così.
Non più. <Cecil... Io>. Scuoto la testa e senza guardarlo dico:<lasciami andare>, lo dico come una preghiera: sono stanca ormai. Non sarò mai abbastanza per lui, tanto vale lasciar perdere. Lo sento spostarsi verso me e fa per girarmi il viso, ma mi scosto. <Ti prego guardami...> Per quanto sembra dispiaciuto il suo tono, io non ci riesco.È finita ancora prima di iniziare.
Mi alzo dal letto e me ne vado dritta in bagno, con lui dietro.
<Cecil, aspetta. Non... volevo farlo ma>. Mi fermo di scatto e lo guardo con occhi lucidi, <voglio che vai via. Ho smesso di correrti dietro>. Rimane gelato sul posto dal mio tono e io mi do il cinque mentalmente per non essere ricaduta nella solita sofferenza.
Chiudo la porta del bagno e lo lascio fuori, a crogiolarsi nei suoi ennesimi sbagli.

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Cecil
ChickLitCecil McQueen è l'ultima della tripletta, la gemella minore, quella più sensibile e dolce delle tre. Avendo un cuore grande, è abituata a fare del bene alle persone. Ma in cambio riceve odio o sentimenti non ricambiati. È innamorata di Dre Wright:...